Rimettersi in gioco con nuove competenze – Gocce di Carità
24 Settembre 2021
Settembre. Mese della ripartenza.Anche per le Caritas parrocchiali quest’anno “scolastico” significa riprendere la formazione e gli aggiornamenti per poter essere sempre pronti spiritualmente ma anche tecnicamente per poter coinvolgere le comunità cristiane nel testimoniare l’Amore di Dio e stare vicino al prossimo nel miglior modo possibile.La pandemia ha sicuramente cambiato molte cose, ha acuito le fragilità delle famiglie, facendo emergere difficoltà e povertà prima nascoste.Molti volontari hanno dovuto rimettersi in gioco, sviluppando diverse competenze e vivendo nuove esperienze nella relazione con i bisognosi. Anche per questo motivo è necessario che le Caritas si confrontino sui nuovi assetti sociali che si sono presentati.Per Caritas diocesana sostenere con la formazione e stare vicino ai volontari, nel rispetto delle nuove normative, è un’esigenza.Per questo motivo l’ufficio promozione della Caritas diocesana, ha programmato un secondo momento di formazione per il periodo di settembre-ottobre rivolto al decanato di Monfalcone, incentrato in particolare sull’aggiornamento della situazione delle Caritas parrocchiali e sui bisogni formativi che sentono più urgenti.Il percorso inizierà mercoledì 22 settembre dalle ore 18.30 alle 20 e si compone di un totale di 4 incontri che si terranno presso l’oratorio San Michele di Monfalcone.I temi che verranno trattati sono incentrati su aspetti tecnico-pratici e su quanto i volontari stessi ci hanno indicato:- Caritas a servizio della Comunità cristiana, a cura del direttore Renato Nucera- Animare la comunità: ascoltare, osservare, discernere e agire, a cura del dottor Adalberto Chimera, responsabile Promozione Caritas- Aver cura di sé stessi per poter servire il prossimo, a cura della dottoressa Maria Luisa Pontel, psicologa e psicoterapeuta, responsabile dell’opera diocesana di Udine “Betania”- La rete sociale e gli strumenti a contrasto della povertà, a cura della dottoressa Agnese De Santis, assistente sociale, responsabile diocesana dei Centri di Ascolto.
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Testimonianza del coordinatore diocesano al Festival degli Empori Solidali
Il 15 settembre scorso la Caritas Diocesana di Gorizia ha partecipato al Festival degli Empori dell’Emilia Romagna; l’evento alla sua 4a edizione ha voluto essere un momento di riflessione e di condivisione di esperienze.Visto il periodo particolarmente difficile che tutti quanti abbiamo vissuto e che ha portato grossi cambiamenti e nuove sfide per il settore sociale, gli organizzatori del festival hanno pensato di condividere l’evento anche con altre realtà a livello nazionale. Alla nostra Caritas Diocesana è stato chiesto di parlare della rete degli empori.Il coordinatore degli Empori della solidarietà dell’Arcidiocesi di Gorizia, Adriano Tropea, è intervenuto descrivendo la rete degli empori. Da 10 anni infatti, ha spiegato Adriano, l’Arcidiocesi di Gorizia tramite la Caritas diocesana ha iniziato a tessere una rete tra comunità, persone ed istituzioni allo scopo di far crescere la solidarietà verso le famiglie più povere.Nasce così nella città di Gorizia l’Emporio Solidale. In 10 anni, grazie all’intuizione e alla spinta dell’Arcivescovo Redaelli, il quale tiene molto a questo progetto, la Caritas diocesana di Gorizia ha costituito 4 Empori della Solidarietà nelle cittadine più popolose del territorio dell’Arcidiocesi di Gorizia.Dopo l’Emporio di Gorizia, nel 2015 si inaugura l’Emporio di Monfalcone e nel 2019 quello di Gradisca d’Isonzo.Nel 2020 sulla spinta della pandemia e della comunità parrocchiale locale è stato aperto l’Emporio di Cervignano del Friuli.Ad oggi grazie ai 4 Empori dell’Arcidiocesi di Gorizia vengono aiutate oltre duemila persone.Per parlare degli Empori nella Diocesi di Gorizia, Adriano nel suo discorso ha voluto richiamare il simbolo della rete ben espressa da Papa Francesco. Il Pontefice scrive:”la metafora della rete richiama un’altra figura densa di significati: quella della comunità. Una comunità è tanto più forte quanto più è coesa e solidale, animata da sentimenti di fiducia e persegue obiettivi condivisi.””Parliamo di intreccio di relazioni, perché grazie agli Empori si è creata una sinergia tra diversi soggetti attorno all’obiettivo che mette al centro la dignità dell’uomo e l’amore verso il creato grazie al recupero degli sprechi alimentari. A far parte di questa maglia ci sono le comunità cristiane parrocchiali che tramite i Centri di Ascolto delle Caritas parrocchiali, offrono ascolto, accompagnamento e orientamento. Questa collaborazione con i Centri di Ascolto è fondamentale per creare una vera e propria rete sociale a supporto dei bisognosi, indirizzata a sostenere le persone nel loro percorso finalizzato al raggiungimento dell’autonomia e al riscatto dall’indigenza” – spiega il coordinatore degli Empori.In questo sistema di relazioni oltre alla Caritas diocesana e alle comunità parrocchiali fanno parte altri soggetti: la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia primo finanziatore della rete degli Empori della Solidarietà, le Amministrazioni Comunali di Gorizia, di Monfalcone e di Cervignano del Friuli, il Banco Alimentare del FVG, l’associazione La Ginestra aps, che svolge il ruolo di ente gestore, la Croce Rossa di Gorizia e Monfalcone nonché le aziende donatrici. Sono tutte realtà che collaborano e che vedono negli Empori un progetto utile e da sostenere.La cooperazione tra i 4 Empori, permette di sostenersi a vicenda, condividere giacenze di magazzino, o presentarsi come un’unica realtà di fronte al pubblico, associazioni e donatori. In questo modo si è costituito di fatto un Hub alimentare diffuso.Infine Adriano ha concluso il suo intervento, seguendo l’immagine della rete, con il brano evangelico della pesca miracolosa in cui Gesù ci insegna a non aver paura ad andare al largo e di gettare le reti: “Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano”.Andare al largo e gettare le reti significa pescare diverse specie di pesci. Allo stesso modo gli Empori della Solidarietà permettono di creare relazione e coinvolgere diversi soggetti: le famiglie più fragili e povere che si rivolgono per ottenere gli alimenti, le comunità cristiane impegnate nell’ascolto, accompagnamento e sensibilizzazione, i volontari che svolgono servizio, i donatori di alimenti e di risorse finanziarie ed infine le Istituzioni presenti sul territorio.
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