Una Caritas “con il volto di mamma”
25 Marzo 2021
Non pensiamo di stravolgere il pensiero di Papa Francesco, applicando alla nostra realtà Caritas di Grado e Fossalon quanto Egli afferma con riferimento generale alla Chiesa, vista “con il volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza” e che “innova nella libertà”: a questi significati e a questi obiettivi umani e cristiani crediamo faccia riferimento la nostra esperienza di organismo pastorale attivo in questi difficili tempi della invalidante e letale diffusione del Coronavirus. Nonostante le difficoltà, a tutti i livelli di questo periodo con situazioni che disorientano e sconvolgono tutti i piani operativi, ci sono state nella nostra unità pastorale esperienze significative di nuove aggregazioni laicali, sotto la guida dei nostri sacerdoti don Michele e don Nadir, che le hanno sostenute nella nascita e nella crescita con interventi educativi e formativi mirati, dove, come ci ricordano, “nessuno deve sentirsi abbandonato”.
L’organizzazione in tempo di CovidTra queste collochiamo certamente la riorganizzazione sul piano progettuale e operativo del servizio pastorale della Caritas parrocchiale e del relativo Centro di Ascolto, secondo gli indirizzi della Caritas diocesana e le scelte condivise del Consiglio Pastorale. Una dozzina di volontari, di Grado e di Fossalon, hanno affrontato con impegno e coraggio questo periodo di pandemia, per essere vicini alle persone bisognose presenti nel territorio delle due parrocchie, operando con continuità ed entusiasmo, pur adottando tutte le attenzioni e le precauzioni richieste dalle disposizioni politiche e dal buon senso: comprendere, accompagnare, accarezzare, per usare appunto le parole dell’attuale Pontefice, sono state le azioni intraprese per essere esempio concreto di carità all’interno della nostra comunità cristiana allargata e integrata. Questi interventi hanno trovato la prima innovazione nei colloqui e negli incontri solidali e fraterni che si svolgono ogni sabato mattina, nel pieno rispetto della riservatezza delle persone, presso l’attuale sede, che si trova al secondo piano della Scuola Paritaria dell’Infanzia, cui si accede previo appuntamento telefonando al numero dell’Ufficio Parrocchiale nei giorni e negli orari di apertura o inviando una mail allo stesso. Così vengono accolti in adeguati spazi ri-organizzati e igienizzati quanti si trovano in situazione di momentanea necessità e si cerca di provvedere ai loro bisogni immediati, fornendo, sulla base delle disponibilità economiche, solidarietà, suggerimenti, beni e servizi di prima necessità, con particolare riguardo ai nuclei comprendenti minori e ai loro specifici bisogni, anche per quanto riguarda la regolare frequenza della scuola dell’obbligo.I locali messi a disposizione dalla parrocchia di Grado sono diventati in questi ultimi mesi un luogo aperto, dove si incontrano settimanalmente i collaboratori disponibili (chi si occupa dell’ascolto e della verbalizzazione dei colloqui, chi dell’accoglienza dei richiedenti aiuto e dei sostenitori materiali delle iniziative, chi della contabilità e della raccolta delle offerte, chi della sistemazione dei generi alimentari e per l’igiene, chi dell’elargizione dei beni materiali donati, chi delle cura degli oggetti e del vestiario regalati da persone generose e sensibili eccetera): insomma un punto di aggregazione a diverso titolo, animato e disponibile nei confronti di chiunque si prenoti o si presenti, anche con il semplice desiderio di conoscere.
