L’apprezzamento di Sgarbi per la sistemazione di S. Ambrogio
14 Aprile 2022
È appena concluso festival letterario monfalconese “Geografie” ha avuto Vittorio Sgarbi come ospite d’onore della sua serata inaugurale; il famoso critico, storico dell’arte, deputato, uomo mediatico, accolto, dal Sindaco Anna Maria Cisint e dal Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, ha aperto la kermesse culturale con una bellissima e molto chiara lezione su Raffaello, oggetto della sua ultima sua ultima monografia “Raffaello. Un Dio mortale” per le edizioni “La nave di Teseo”, al termine della quale ha visitato le esposizioni presenti in centro cittadino, concludendo nel Duomo cittadino la sua serata.A far da ospite l’Assessore alla Cultura Luca Fasan, che l’ha accompagnato nella visita prima alla mostra “Punto, Linea e Superficie, Kandinskj e le avanguardie” alla Galleria Comunale d’Arte, dove ha espresso apprezzamenti per le opere esposte, l’architettura della galleria ed il suo allestimento (mostra visitabile fino al 2 maggio); poi alla mostra fotografica “Cento anni in bianco e blu”allestita nell’atrio del Comune, dove si è soffermato sulla qualità di alcune foto e volti, qui poi raggiunto anche dall’avvocato Paolo Coppo, presidente della Associazione Sportiva Canottieri Timavo che con questa mostra ha celebrato il centenario della sua fondazione. Il critico ha concluso la serata con la visita al Duomo, assieme al Parroco don Flavio Zanetti e all’arch. Rodolfo Boscarol, autore dei recenti lavori di recupero e completamento, che ha accennato alla storia dell’edificio e presentato i suoi lavori del nuovo adeguamento liturgico a partire dalla sistemazione del nuovo presbiterio basso con la sede e l’ambone, che sono stati apprezzati per la forma, la qualità esecutiva, il riferimento all’architettura rinascimentale. Apprezzata soprattutto la parte principale della chiesa, il nuovo complesso altare-ciborio che si erge sul presbiterio alto, che ha interessato l’ospite per l’imponenza formale e il trattamento materico; Sgarbi sul rapporto instaurato dall’altare-ciborio con l’organo absidale dello Zanin e col crocifisso sospeso, ha suggerito, in una discussione anche con l’Assessore Fasan, i nomi di alcuni validi scultori in legno per un eventuale nuovo crocifisso, e si è interessato sull’opportunità dei velari metallici, nei progetti già autorizzati ma non ancora realizzati per mancanza dei fondi, sia a sfondo del Crocifisso che a sfondo del battistero, all’ingresso in chiesa. Della nuova sistemazione liturgica della cappella in cripta Sgarbi ha apprezzato soprattutto il disegno e la materia del nuovo ambone, in pietra carsica e legno di ulivo, oltre all’appropriatezza dell’intero nuovo presbiterio in rapporto all’architettura preesistente, soffermandosi sulla lapide pavimentale di dedicazione della cripta ai “Gloriosi caduti della invitta armata”, memoria simbolica delle reliquie dei martiri; sulla verticale alla lapide oggi si erge il soprastante altare principale di tutta la chiesa, come già qui impostato fin dai progetti del concorso del 1922, mutuando quanto avveniva nelle cripte delle chiese paleocristiane con le reliquie dei Santi e martiri. Vivo interesse ha suscitato in Sgarbi la parte “storico-museale” del tempio, collocata all’ingresso sinistro a raccogliere gli unici reperti qui rimasti del vecchio Duomo distrutto nella prima guerra mondiale, con la lapide della dedicazione del 1767 e l’allestimento della scultura di S.Ambrogio rovinata dai bombardamenti (già sulla facciata del vecchio Duomo) con lo sfondo del drappo astratto dell’architetta-artista Ilaria Petrussa. Le opere scultoree di Giovan Battista Novelli hanno colpito il professore, dal bassorilievo in facciata col Battesimo di Cristo, all’angelo sulla lunetta del portico, a tutte le parti plastiche del Duomo realizzate dallo stesso, alla suddetta statua mutila di S. Ambrogio del 1908. Sgarbi ha apprezzato non solo i nuovi lavori di adeguamento liturgico ma anche l’architettura originaria della chiesa, degli architetti romani Gino Benigni e Francesco Leoni e l’annunciazione del Patuna del 1941 sulla controfacciata, chiudendo la serata con la visita al “compianto sul Cristo morto”, sempre di G.B. Novelli, nel giardino comunale, di cui si è compiaciuto per la plastica scultorea e la edicola architettonica che la protegge.
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