In cammino con Maria, Madre della Misericordia

La tappa nella laguna di Grado, al santuario mariano sull’isola di Barbana – il pellegrinaggio mariano compiuto in questo mese di maggio dall’arcivescovo Carlo insieme ad alcune famiglie della diocesi “in cammino con Maria”.Dopo l’avvio – giovedì 6 maggio dal santuario monfalconese della Marcelliana e la sosta giovedì 13 al santuario di Madonna di Strada  – i due momenti di pellegrinaggio rimanenti – curati dall’Ufficio per la pastorale della famiglia diocesano – possono essere seguiti da tutti attraverso la pagina facebook Arcidiocesi di Gorizia, il canale youtube Chiesadigorizia: i video verranno pubblicati i giovedì 20 e 27 maggio alle ore 7. Lo schema vede il cammino verso il santuario, l’ingresso e la recita di alcune Ave Maria da parte delle famiglie, l’ascolto di un breve brano tratto dall’Amoris Laetitia ed il commento del vescovo.La liturgia si conclude con alcune preghiere per le famiglie ed il ringraziamento di grazie chieste e ricevute (le relative intenzioni possono essere inviate all’indirizzo pastorale@arcidiocesi.gorizia.it).Le prossime settimane il cammino mariano farà sosta ai santuari di Barbana e del Preval.Al link del sito diocesanohttp://www.gorizia.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/2021/ 04/Mese-di-maggio-2021.pdf è possibile scaricare il sussidio per la preghiera del Rosario predisposto dall’Arcidiocesi.Introducendo la preghiera del Rosario in San Pietro lo scorso primo maggio “per invocare la fine della pandemia” il papa ha esortato la Chiesa ad “affidare a Maria, Madre della Misericordia ogni giorno di maggio le tante persone che sono state toccate dal virus e continuano a subirne le conseguenze: dai nostri fratelli e sorelle defunti alle famiglie che vivono il dolore e l’incertezza del domani; dai malati ai medici, agli scienziati, agli infermieri, impegnati in prima linea in questa battaglia; dai volontari a tutti i professionisti che hanno prestato il loro prezioso servizio in favore degli altri; dalle persone in lutto e dolore a quelle che, con un semplice sorriso e una buona parola, hanno portato conforto a quanti erano nel bisogno; da quanti – soprattutto donne – hanno subìto violenza tra le mura domestiche per la chiusura forzata a quanti desiderano riprendere con entusiasmo i ritmi di vita quotidiana. Madre del Soccorso, accoglici sotto il tuo manto e proteggici, sostienici nell’ora della prova e accendi nei nostri cuori il lume della speranza per il futuro”.

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Il santuario dell’isola di Barbana

In epoca antica, prima della diffusione del cristianesimo, l’isola di Barbana era un luogo per la quarantena dei marinai che arrivavano al porto di Grado con le loro merci per la grande città di Aquileia. Era  diventata così anche  luogo di culto alle divinità romane, o aquileiesi come il dio Beleno.Secondo la tradizione il primo edificio di culto mariano fu eretto dal patriarca di Aquileia Elia nel  VI secolo, dopo che una immagine di Maria fu ritrovata sull’isola dopo una terribile mareggiata. Era il tempo delle guerre iconoclaste della Chiesa di Bisanzio contro le immagini sacre. Forse la prima immagine venerata era propria una icona mariana.L’immagine lignea della Madonna con il Bambino venerata attualmente  nel santuario risale al XV secolo. Il santuario che vediamo oggi risale agli anni ’20 dello scorso secolo e conserva l’altare maggiore e due altari laterali di epoca barocca. La Madonna di Barbana è stata molto venerata nel 1700 dai gondolieri veneziani come attestano uno dei due altari laterali e un quadro appeso sopra l’ingresso. E’ un santuario molto frequentato  soprattutto delle comunità dell’arcidiocesi di Gorizia e di Udine e molte comunità, ancora oggi, vengono in pellegrinaggio per la fedeltà a un voto fatto in epidemie che nel passato colpivano uomini e bestiame. Numerosi ex voto ci narrano di grazie invocate e ricevute dalla Madre del Signore.A poca distanza dal santuario si trova una cappella ottagonale tutta affrescata al suo interno costruita sul luogo dove, secondo la tradizione, l’immagine mariana si era posata su un olmo. E’ circondata da un piccolo cimitero.Dopo la Seconda guerra mondiale e la definizione dei confini, il santuario di Barbana è diventato il santuario principale della diocesi di Gorizia.