Empori: dieci anni di solidarietà spesa bene
17 Marzo 2021
Nel pomeriggio di domenica 20 marzo 2011 venne inaugurato nei locali al numero 15 di via Faiti a Gorizia il primo Emporio della solidarietà operativo nel territorio della diocesi. Un’iniziativa innovativa ma con la quale la Chiesa diocesana voleva riaffermare il proprio farsi prossimo a chi si trova ad affrontare problematicità di tipo economico ed in particolare alle famiglie in difficoltà. Da allora questa catena di solidarietà si è espansa portando all’apertura delle analoghe strutture a Monfalcone, Gradisca d’Isonzo e Cervignano.Ne abbiamo parlato con il coordinatore degli Empori diocesani, Adriano Tropea.
Come si è evoluto l’Emporio in questi 10 anni?Quando è nato l’Emporio della Solidarietà di Gorizia esistevano solo altre tre strutture analoghe in tutta Italia. Don Paolo Zuttion, che 10 anni fa era il direttore della Caritas diocesana, ha avuto l’intuizione di creare un unico punto di distribuzione organizzata, non solo di prodotti a lunga conservazione, ma di una gamma di prodotti freschi completa, come se fosse un vero supermercato, unendolo all’aspetto educativo di gestione del budget familiare. Per la realizzazione dell’Emporio della Solidarietà la Caritas diocesana ha trovato da subito la collaborazione della signora Chiara Bertolini, che grazie alla sua professionalità, ha dato un grosso contributo alla costituzione e gestione dell’Emporio di Gorizia e alla nascita degli altri Empori. Per gestire quotidianamente l’Emporio della Solidarietà è stata costituita La Ginestra, un’associazione di promozione sociale che nel suo statuto aveva la finalità di creare solidarietà e sostegno alle famiglie presenti nel territorio dell’Arcidiocesi di Gorizia.La Caritas diocesana ha trovato da subito la collaborazione delle Parrocchie di Gorizia e soprattutto dei volontari delle Caritas parrocchiali della città, che hanno aderito all’idea di creare un punto unico di distribuzione gratuita di beni alimentari. Questa nuova modalità di sostegno alimentare alle persone in difficoltà economica, ha portato un cambiamento radicale. Ad oggi, in Italia hanno aperto più di 200 Empori: questo ci fa ben capire il successo di questo approccio, che vede la dignità della persona e la libertà di scelta (come in un vero supermercato) messe al primo posto. L’aspetto importantissimo dell’Emporio è la rete sociale che lo circonda. A Gorizia un passo fondamentale è stato la messa in rete, a livello locale, di tutte le realtà che al tempo si occupavano delle persone in difficoltà economica: Fondazione CaRiGo, Comune, parrocchie, Croce Rossa, Banco Alimentare… Tutto questo ci ha permesso di svilupparci al meglio delle possibilità.
Cambiano le epoche e le persone. Rispetto a 10 anni fa troviamo lo stesso tipo di utenti o qualcosa è mutato?Nel periodo della crisi 2007, c’erano tante famiglie straniere rispetto ad oggi. Quelle italiane sono aumentate con il tempo, mentre molte straniere anche a causa delle difficoltà economiche, si sono trasferiti all’estero.Da famiglie straniere molto numerose, siamo passati a famiglie più piccole, magari con un singolo componente o nuclei monoparentali, soprattutto donne con a carico i figli. La crisi causata dal Coronavirus, ha interessato tantissime persone che fino a poco tempo prima erano al limite delle loro risorse: il lockdown ha fatto precipitare queste situazioni. Debiti che si fanno sempre più pesanti, difficoltà nel trovare lavoro, pensioni bassissime logorate dalle spese sanitarie, o mancanza di prospettive per persone più giovani… Rattrista sapere che molte persone vivono una condizione di difficoltà ormai cronica. Il contesto sociale non aiuta: trovare un piccolo lavoro che permetta di ripartire, soprattutto superata una certa età, è davvero complicato. Si sono presentate alla nostra porta anche molte famiglie che avevano un’attività: è stata davvero dura a livello morale. Ad oggi, la differenza tra stranieri e locali è minima.
