Botti vietati sino all’Epifania

I botti di fine anno sono sempre meno graditi e non si tratta soltanto di una conseguenza della situazione in cui ci troviamo, con la pandemia che sta nuovamente alzando la testa e tenendo banco nelle cronache di questo periodo. Anche nel territorio di competenza dell’amministrazione comunale di Cervignan saranno vietati per tutto il periodo delle festività, compresa l’Epifania. Ci saranno anche controlli più rigorosi negli ultimi giorni dell’anno, quelli che vedevano lanciare petardi e mortaretti. A dire il vero l’ordinanza comunale non è nuova, perché la stessa la sta adottando da ormai oltre un lustro. Il provvedimento all’epoca fu uno dei primi in tal senso, seguito da altri Comuni. I trasgressori saranno puniti con una sanzione che varierà da un minimo di 25 euro fino a toccare i 500 euro. Come più volte sottolineato, si tratta di un provvedimento di civiltà e soprattutto di rispetto nei confronti degli animali domestici e della fauna selvatica. Proprio quanto Cervignano adottò questo provvedimento per la prima volta, furono le associazioni animaliste a sollecitare una decisa presa di posizione. Da allora anche lo spettacolo pirotecnico di Capodanno è divenuto silenzioso, realizzato con fuochi d’artificio che, non salendo in quota, non producono gli scoppi tanto fastidiosi e pericolosi per gli animali. Purtroppo, stante la situazione dei contagi da Covid, anche questo spettacolo non sarà realizzato la sera di San Silvestro. Anche se al momento non si segnalano trasgressioni, va detto che verso fine anno, quando solitamente l’utilizzo di botti e petardi è più facile, saranno rafforzati i controlli da parte della polizia locale, con un occhio rivolto in particolare ad alcuni luoghi sensibili del centro cittadino.Nei giorni trascorsi l’Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente), ha lanciato la campagna No ai botti di Capodanno, invitando i sindaci a promulgare ordinanze simili a quella firmata a Cervignano. Va infine ricordato come, nella notte di Capodanno dello scorso anno, nonostante le rigide normative che hanno limitato le attività a causa della pandemia, in Italia sono morti oltre 360 tra cani e gatti, mentre si contano a migliaia quelli fuggiti dalla paura.