Le criticitàL’esempio della solidarietà tra i volontari, che operano in équipe sotto la presidenza del Parroco don Michele, per valutare le situazioni e decidere la linea comune degli interventi nella coerenza con i principi ispiratori della vicinanza cristiana e delle linee pastorali suggerite dalla Caritas Nazionale, aiuta certamente a perseguire l’obiettivo di sensibilizzare la comunità all’aiuto ai bisognosi attraverso la prossimità concreta, nella consapevolezza che essa non può certo rispondere a tutti i richiedenti ed a tutti i loro problemi e necessità. Abbiamo cercato nelle situazioni più critiche e a volte gravi di fornire un primo orientamento per le esigenze sanitarie e lavorative e il supporto materiale per i bisogni primari essenziali (cibo, igiene, miglioramento delle condizioni ambientali e di vita, raggiungimento dell’autonomia, sostegno nelle terapie riabilitative e nella ricerca successiva di un lavoro).Abbiamo toccato con mano in questi mesi le difficoltà in cui incorrono molti in questo complesso periodo della pandemia, che vede ridursi le entrate delle famiglie per i problemi legati alla ridotta occupazione, alla crescente disoccupazione e al venir meno delle forze trainanti la routine famigliare.Per scelta comune non riteniamo però prioritari né dovrebbero diventare generalizzati in questo servizio, la distribuzione indifferenziata di denaro e il pagamento indistinto di qualsiasi genere di incombenze, di scadenze e di obblighi finanziari: la nostra condivisione cerca di esprimersi essenzialmente nella com-passione e nella cura rispettosa della dignità della persona.
Essere “ponte”Un’altra esperienza fondamentale del nuovo gruppo di lavoro in questi mesi è stata l’urgenza di essere “ponte” e di fare rete con i servizi assistenziali del territorio, per evitare sovrapposizioni ed esclusioni ed essere aperti ad un continuo confronto, per arrivare ad un orientamento condiviso e più articolato e realizzare un’azione efficace e mirata ai reali e urgenti casi di povertà economica ed emarginazione sociale, con il dramma della solitudine e dell’isolamento. Anche la SOGIT ha collaborato con noi in varie occasioni.Ci supportano con aiuti e contributi destinati ai minori per la prosecuzione serena degli studi e la realizzazione dei loro sogni le associazioni di Grado o della frazione di Fossalon: “Radise de Mar”, “Famiglie Ferite” e “Peter Pan”. Anche la locale stazione dei Carabinieri si è resa disponibile ad aiutarci. A livello istituzionale, siamo stati anche contattati dall’assessore comunale e dall’assistente sociale, che chiedono la nostra collaborazione e riconoscono il nostro prezioso contributo alla collettività assieme alla Croce Rossa e alla Protezione Civile.In futuro contiamo di farci aiutare a risolvere i problemi legati alle dipendenze e alla mediazione culturale per l’ascolto degli extracomunitari.Questa rete di relazioni e di corrispondenze costituisce inoltre, accanto all’ascolto diffuso attuato dai volontari nei loro quartieri di residenza e alla loro presenza professionale nei luoghi di lavoro e in particolar modo negli edifici scolastici, un osservatorio a largo raggio sulla realtà economico-sociale del territorio, con le sue opportunità ma anche con le sue criticità.
Il sostegno del territorioAbbiamo pure ricevuto in questi ultimi mesi diversi doni: un computer in ottimo stato con stampante per il CdA, che ci permette di organizzare meglio le attività, ma anche una bicicletta, un cellulare, tre materassi nuovi, un lettino e dei giochi, subito distribuiti a chi ne aveva bisogno per il lavoro e la vita quotidiana.Molti altri oggetti sono partiti per il CAV di Gorizia e l’Emporio della Solidarietà di Cervignano, con il quale siamo in costante contatto, compresi tutti gli indumenti per neonati e bambini raccolti, che sono stati igienizzati, profumati e impacchettati da alcune volontarie.Sul piano concreto dallo scorso mese di settembre ad oggi abbiamo conosciuto ed ascoltato diverse persone e alcuni nuclei famigliari, anche numerosi, con interventi pure a domicilio per la distribuzione di borse della spesa, donate o acquistate con i fondi raccolti ed elargiti dalla comunità.
Con queste premesse e con questo spirito continuiamo ad operare come organismo pastorale di volontari delle due parrocchie, anche in questa ulteriore fase acuta della pandemia mediante soprattutto l’ascolto telefonico, al fine di sensibilizzare al dono gratuito e al bene comune le persone della nostra comunità cristiana, cercando di offrire appunto – parafrasando Papa Francesco – l’immagine familiare e concreta di tante mamme, tenere e premurose, che comprendono, accompagnano, accarezzano chi ha bisogno ed è solo.
(foto d’archivio)
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