L’Emporio non si è fatto spaventare nemmeno dal tempo difficile della pandemia… Il 2020 è stato un anno davvero difficile colpo. Grazie all’intuizione e al sostegno dell’attuale direttore della Caritas, in pochissimo tempo siamo riusciti a reinventarci, e nell’attesa delle misure sanitarie del governo abbiamo chiuso l’accesso dei clienti ai locali dell’Emporio pur continuando a distribuire i generi alimentari. Si era ritenuto importante mantenere le basi dei valori dell’Emporio: le persone potevano scegliere i prodotti dall’esterno, e venivano servite da operatori e volontari, a cui va il nostro più sentito ringraziamento.Al fianco delle sofferenze tuttavia, sono sorte anche tantissime iniziative di sostegno agli ultimi: la solidarietà delle persone, delle associazioni e delle aziende si è fatta sentire moltissimo. Dalle donazioni economiche di persone anonime, spinte dalla preoccupazione per il prossimo, a quelle alimentari che vanno dalla piccola borsa della spesa di ex clienti, a grandissime donazioni di aziende produttive. Ricordiamo anche le ACLI provinciali di Gorizia con la campagna “Adotta una spesa” finalizzata alla raccolta di donazioni utilizzate per acquistare alimenti per i tre Empori presenti sul territorio isontino.Durante questo periodo hanno messo le radici molte collaborazioni, che ci stanno accompagnando tuttora.
L’Emporio è attivo grazie ai fondamentali contributi che giungono all’Arcidiocesi di Gorizia dalla Cei con i fondi dell’8xmille e all’aiuto di tanti benefattori pubblici e privati, alcuni partner dall’apertura. Quali sono questi e chi si è aggiunto negli anni? Come poter fare per sostenervi come “semplici cittadini”?La Caritas diocesana ringrazia tutti i partner che l’hanno sostenuta in questi 10 anni di storia dell’Emporio.ll partner fondamentale fin dal primo momento è stata la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia: ha compreso le potenzialità sociali del progetto e ha la nostra massima riconoscenza. Senza il suo aiuto, aprire non uno, ma ben tre Empori in provincia di Gorizia, sarebbe stata un’impresa forse impossibile. Il Comune di Gorizia è un partner importantissimo, per confrontarsi sui bisogni del territorio. La nostra collaborazione per sostenere le persone in difficoltà, è necessaria nei confronti degli utenti, e questo vale anche per i rapporti con Croce Rossa Italiana. A loro seguono l’infinità di persone e di associazioni, solidali verso il prossimo, che ci aiutano con donazioni di tutti i tipi, e le attività locali che nel tempo si sono avvicinate a noi. Per sostenerci, si può fare una donazione sul conto corrente dell’Arcidiocesi di Gorizia – Carità Diocesana ONLUS, oppure direttamente, portando prodotti a lunga conservazione all’Emporio di via Faiti 15.
Raccontiamo la “filiera” dell’Emporio: come arrivano i prodotti o come vengono ritirati, come distribuiti, immagazzinati: quale lavoro c’è nel “retrobottega”?I prodotti arrivano tramite convenzioni specifiche firmate con aziende ed un player importantissimo quale Banco Alimentare FVG. Dal Banco arrivano anche tutti i prodotti del Fondo di Aiuti Europei agli indigenti e fa da catalizzatore di iniziative, a livello locale e nazionale per redistribuire i prodotti alimentari sul territorio, prima fra tutte la famosa Colletta Alimentare. Uno degli obiettivi iniziali dell’Emporio era unire al recupero degli alimenti in scadenza, la riduzione dei rifiuti: importantissima in questo senso è stata la collaborazione con le aziende, con lo stile dell’Economia Circolare, poi favorito a livello legislativo dalla legge “Gadda” sullo spreco alimentare. I prodotti freschi arrivano tramite il programma Siticibo, e convenzioni private, per esempio con Coop Alleanza 3.0 o Conad. L’obiettivo è sempre lo stesso: recuperare i prodotti in scadenza, ancora buoni, per donarli a chi ha più bisogno, eliminando al tempo stesso lo spreco alimentare, piaga del nostro tempo. Purtroppo, la quantità dei prodotti va diminuendo negli anni, anche per comprensibili logiche di interesse economico dei supermercati e della filiera. Anche per questo, è importante che più attività possibili si uniscano a noi in questa avventura di solidarietà.La mattina provvediamo a recuperare i prodotti, e dopo averli selezionati, porzionati ed esposti, siamo pronti all’apertura pomeridiana al pubblico. Ogni giorno si susseguono i volontari, che ci donano il loro prezioso aiuto nonostante il tempo difficile di pandemia e gli incontri di persone, storie, e solidarietà.
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