Riemerge la “Soglia di Gorizia”
30 Dicembre 2020
Un trattore impegnato nello sfalcio dell’argine del torrente Torre, un piccolo cedimento ed ecco affiorare, dal terreno sottostante, uno spezzone di storia recente a Tapogliano. Un buco “pericoloso” che la locale Protezione Civile si è premurata a delimitare, in attesa dell’intervento degli uffici competenti per eventualmente bonificare e mettere in sicurezza tutta l’area. Tra gli anni 60 e 80 anche in questo territorio era attiva la “Soglia di Gorizia”, una serie di installazioni militari fisse, atte a contrastare un eventuale invasione da parte del “Blocco Sovietico”. Le opere erano state finanziate in buona parte con fondi della Nato e si componevano di diverse casematte, bunker e postazioni per l’osservazione, variamente armate (cannoni, veri carrarmati interrati, mitragliatrici, postazioni antiaeree). Altre simili opere sono presenti nel goriziano, cividalese, Val Canale, tolmezzino, pordenonese e zona di Bolzano. A presidio di questi siti c’erano vari reparti di fanteria d’arresto, il più noto nella bassa friulana era il 33° Ardenza con il suo distaccamento presso la caserma di Perteole. Buona parte di queste fortificazioni non sono più visibili causa di una operazione di recupero ferroso e restano solo delle collinette lungo l’argine destro del Torre e dell’Isonzo. Una curiosità, la linea seguita da questi manufatti sembra quasi sovrapporsi alla “linea difensiva degli argini” costruita durante la Prima guerra mondiale e mai utilizzata perché aggirata dalla disfatta di Caporetto.
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