L’Ac diocesana ricorda i primi cento anni di attività

Tra qualche giorno l’archivista Luca Olivo terminerà la catalogazione e schedatura dei numerosi documenti conservati nella nuova sede dell’Azione Cattolica Diocesana; questo importante lavoro, iniziato alla fine del 2020, non sarà un punto di arrivo per la nostra Associazione, ma un nuovo punto di partenza.Nel 2022 ci prepariamo a ricordare i nostri primi cento anni di attività nella nostra diocesi: anni segnati da eventi storicamente molto tragici: la fine della Prima Guerra Mondiale, che segna il passaggio della Contea di Gorizia, dall’Impero Austro Ungarico al Regno d’Italia, al Fascismo, con cui in tutta Italia l’Azione cattolica dovette scendere a patti; dalla Seconda Guerra Mondiale alla Guerra Fredda, ai confini, caduti qualche anno fa.È dunque impossibile che tutto questo non venga ricordato, quindi la Presidenza, insieme a tanti suoi collaboratori, sta organizzando una serie di appuntamenti per questo importante compleanno.La prima data è quella del 26 marzo del 2021, quando abbiamo presentato l’archivio, con la presenza in collegamento di alcuni importanti conoscitori della storia del nostro territorio.Dopo l’avvio della catalogazione dell’archivio, abbiamo deciso di iniziare con il ricordo delle figure femminili e quindi nel settembre 2021 abbiamo pubblicato il volume “Il volto femminile dell’Azione Cattolica nella Diocesi di Gorizia nei suoi primi cento anni”, presentato anche con il collegamento allo storico dell’Azione Cattolica Ernesto Preziosi. Siamo partiti dalle donne per ricordare Armida Barelli, fondatrice della Gioventù Femminile nel 1918, ed anche perché molte di loro hanno contribuito in maniera eclatante a mantenere costantemente in vita le loro associazioni parrocchiali, e non solo.Ci prepariamo, a breve, a presentarvi il secondo volume, dedicato ai protagonisti maschili: qui, come ci ricorda la curatrice, cambia la forma ma non la sostanza; il desiderio di essere esempio, di dare senso alla propria vita nell’appartenenza all’AC, che si concretizza spesso nel cercare il bene comune, e non solo.A gennaio, mese che l’AC dedica da sempre al tema della pace abbiamo in previsione non solo di dedicare un incontro alla figura di Michele Martina, aderente all’AC e capace di comprendere per primo l’importanza del dialogo con i paesi dell’EST, al di là della Cortina di Ferro, ma anche di presentare alla stampa la catalogazione dell’archivio; il tutto con le modalità che la pandemia ci permetterà di realizzare. Certamente vogliamo sottolineare che, se la pandemia ci ha impedito di incontrarci di persona, non ha minimamente fermato i nostri incontri e riunioni che abbiamo svolto con collegamenti da remoto.A marzo vorremmo dare alle stampe il terzo volume sui protagonisti dell’AC, dedicato agli assistenti diocesani, con il desiderio di ricordare don Lorenzo Boscarol e il suo ruolo nel sostenere la nostra attività.Il culmine di tutto, però, sarà la mostra dedicata ai nostri cento anni di attività: ed è per questo che la catalogazione dell’archivio è un punto di partenza, perché da lì abbiamo capito che è contenuta la nostra storia: non possiamo andare avanti e cercare di rispondere alle nuove sfide che ci aspettano, dimenticando il nostro passato. Ecco perché su quell’archivio verrà posto un vincolo, per proteggerlo da qualsiasi decisione possa danneggiarlo in futuro. E per ricordare a tutti, ed ora più che mai noi aderenti ce lo dobbiamo ricordare, che anche in passato l’AC ha visto sfide epiche (il regime fascista, ad esempio, che ha eliminato tutte le associazioni tra cui la nostra, gli anni difficilissimi dopo la Seconda Guerra Mondiale), eppure ha mantenuto la barra dritta ed i suoi soci sono andati avanti. In tempi in cui non c’erano mezzi di comunicazione come quelli moderni, i protagonisti della nostra storia, hanno saputo, sempre con il sorriso sulle labbra e con la preghiera costante, testimoniare la loro fede, essere parte molto attiva della vita delle loro parrocchie e, spesso, concretizzare tutto questo anche nella vita pubblica.Accanto alla mostra ed al suo catalogo, vorremmo organizzare un convegno e, ci auguriamo, anche un concerto. Tutto questo verrà raccontato ai nostri aderenti, e non solo, sul nostro sito e sulle nostre pagine social, che ci hanno permesso di raggiungere ed interessare anche persone che non fanno parte della nostra associazione, ma sono interessate alla storia del nostro territorio.Riscoprire il nostro ruolo nella Chiesa e nella società, non potrà che aiutarci a capire ancora meglio quale strada percorrere, per continuare a essere uomini e donne dell’Azione Cattolica.Barbara Spanedda

