A Gorizia sempre più mani tese
18 Novembre 2020
Com’è ormai tristemente noto, i tempi del lockdown hanno fatto crescere le nuove povertà, mettendo in ginocchio la vita di tante famiglie. L’Arcidiocesi di Gorizia e la Caritas diocesana sono ancora una volta in prima linea a tendere una mano a tutti coloro che si trovano a vivere un momento di difficoltà, sia esso temporaneo o più radicato, e da oggi con un servizio ancora più strutturato.È stato infatti inaugurato lo scorso sabato 14 novembre l’Emporio dell’Infanzia, un progetto completamente nuovo sul territorio diocesano, che porterà un’importante nuova offerta rivolta proprio ai più piccoli e alle mamme in dolce attesa.L’Emporio dell’Infanzia si caratterizza come un luogo dove le famiglie più fragili con figli minori potranno reperire capi d’abbigliamento – nuovi e usati – per bambini fino ai 12 anni e per mamme in stato di gravidanza, prodotti, accessori, attrezzature per la prima infanzia, quali carrozzine, passeggini, box… e materiale scolastico.Nel quadro d’insieme delle azioni di cura alla persona messe in campo da Caritas per mitigare le difficoltà causate dall’emergenza epidemiologica, il progetto ha lo scopo di fornire ascolto e supporto materiale alle famiglie e alle gestanti in difficoltà e in povertà economica, con particolare attenzione alle richieste di coloro che non dispongono di un reddito da lavoro sufficiente a causa dell’emergenza Covid – 19.Sul modello degli Empori della Solidarietà di Gorizia, Monfalcone, Gradisca d’Isonzo e Cervignano del Friuli, l’Emporio dell’Infanzia verrà gestito come un negozio, in cui gli utenti potranno scegliere i beni che desiderano, dall’Associazione “La Ginestra” e dal Centro di Aiuto alla Vita di Gorizia.Potranno accedere all’Emporio dell’Infanzia le persone in possesso della Carta dei Servizi della Caritas diocesana di Gorizia, che verrà erogata dai Centri di Ascolto Caritas presenti sul territorio dell’Arcidiocesi dopo un’attenta valutazione del bisogno e della situazione socioeconomica.I locali di via Faiti 13/b, dove è stato allestito l’Emporio, sono concessi in comodato d’uso gratuito e le utenze verranno coperte economicamente dall’Arcidiocesi di Gorizia – Caritas diocesana.Il progetto muove i suoi passi sul sentiero tracciato nella vicina Nova Gorica dalla Humanitarno Drustvo Kid, di cui la Caritas diocesana di Gorizia ha avuto modo di apprezzare l’impegno e l’impatto in occasione degli incontri del Gect.”In questo tempo di pandemia che ci costringe a cambiare i nostri comportamenti e il nostro modo di vivere, che ci fa stare lontani l’uno dall’altro, crediamo ci siano altri modi per stare vicini o perlomeno per dimostrare la vicinanza e l’attenzione per gli altri – ha commentato durante il momento inaugurale il direttore di Caritas diocesana, diacono Renato Nucera -. Uno di questi è certamente la solidarietà, senza la quale siamo veramente tutti più poveri; un altro modo è la collaborazione, collaborare significa superare incomprensioni e difficoltà per essere coesi nell’affrontare le sfide che si presentano e riuscire in qualche modo a vincerle. Ci vuole però anche tanto tanto amore, perché soltanto amando – noi stessi, gli altri, la vita, la nostra comunità – sappiamo trovare il nostro tempo da donare perché altri ne trovino beneficio”. Parole riprese anche da monsignor Redaelli, arcivescovo di Gorizia, che ha sottolineato come “dove ci sono chiusure, la Caritas apre. La solidarietà aiuta tanto: in questo momento siamo tutti sulla stessa barca e se ci si aiuta, insieme, si può fare qualcosa di veramente bello. Quella che inauguriamo oggi è una realtà che, nel piccolo, contribuirà all’aiuto del vivere quotidiano”.
