Don Renzo: un testimone di vita
31 Marzo 2021
Tanti sono stati in questo mese i ricordi e le testimonianze che sono state raccolte, o anzi, sono arrivate spontaneamente per ricordare uno o più aspetti della ricca esistenza di don Renzo Boscarol.D’altronde la sua prematura scomparsa, in una stagione che lo vedeva pienamente attivo, ha lasciato un vuoto improvviso e difficile da colmare, non solo per le parrocchie di Ronchi, ma per tutto il variegato mondo di associazioni e istituzioni culturali e sociali del Goriziano che hanno visto in don Renzo un protagonista e un animatore instancabile.Ci saranno sicuramente in un futuro prossimo occasioni per ricordare e commemorare la sua figura ed il suo esempio, soprattutto per valorizzare ciò che ci ha lasciato.Se c’è un aspetto, tra i tanti che hanno caratterizzato la sua vita ed il suo ministero, che mi ha sempre colpito è la sua passione per la Chiesa di Gorizia e per la sua gente. Non c’era incontro o conferenza che non vedesse la sua presenza, il suo commento o la sua presa di posizione su un tema o sull’altro, che poteva essere condivisa o meno, ma segnava il suo interesse ed il suo esserci, per la nostra Chiesa.Proprio alcuni giorni prima del ricovero don Renzo aveva potuto vedere con piacere la ristampa, a lungo attesa, dell’esemplare opera del maestro Camillo Medeot edita nel 1969 e dedicata ai sacerdoti goriziani internati durante la Prima Guerra Mondiale.Qui si può cogliere uno dei particolari “filoni” che hanno contrassegnato il suo impegno e che fanno comprendere il suo profondo radicamento nel presbiterio goriziano, che tanto ha amato, e sofferto, a volte. Questo affetto l’ho potuto cogliere in modo particolare in un’iniziativa editoriale da lui promossa ed intitolata “Testimoni di vita”: delle agili pubblicazioni per ricordare la vita ed il ministero di alcune figure esemplari del presbiterio.Così scriveva don Renzo nel presentare la collana: “La figura del sacerdote – da sempre – è legata alla storia del popolo cristiano. Prima che una presenza burocratica e formale, il parroco, come anche il curato o il cappellano, sono stati una presenza familiare, legata cioè ad una concezione comunitaria della vita cristiana. Non è difficile legare nella memoria la figura di un prete e quella del paese che lo ebbe pastore, al punto da creare una vera e propria simbiosi. Fondamento di questo legame è proprio la capacità del popolo di riconoscersi nel proprio sacerdote e del sacerdote di immedesimarsi nella vita di una comunità. In questo modo è stata, confermata dal Concilio, la nostra tradizione goriziana che ci ha fatto scoprire la realtà comunitaria della Chiesa, le relazioni tra le persone, la fraternità e la solidarietà.La collana “Testimoni di vita” è dedicata insieme ai sacerdoti e alle comunità che li hanno accolti e con le quali sono cresciuti e hanno espresso il meglio del loro servizio e della loro disponibilità. Le comunità parrocchiali si sono rese strumento promotore per fare memoria di vite vissute che sono diventate testimonianze di vita cristiana e di fede anche con queste pubblicazioni che intendono prolungare la loro comunione con il popolo di Dio e ricordarne il servizio ministeriale”.Non è facile riassumere in uno scritto la vita di una persona e soprattutto quando la memoria è ancora fresca, i rischi sono inevitabili. Non farlo, però, è ancor peggio, ossia far sì che sia l’oblio a coprire tutto, inesorabilmente.I nomi di alcuni presbiteri diocesani sono diventati così – in particolare per chi non li ha conosciuti – non solamente un nome su un annuario, ma una testimonianza fresca di una vita donata. In questo senso ricordare la vita e le tappe significative del ministero di quel o di quell’altro sacerdote non rappresenta solamente un lodevole esercizio di memoria e riconoscenza per chi ha faticato prima di altri nella vigna del Signore, ma diventa uno stimolo ed un esempio a cui ispirarsi.Credo che questa collana, così carica di profezia, sia da sprone anche nel tempo presente così difficile. Tocca ad altri ora continuare questa impresa e senza dubbio uno dei “testimoni di vita” da ricordare sarà proprio don Renzo, che tanto ha amato la nostra Chiesa.
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