La statua di S. Elisabetta: un regalo degli emigrati

A causa del Covid-19, quest’anno è stata ufficialmente annullata a Romans d’Isonzo, la tradizionale Fiera di Santa Elisabetta, giunta alla sua 187.ma edizione. Verrà vissuta solamente in modo virtuale, con alcune iniziative dedicate alle scuole, a cura del Comune e della Pro loco, mentre i più grandi potranno viverla sotto l’aspetto gastronomico, assaporando i tradizionali piatti a base di tacchino, che ristoranti e  trattorie prepareranno per i fedeli frequentatori. La fiera di Santa Elisabetta è stata istituita nel lontano 1834, quando Romans era ancora terra austriaca. Venne dedicata a Santa Elisabetta d’Ungheria, la cui statua si può ammirare nella chiesa parrocchiale del paese. Si tratta di una statua lignea, che venne donata dagli emigrati di Romans in America, nel lontano 1908, in occasione di una loro rimpatriata nel paese natio. Venne posta dentro una nicchia nella parete destra della chiesa parrocchiale e da allora giace sempre in quel posto. La donazione viene spiegata da un articolo riportato sulle pagine dell’”Idea del popolo”, del 19 settembre 1908, in cui si legge che: “(St. Elisabetta). I nostri compatrioti dell’America, desiderosi di lasciare in paese un ricordo perenne della loro breve dimora, accordatisi colla popolazione, decisero di regalare alla Chiesa parrocchiale una statua di Santa Elisabetta. La bella statuetta, dell’altezza di 90 centimetri, eseguita dall’ormai celebre stabilimento d’intarsio Giuseppe Rung Galdier in St. Udalrico di Gardena, fu benedetta lunedì dal nostro sig. Parroco, il quale con brevi e semplici parole tessé la vita della Santa principessa d’Ungheria e ringraziò gli Americani per la loro splendida generosità. Ora la statua è posta in una nicchia fra i due altari laterali e assieme a quella di St. Antonio, posta simmetricamente dall’altra parte, forma un bell’ornamento della nostra chiesa”. La nota del giornale viene integrata con alcune righe che ricordano pure la ripartenza per l’America degli emigranti romanesi e nella quale si può leggere che: “(Partenza per l’America). Lunedì gli americani fecero celebrare una St. messa cantata e martedì mattina, dopo aver salutato parenti e amici, partirono col cuore commosso e colle lagrime agli occhi alla volta di Genova per ritornare in seno alle loro famiglie. Assieme con loro partirono pure altre undici persone del nostro paese, le quali vanno a stabilirsi nel Paranà presso i loro parenti”.