Un cammino di riconciliazione che prosegue ormai da 26 anni
19 Novembre 2021
Sabato, 27 novembre alle ore 11.00 al santuario di Montesanto-Sveta Gora -a condizione del superamento dell’attuale precaria situazione sanotaria- avrà luogo un incontro di memoria del venticinquesimo di attività di Concordia e pace. Una celebrazione rinviata l’anno scorso a causa della situazione causata dal Covid-19.La Messa sarà celebrata ricordando i soci e familiari di quanti hanno accompagnato questa attività con fede sincera e in nome della forza della testimonianza cristiana ed in spirito di speranza con ogni uomo di buona volontà.
Ventisei anni fà, erano i primi di dicembre del 1995, nel cinquantesimo della conclusione della guerra mondiale, l’associazione ecclesiale “Concordia et Pax” inaugurò sulla parete esterna del Santuario di Montesanto – Sveta Gora.Un semplice monumento con due date”1945 – 1995″: fu la sola cerimonia comune sul confine. I presenti, oltre gli amici dell’associazione, ed i due vescovi Vitale Bommarco di Gorizia e Metod di Koper-Capodistria, vissero quell’incontro -a lungo preparato- come un momento centrale di un cammino intrapreso negli anni precedenti ed anche un traguardo. Si compiva così un passaggio impegnativo e trovava risposta un desiderio e una tensione di riconciliazione e di futuro, espressa nelle semplici parole latine sulla lapide. Era il punto di arrivo di decenni di tormenti della popolazione del Goriziano e del Litorale; un invito a ritrovare la strada comune da percorrere assieme, riconciliati. Dopo i diritti della persona, spesso cocciutamente e ferocemente calpestati, dopo le lacerazioni e le sofferenze dei nazionalismi, del fascismo, del nazismo e del comunismo, il ritrovarsi nelle radici comuni per sanare con il perdono le ferite e costruire un percorso di riconciliazione religiosa e umana, è stato un gesto di futuro e di speranza.Dai promotori non è stato considerato solo un punto di arrivo ma anche il punto di ripartenza per seguire un sentiero non facile, tortuoso ma da affrontare con coraggio, che trovò un primo lo sbocco nella costituzione dell’associazione e poi nei sentieri di riconciliazione e di pace, percorsi insieme con tante persone, italiani e sloveni, insieme. I venti soci fondatori, italiani e sloveni rappresentanti ciascuno una storia sofferta da riconoscere e ricomporre, che costituirono l’associazione “Concordia et Pax”, ispirata ai valori cristiani, alla democrazia e al pluralismo. Alcuni non sono più fisicamente presenti fra noi. Ricordiamo in particolare: i fratelli Bratuž, Lojska e Andrej, don Bogomil Brecelj e Bogdan Bric, Michele Martina, Ervin Možeti?, Gianfranco Saletta, Peter Stres, Marko Vuk, Arnolfo De Vittor, Giorgio Zorzenone, Dragotin Bratkovi?, Renato Pušnar, e poi Anka ?ernic, Francesco Moise, Giovanni Vezil, Giovanni Cocianni e altri, come Antonija Valentin?i? e Giovanni Grusovin. In spirito di unione con il gruppo iniziale, sono impegnati a sostenere le altre tappe dell’impegnativo e difficile percorso con rinnovato impegno, tante amiche e amici, fra i quali don Sergio Ambrosi, don Vinko Paljk, don Rudolf Gašper, Nino Fragiacomo, Ferruccio Franchi, Nicolò Fornasir, Bernardo Spazzapan, Franco Miccoli. L’atto costitutivo del 20 novembre 2000 di Concordia et pax, richiama con forza alcuni scopi fondativi: la promozione della cultura della riconciliazione e della convivenza pacifica tra le comunità viventi sul confine Goriziano; il sostegno, diretto ed indiretto, delle iniziative tese all’approfondimento storico e alla conoscenza di eventi e situazioni che hanno coinvolto la gente e le terre di confine, con particolare riferimento a quelli legati alle due guerre mondiali. (vedi art. 3 dello Statuto) Concordia et pax nel rispetto e con la collaborazione di tutti, dai congiunti dei deportati, alle associazioni, ai partiti politici, nell’intento di superare incomprensioni, paure, diffidenze e incomprensioni: la storia non ha una linea diritta ma, per i credenti, è segnata da una iniziativa di salvezza e di speranza, di riconciliazione. Restano ancora passi da compiere ma sono numerosi i luoghi dove l’associazione ha posto segni concreti con l’iniziativa “Sentieri di riconciliazione e di pace”, dove in tanti hanno sperimentato la gioia di vedere riconosciute le domande di verità e di giustizia sempre coniugate con risposte invitanti a una coraggiosa purificazione della memoria e all’abbandono di ogni forma di divisione ma anche di facile unanimismo.L’obiettivo non era e non è una verità obiettiva ma un punto di incontro per la revisione della memoria affaticata e appesantita da incomprensioni, strumentalizzazioni e tentazioni di vendetta e pulsioni di rancori, spesso garantiti da legami ideologici e da una cultura della forza e della superiorità delle nazionalità e perfino delle civiltà. Far prevalere la mano tesa – come ha dimostrato l’incontro tra i presidenti della Repubblica slovena ed italiana il 13 luglio 2020 proprio sui luoghi dove “Concordia et pax” ha sostato ancora nel 2003 – ed insieme piangere i morti e rimarginare le ferite, è stata la linea conduttrice dell’azione dei direttivi che si sono susseguiti. Nel corso del cammino, il direttivo si è prestato a diffondere questa mentalità nelle scuole;ha pubblicato la dichiarazione degli storici italiani e sloveni del 2000; ha presenziato ad in contri in regione e fuori regione; nel 2002 ha collaborato al recupero delle salme ad Aidussina – Ha tentato di accompagnare il cammino controverso della politica, offrendosi come sponda utile e senza potere per una azione indispensabile di svelamento della realtà storica, di smascheramento delle pretese ideologiche, dell’introduzione nella comunicazione di altri valori e schemi interpretativi oltre ai luoghi comuni, di allargamento del concetto stesso di guerra di liberazione, di evoluzione della conoscenza dei fatti e della pratica dell’azione politica. In questo Concordia et pax ha registrato testimonianze e riconoscimenti significativi, anche da parte dei protagonisti del tempo.Concordia et pax è impegnata ad adoperarsi per dare vita ad altre occasioni di verifica coinvolgendo anche l’azione dei politici e degli amministratori per una politica alta e degna degli ideali di solidarietà, di giustizia e di pace che niente hanno a che vedere a sterili riproposizioni di qualunquismo e sovranismo indistinto ma anche di riconoscimento dei limiti e delle trasgressioni.
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