Casa San FrancescoLa giornata di sabato 14 novembre ha visto anche l’inaugurazione di Casa San Francesco, collocata in piazza San Francesco a Gorizia, nello stabile che ospitava, fino a qualche tempo fa, la sede operativa di Caritas diocesana. Un luogo emblematico quindi, da sempre collegato alla solidarietà e all’aiuto al prossimo, caratterizzato anche dalla vicina presenza della Chiesa dei padri Cappuccini e della Mensa dei Poveri.Casa San Francesco – concessa in comodato d’uso gratuito proprio dai Cappuccini – è pronta per essere un luogo per tutta la comunità, pensato come una soluzione “duttile”, ovvero pronta ad adattarsi a quelle che saranno le richieste, le circostanze, le necessità di ogni momento che la nostra società e, nello specifico, la nostra comunità si troveranno ad affrontare, con tutte le riflessioni e le misure necessarie che saranno richieste.Grazie al sostegno dei fondi 8xmille, Casa San Francesco ha visto una grande opera di sistemazione che ha rimodernato e ristrutturato gli spazi interni, rifacendo completamente i bagni e strutturando in maniera agevole le varie sale a disposizione.”Potranno usufruire di questo spazio tante persone in stato di bisogno – ha spiegato l’arcivescovo -. C’è grande richiesta ma soprattutto grande necessità di strutture “agili” ossia che possano adattarsi al bisogno e alle necessità del momento. Casa San Francesco potrà quindi diventare una casa in caso di nuove chiusure, potrà fornire ospitalità provvisoria ma anche offrire le sue sale per corsi di formazione ed incontri. Potrà adattarsi alle richieste della comunità intera”.Nel corso della cerimonia inaugurale, il dicono Nucera ha ripreso le parole dell’arcivescovo, sottolineando come la struttura sia stata immaginata innanzitutto come luogo di riparo e multifunzione, a disposizione di tutti e pronto a dare risposte immediate e concrete ai bisogni e le emergenze che si presenteranno.
Fondo ScrosoppiLa festosa giornata inaugurale ha visto anche la presentazione e l’avvio ufficiale del Fondo Scrosoppi, lo strumento nato per rispondere alla straordinaria crisi economica e finanziaria causata dall’emergenza sanitaria dell’epidemia di Covid-19, le cui conseguenze si stanno pesantemente facendo sentire anche in diocesi.Sorto coinvolgendo alcuni enti operanti sul territorio, il Fondo è costituito come fondazione non autonoma all’interno di Carità diocesana di Gorizia – onlus e mira ad aiutare proprio chi, a causa dell’emergenza collegata alla pandemia, ha perso il lavoro oppure ha ridotto il proprio reddito in maniera tale da non poter più mantenere dignitosamente la propria famiglia.”Il Fondo, presente con diversi nomi e modalità anche in altre diocesi italiane – ha spiegato il vescovo Carlo – si caratterizza per essere “semplice” e cercherà di intervenire in maniera quanto più tempestiva possibile, anche grazie alla collaborazione con le tante realtà che hanno deciso di prenderne parte. Collaborazione, mai quanto oggi, è la parola chiave per lavorare e lo dimostrano i tanti soggetti, attenti a chi ha bisogno, che in questo contesto operano insieme”.Presenti alla cerimonia di avvio del Fondo la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, rappresentata dal consigliere Marco Braida, il quale ha ricordato come “la Fondazione Carigo sostenga, anche con “un’iniezione di fiducia”, le iniziative che puntano a dare risposta ai nuovi bisogni e alle nuove esigenze che si vengono a creare”. La parola è passata quindi a Silvio Spoladore, neopresidente delle Acli provinciali, il quale ha a sua volta sottolineato l’attenzione che da sempre caratterizza l’associazione verso il territorio e i suoi bisogni, aderendo quindi con piacere a iniziative che si muovono verso il sostegno delle nuove necessità. Spoladore ha voluto inoltre porre un ringraziamento all’arcivescovo, alla diocesi e a tutte le realtà partecipanti al Fondo Scorsoppi, per l’impegno profuso verso il prossimo e per aver permesso di essere coinvolti in un progetto di questo spessore.Non sono mancati quindi i saluti di Coldiretti Gorizia, rappresentata dalla presidente Angela Bortoluzzi, la quale ha ricordato la bella collaborazione che già da tempo stringe Coldiretti e Caritas diocesana con il progetto della Spesa Sospesa per aiutare gli Empori, nonché ha sottolineato l’importanza del Fondo Scrosoppi per assicurare la dignità alla persona, “dignità che sempre più è collegata al lavoro, la cui mancanza rischia davvero di portare alla percezione di una perdita di essa, dando alla persona una terribile sensazione di essere inutile”.Sono seguiti quindi i saluti delle Banche di Credito Cooperativo, rappresentate da Renato Vizzari – il quale ha rimarcato l’importanza anche per l’istituzione bancaria di essere attenti alle persone e al territorio, nella promozione della loro crescita – e del Comune di Gorizia, rappresentato dall’assessore al Welfare Silvana Romano, che ha espresso gratitudine alla diocesi e al progetto per aver riunito così tante realtà presenti sul territorio.
Dopo i tre momenti inaugurali, è seguito l’incontro di preghiera per i volontari delle Caritas parrocchiali della diocesi. Nel corso dell’omelia l’arcivescovo ha ancora una volta sottolineato l’importanza delle “mani tese; ne abbiamo viste davvero tante in questo momento difficile dovuto alla pandemia. Abbiamo anche imparato quanto sia importante mantenere lo sguardo su ciò che è necessario, scoprendo che possiamo fare a meno di molto superfluo. Abbiamo maggiormente compreso la nostra responsabilità, sugli altri e sul mondo”.
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