Cosa significa oggi diventare teologi?
11 Maggio 2021
“La fede è una storia e il modo più adeguato per testimoniarla e favorirla negli altri è il racconto”. Questa frase di Enzo Biemmi condensa efficacemente l’obiettivo di Diventare teologi, il volume curato da Simone Morandini e Serena Noceti ed edito dalle Dehoniane di Bologna. Il testo verrà presentato domenica 16 alle 17 dai curatori, insieme a Elisa Battistella, docente di Religione Cattolica dell’arcidiocesi di Gorizia, in diretta sul canale YouTube dell’Azione Cattolica Diocesana, organizzatrice dell’evento in collaborazione con la casa editrice.Docenti rispettivamente presso l’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino” di Venezia e l’Istituto di Scienze Religiose “S. Caterina” della Toscana, in Diventare teologi i prof. Morandini e Noceti hanno raccolto le testimonianze di 18 studiosi, 14 uomini e 4 donne. Accanto a presbiteri e religiosi come Piero Coda, Claudio Monge o Pier Davide Guenzi, sono presenti laici come Massimo Faggioli, Andrea Grillo e del curatore Morandini, senza dimenticare l’apporto del pastore valdese Fulvio Ferrario, mentre sul versante femminile ricordiamo – oltre alla curatrice Noceti – la religiosa Antonietta Potente e le laiche Marinella Perroni e Cristina Simonelli. Il risultato è una sorta di “accademia virtuale”, che dimostra come questa disciplina stia attraversando un profondo cambiamento, dovuto sia al nostro contesto storico che ai diversi percorsi esistenziali di chi oggi si occupa di questo ambito di studio.Anche se ogni contributo è unico, possiamo cogliere alcuni temi comuni, che attraversano il volume. Anzitutto, secondo Giorgio Bonaccorso, bisogna “far germogliare il contributo specifico della teologia nell’areopago socio-culturale così sfidante dell’oggi”, in un contesto sempre più pluralistico e secolarizzato, accogliendo le felici “contaminazioni” di altri ambiti disciplinari.Inoltre, per una testimonianza autenticamente cristiana, è necessario ripensare la teologia in senso ecumenico e interreligioso. Infatti, come afferma Paolo Gamberini, “perché ogni religione riconosca se stessa, necessita della religione altrui in quanto espressione del “darsi” di Dio”. In questo modo, secondo Simone Morandini sarà possibile un’”interazione positiva tra differenze, oltre i confini”, realizzando proficue collaborazioni nel campo della giustizia, sia in ambito ecologico che sociale, difendendo la dignità delle persone e i loro diritti.Infine, ogni saggio valorizza la specificità biografica del suo autore, a dimostrazione che – per rispondere a quelli che Cristina Simonelli ha definito gli “appelli del nostro tempo” – è necessario l’apporto di tutti, presbiteri e diaconi, uomini e donne, impegnati nella costruzione del Regno di Dio. Serve, dunque, secondo Antonio Autiero, una sensibilità per l’umano integrale, per essere “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15).
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