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A tutto campo…

Il saluto dell’Assistente diocesano

Carissimi tutti, bambini, ragazzi, giovanissimi, giovani ed adulti.Vi saluto con affetto e stima, assumendo il servizio di Assistente Unitario Diocesano dell’AC, unendomi al carissimo don Giovanni De Rosa, per il settore dell’ACR.Siamo giunti e ci prepariamo a vivere nei nostri percorsi associativi la proposta annuale dell’adesione sotto lo sguardo materno di Maria, la prima discepola, che in modo incondizionato ha “aderito” con la propria esistenza all’esperienza missionaria che ci spinge ad andare incontro a tutti e a non lasciare nessuno indietro. Nell’ultimo anno e mezzo, l’esperienza della pandemia ha segnato particolarmente le nostre comunità chiamando tutta l’associazione a riprogrammare attività e proposte, seguendo la logica dell’attivare processi e abbandonando il si è sempre fatto così.È importante promuovere l’adesione all’Ac, ma allo stesso tempo dedicare attenzione particolare alla celebrazione della Festa dell’Adesione, occasione preziosa per ricordare e raccontare la bellezza e il significato della nostra scelta associativa, scelta che ha un respiro diocesano ed universale. Certo non mancherà l’impegno e la creatività di ciascuno nel riempire di significato l’intero cammino e questa particolare giornata.Grazie per l’impegno con cui ancora una volta vi prendete a cuore la vita delle persone, dell’Ac e della Chiesa anche attraverso l’adesione.Guardando Gesù, facendoci illuminare dal suo Volto, potremo allenare il nostro sguardo a superare i limiti di un campo visivo ristretto dall’individualismo e arrivare ad incontrare i più fragili, a ritessere relazioni “sfilacciate”, a coinvolgere tutti in una vita associativa davvero… A tutto campo!don Michele Centomo

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La politica come servizio al bene comune

Papa Francesco, nel discorso con i rappresentanti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana a Firenze il 10 novembre 2015 affermava: “l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio, e la capacità di incontro e di dialogo per favorire l’amicizia sociale nel vostro Paese, cercando il bene comune”.Un’indicazione politica che, come già affermò il presidente dell’Azione Cattolica Italiana Matteo Truffelli, sta “sotto le parti”, ovvero offre riflessioni e strumenti per costruire un terreno comune a partire dal confrontarsi e non scontrarsi sul futuro del Paese.Parte da questi pensieri e da tanti altri spunti la nascita di un gruppo socio-politico all’interno dell’azione cattolica diocesana, formato da adulti e giovani adulti dell’associazione e da simpatizzanti, per formarsi, approfondire e confrontarsi sui temi e le grandi sfide che la società di oggi ci chiama ad affrontare cercando di capire come un cattolico oggi si rapporta con la politica.Il gruppo ha iniziato il suo percorso nei primi mesi dell’anno per poi ritrovarsi con più frequenza dopo l’estate e sta cercato di delineare un percorso che non sia di propaganda o di preparazione per come si suol dire “scendere in politica”, bensì per condividere e maturare pensieri tra persone che? ? sentono la necessità di dialogare, confrontarsi su  temi attuali per poi proporli ad un gruppo più ampio.Nei mesi il gruppo è cresciuto, spinto anche dalla voglia di chi si è aggiunto di poter dare un contributo su diversi argomenti, e con l’ausilio anche della lettura di alcuni testi, articoli e libri improntati principalmente su quale ruolo hanno oggi i cattolici in politica, si  sta pensando di allargare il confronto proponendo alcuni interventi con le testimonianza di persone che quotidianamente si trovano a respirare la politica negli ambienti in cui hanno deciso di impegnarsi.Non dimentichiamo che la Chiesa Italiana ha da poco iniziato il percorso sinodale, che va vissuto come un “cammino fianco a fianco”, che ci deve portare non a tante belle parole, ma ad azioni che permettano si l’ascolto e il dialogo, ma anche il respirare assieme uno spirito di corresponsabilità del cammino intrapreso, capire se effettivamente la politica ha ancora uno spazio per i cattolici e viceversa.Uno dei testi di approfondimento è stato quello dello scrittore giornalista Fabio Pizzul “Perché la politica non ha più bisogno dei cattolici.” Ma è proprio cosi?Continuare a pensare ad una politica di auto referenziaismo, individualismo e costruzione del consenso oppure fermarsi per un’analisi della situazione attuale e condividere il vivere assieme questo tempo potendo confrontare il proprio pensiero su diversi temi e perché no anche di tipo prettamente politico?Giovanni Bianchi nel 2011 a sua volta affermava che “il problema non è quanto contano i cattolici in politica, ma quanto conta la politica per i cattolici”.Questo e tanti altri sono gli interrogativi sui quali incardinare nel gruppo un percorso che possa affrontare temi e sfide importanti come lo sono il clima, i diritti civili e sui quali l’associazione ha la necessità di esprimere la propria posizione.E’ un cammino in divenire quello del gruppo socio politico che si concretizzerà in alcune iniziative e proposte di confronto e riflessione partendo proprio dal “sotto le parti” e non dimenticando mai il bene comune.Uomini e donne in cammino in un’epoca che continua a vivere la pandemia da covid 19 che non dà certezze, anzi le toglie, che mette tutti a dura prova, compresa la classe politica.E quando la pandemia non permette proprio un confronto di relazione viene in aiuto la tecnologia che con video conferenze e la messa a disposizione sul sito diocesano dell’Azione Cattolica di un padlett dove scrivere i pensieri di confronto, permette che il viaggio continui.Non sappiamo se troveremo le risposte alle nostre domande, di certo sappiamo che come cattolici siamo chiamati a testimoniare la nostra fede con le nostre opere nel quotidiano cercando di recuperare anche un po’ di credibilità che forse nel tempo è andata spegnendosi per essere credibili di fronte ai tanti giovani che ci chiedono risposte e che ci spronano a consegnargli un mondo migliore. Michela Becci