Per non smettere di sognare
21 Luglio 2021
Domenica 25 luglio sarà celebrata la prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, annunciata da papa Francesco nel dopo Angelus del 31 gennaio 2021: “I nonni, tante volte sono dimenticati e noi dimentichiamo questa ricchezza di custodire le radici e di trasmettere. Per questo, ho deciso di istituire la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si terrà in tutta la Chiesa ogni anno la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i ’nonni’ di Gesù”.A livello civile, l’Italia, seguendo l’esempio di altri Paesi, aveva istituito con legge del 2005 la festa dei nonni che ricorre il 2 ottobre, “per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”.A monte della decisione del papa c’è l’evento drammatico della pandemia “che a noi anziani ha riservato un trattamento speciale, un trattamento più duro”, con l’obiettivo, ripreso dall’enciclica Fratelli Tutti, di “essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite” attraverso i tre pilastri dei sogni, della memoria e della preghiera, per costruire un’alleanza intergenerazionale tra i giovani e gli anziani e progettare insieme un futuro di pace, accoglienza, fraternità. I nipoti, consanguinei o di elezione, ma anche i familiari e gli amici saranno gli angeli, inviati da Dio a consolare la solitudine, anche soltanto con una telefonata, mentre i nonni, custodi della memoria, trasmetteranno ai giovani l’importanza delle radici e la saggezza del vivere.Come ci dicono le statistiche, gli anziani, in una società da inverno demografico, sono sempre più numerosi: l’Italia ha la percentuale di over 65 più alta nella UE (23,2% vs una media di 20,6%), la nostra regione supera il dato nazionale (26,7%), il territorio della diocesi di Gorizia va ancora oltre con il 27,5%. Gli effetti della pandemia sugli anziani sono stati devastanti: si calcola che quasi il 90% dei deceduti da Covid-19 avesse più di 70 anni, ma anche chi è sopravvissuto rischia spesso un aggravamento delle condizioni di salute e autonomia, oltre che di solitudine, depressione e marginalità sociale.Dal punto di vista economico, invece, come certifica l’ISTAT, “Tra chi ha 65 anni e più, il 12% ha lamentato un peggioramento a fronte di un’incidenza più che doppia nella classe di età centrale 35-54 anni (26,3%)”. Infatti, ricerche precedenti hanno più volte messo in evidenza che “la presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari ’vulnerabili’ (genitori soli o famiglie in altra tipologia) consente quasi di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà”, per cui oltre 7 milioni di famiglie sarebbero salvate dal welfare dei nonni, che non solo aiutano economicamente figli e nipoti, in un contesto che per la prima volta nella storia della Repubblica segna il peggioramento delle prospettive future per le generazioni più giovani, ma soprattutto si prendono cura dei nipoti, quando i genitori lavorano (l’affidamento dei nipoti fino a 13 anni li coinvolge nell’86,9% dei casi). È il welfare familiare italiano, che supplisce alla carenza di servizi pubblici dedicati: in piena pandemia il lavoro di cura dei figli è ricaduto in larga parte sulle spalle delle nonne. Non dobbiamo dimenticare però che per molti nonni (o bisnonni) il periodo più grave della pandemia ha comportato un’interruzione dei rapporti in presenza con i nipoti, soprattutto per i tanti ospitati in case di riposo e RSA. Secondo una psicoanalista, “La vecchia generazione senza i bambini perde degli antiossidanti relazionali, degli antidepressivi formidabili, dei trainer sportivi e mentali”. Lo scrittore israeliano David Grossman, che ha pubblicato il libro per bambini “Rughe. Storia di un nonno”, parla della felicità provata nel riabbracciare le nipotine dopo il lockdown, sottolineando che la specie umana è l’unica ad avere una relazione significativa tra nonni e nipoti. Una relazione che, come recita la preghiera per la giornata, accresca la fede nel Signore della vita per non smettere di sognare e per narrare le Sue meraviglie alle giovani generazioni.
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