La terra non si ferma

Il mondo dell’agricoltura e vitivinicolo, lockdown o meno, non si ferma e non si può fermare. Tuttavia, la chiusura di ristoranti, hotel, le restrizioni nell’export, hanno causato non poche difficoltà economiche e lavorative all’intero settore.Abbiamo incontrato Angela Bortoluzzi, presidente di Coldiretti Gorizia, e insieme a lei, proprio a pochi giorni dalle giornate del Ringraziamento e a pochi passi dalla fine di questo 2020, abbiamo tracciato un bilancio sull’annata, andando anche ad esaminare le principali difficoltà riscontrate proprio sul territorio locale.

Presidente, da poco si sono celebrati i Giorni del Ringraziamento, certo in un anno del tutto particolare. In cosa si è potuto dire “grazie”?Diciamo che sicuramente è facile ringraziare quando va tutto bene, ma è nei momenti difficili come quelli vissuti quest’anno che bisogna comunque riuscire, da imprenditori e da persone di fede, a trovare il lato positivo.Andiamo quindi a valutare quella che è stata l’annata agraria in sé, che comunque è stata un’annata molto buona, con le giuste piogge sia in primavera che in estate – calda ma intervallata da piogge quando servivano e quest’anno anche con pochissimi fenomeni temporaleschi violenti -. Proseguendo ora nell’inverno, si stanno avendo le giuste temperature per la Rosa dell’Isonzo. Pertanto, dal punto di vista agrario, non ci possiamo lamentare.Purtroppo non abbiamo potuto festeggiare la nostra tradizionale Festa del Ringraziamento provinciale ma siamo comunque riusciti a svolgere alcune feste comunali; speriamo di poter riprendere alla grande la nostra tradizione il prossimo anno.

Che peso ha avuto e sta avendo sul settore agricolo il lockdown e comunque la crisi economica generata dalla pandemia? Viene da pensare, solo per fare un esempio, a tutto ciò che gira attorno alla distribuzione di alimenti freschi alla ristorazione…A livello nazionale, le stime fatte da Coldiretti prevedono che le quasi 24.000 strutture agrituristiche italiane registreranno nel 2020 una perdita di 1 miliardo di euro; questo perché la scorsa primavera sono state di fatto azzerate le visite, compresa la Pasqua, ora sono annullati anche gli spostamenti durante il periodo natalizio. Per questi mancati movimenti si stima una perdita di circa 4 miliardi di euro di spese dei turisti tra Natale e Capodanno.Anche il “taglio” dato al brindisi per l’anno nuovo peserà molto sul consumo di vini e spumanti, che nel 2020 a livello nazionale registrerà circa -40%; solitamente a livello nazionale il Friuli Venezia Giulia pesa attorno al 2%, quindi si fa presto il rapporto delle cifre… Coldiretti ha messo in campo la campagna “Io bevo italiano” per sensibilizzare all’acquisto di vini nazionali, soprattutto in vista di una ripresa dell’export, perché il vino è un elemento trainante del Made in Italy.Guardando poi livello locale, le aziende un po’ più piccole che fanno vendita diretta si sono immediatamente strutturate anche per le consegne a domicilio e anche tramite i nostri mercati – sia quelli all’aperto che il mercato coperto a Gorizia – hanno visto comunque garantirsi un flusso economico; oltre a ciò, questi sono stati degli ottimi strumenti che abbiamo messo in campo per andare incontro alle esigenze della popolazione. Ovviamente non si riuscirà a compensare i dati che erano magari legati anche all’export o alle vendite alla ristorazione, soprattutto per quelle che sono le aziende più strutturate, però, se pensiamo al nostro mercato coperto, abbiamo sempre avuto moltissimo afflusso di persone che – per di più dovendo stare per forza a casa – tenevano e tengono a consumare prodotti di qualità, tracciati e a “km 0”.

Sul locale, si sono registrate difficoltà lavorative nel settore, come perdita del lavoro, cassaintegrazioni…? Sì, abbiamo avuto aziende che hanno dovuto far ricorso alla cassaintegrazione, non tanto per le figure che operano direttamente in campagna – perché questa, lockdown o meno, non si può mettere in pausa – quanto per le figure legate alla vendita, gli agenti, tutte quelle professionalità che ruotano in maniera più stretta alla ristorazione, alla distribuzione e all’export.Ad ogni modo, sulla nostra zona, fortunatamente non abbiamo notizie di particolari o gravi criticità.

Uno dei settori particolarmente colpiti è stato quello legato alle assunzioni stagionali, che oltretutto spesso danno “respiro” a molte persone e famiglie. Si sono registrati “scossoni” sul nostro territorio?Il periodo clou di assunzioni temporanee nella nostra zona, prettamente vitivinicola, è quello della vendemmia. Quest’anno, essendo mancata tutta la manodopera dall’est Europa, che non ha potuto rientrare in Italia per problemi di quarantena e chiusure dei confini, ha fatto registrare un ritorno dei giovani italiani all’agricoltura e alla vendemmia, quei giovani che solitamente trovavano occupazione estiva nella ristorazione o nel turismo. Da questo punto di vista siamo riusciti a dare una risposta a una problematica lavorativa che effettivamente si stava venendo a creare.Quello che rincresce, è che non sia passata la proposta di Coldiretti di reintrodurre i voucher in agricoltura per questi lavori, che sono effettivamente dei veri lavori stagionali limitati nel tempo. Tramite l’utilizzo dei voucher si sarebbe comunque mantenuta la persona in sicurezza – perché c’è copertura assicurativa – e ci sarebbe stato uno sgravio fiscale importante sia per le aziende, che per le famiglie dei ragazzi che sono venuti a lavorare, i quali non avrebbero dovuto poi presentare CUD e quant’altro. È stata un’occasione persa.

Da tempo Coldiretti Gorizia è vicina alla Diocesi con più iniziative solidali. Quali i principi alla base di questa scelta?La vicinanza alla Dottrina Sociale della Chiesa si trova proprio dentro lo statuto di Coldiretti, fa parte del nostro DNA.Da sempre abbiamo una visione rivolta al Bene Comune e a mettere la persona al centro, pertanto per noi è naturale pensare a coloro che si trovano più in difficoltà; quindi anche la vicinanza e la collaborazione con l’Arcidiocesi vanno in quest’ottica, strutturandosi in iniziative quali la Spesa Sospesa e, recentemente, con l’adesione al Fondo Scrosoppi, che è un ottimo progetto e la speranza è davvero quella che possa dare i migliori risultati.Rimaniamo ovviamente a disposizione per qualsiasi altra iniziativa in cui la Diocesi ci vorrà coinvolgere.