Chiamati a vivere “un sinodo al quadrato”
6 Ottobre 2021
Quando in una famiglia o in un gruppo ci si “incarta” perché si tende a riprodurre sempre gli stessi schemi che sono disfunzionali, uno dei modi per uscirne è cercare di ragionare sulle dinamiche di comunicazione e sulle relazioni che portano a ripetere ciò che non va bene e che non si vorrebbe. Ad esempio in una coppia lui dice: “a me tocca stare sempre in silenzio perché lei parla sempre” e lei dice: “lui sta sempre zitto e a me tocca riempire il silenzio parlando sempre io”. Se ciascuno rimane sempre sulla propria posizione cresceranno le incomprensioni e ognuno sarà sempre più convinto di essere nel giusto e incolperà l’altro delle cose che non vanno. Ci sarebbe bisogno di fermarsi a pensare a come questa coppia comunica, quali dinamiche ha attivato, come sarebbe possibile uscire da questo circolo che si autoalimenta. Forse anche noi ci rendiamo conto che, per certi aspetti, come comunità ecclesiale rischiamo di “incartarci”, di riprodurre degli schemi disfunzionali, che non rendono attraente la forza del vangelo, che bloccano la carica profetica della Parola di Dio, che tolgono la speranza anche ai testimoni della risurrezione. Diciamo che facciamo difficoltà ad attivare i processi di trasmissione della fede tra le generazioni, ma non riusciamo a cambiare il modo di fare catechesi; affermiamo che la pastorale rischia di essere frammentata, che a livello di Conferenza Episcopale e a livello di curia abbiamo tanti uffici, ma allo stesso tempo non siamo in grado di tagliare; sosteniamo che dovremmo essere sempre più essenziali, ma non siamo in grado di decidere che cosa è essenziale… Papa Francesco, con grande lucidità e sapienza, propone alla Chiesa universale e in particolare alla Chiesa Italiana un processo sinodale che ha come tema la sinodalità. È come se fosse un sinodo al quadrato: un luogo e un tempo in cui si riflette su come si lavora insieme. È come se venisse chiesto a tutta la Chiesa di riflettere sul modo con cui comunica nella speranza di sbloccare alcune dinamiche non funzionanti, in modo da essere più efficaci nell’evangelizzazione. Questa riflessione sul modo di “lavorare insieme” come comunità ci accompagnerà nei prossimi anni, almeno fino al giubileo del 2025. Può davvero essere utile domandarsi chi sono i compagni di viaggio della comunità cristiana oggi, con chi si può fare un pezzo di strada insieme anche se non ha il “bollino” di cattolico? che spazio c’è per l’ascolto nelle nostre comunità? chi viene ascoltato? Chi può prendere la parola e come prendiamo la parola? C’è un collegamento tra le celebrazioni e le scelte nella vita? Quanto si vive la missione battesimale e quanto i singoli fedeli si sentono corresponsabili nella missione o tendono a delegare? Come si dialoga dentro la Chiesa? Quale spazio di dialogo c’è con la società e/o con le altre confessioni cristiane? Come vengono prese le decisioni? Come viene vista l’autorità? Chi è che alla fine prende le decisioni? E come si costruiscono le decisioni? Come ci siamo formati e come ci formiamo per ascoltarci e camminare insieme? Come diocesi cammineremo insieme a tutta la Chiesa Italiana e universale per cogliere l’occasione offerta dal processo sinodale innescato da papa Francesco. La lettera pastorale del vescovo Carlo incoraggerà ad aderire con un coinvolgimento esigente a questo percorso di ascolto dello Spirito. Una prima presentazione della lettera pastorale e delle esigenze per un cammino sinodale verrà effettuata mercoledì 13 ottobre alle 20.15 presso la chiesa di S. Nicolò a Monfalcone. A questo appuntamento sono invitati i consigli pastorali delle parrocchie e delle unità pastorale. Un secondo momento si svolgerà domenica 17 ottobre dalle 15.30 in basilica ad Aquileia insieme ai delegati delle altre diocesi del Friuli: in contemporanea in tutte le diocesi di Italia verrà aperta con un momento di preghiera questa fase di ascolto del sinodo.Se accolto con lo spirito disponibile, questo sinodo sarà una grande occasione di revisione delle prassi, di miglioramento delle dinamiche comunicative… insomma un’occasione da non perdere.
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