Una casa sempre più accogliente
11 Maggio 2022
L’Istituto “don Giovanni Contavalle” a Gorizia diventa ancora di più “casa dell’accoglienza”. Ci eravamo lasciati, ormai due anni fa, al termine dell’articolo con cui presentavamo lo sviluppo dei lavori di risistemazione dell’edificio, con l’impegno di raccontarne poi l’evoluzione.Nei prossimi giorni verranno ultimati e inaugurati i rinnovati spazi al II piano dell’edificio: “si tratta di due ex appartamenti che occupano metà del piano, per un totale di 500 mq – ha spiegato don Stefano Goina, presidente della Fondazione Contavalle -. Grazie a questo intervento è stato possibile non solo rimettere a nuovo gli appartamenti, che necessitavano di un ammodernamento, ma anche raddoppiarne il numero: con la metratura e il numero di stanze a disposizione, si sono infatti venute a creare ben 4 unità abitative, tutte dotate di cucina e bagno indipendenti, salottino e 2 o 3 camere da letto. A breve quindi potranno accogliere, all’interno del servizio messo a disposizione dalla Fondazione, altri nuclei familiari donne/bambini, che verranno ad aggiungersi alle 4 donne in situazione di difficoltà assieme ai loro 5 bambini, già attualmente ospitati”.I lavori, che si inseriscono nell’opera di ristrutturazione dell’intero complesso iniziata circa tre anni fa, hanno visto una spesa di 170.000 euro, finanziata per 165.000 dai fondi provenienti dall’8xmille alla Chiesa Cattolica e la restante parte da risorse proprie della Fondazione Contavalle.”Gli appartamenti vengono consegnati completamente arredati – ha aggiunto don Goina -: parte dei mobili ancora in buone condizioni verrà recuperata, parte verrà acquistata e una parte è stata messa a disposizione da privati cittadini, che ringraziamo”.La risistemazione del II° piano, progettata dall’ingegner Giulia Barazza ed eseguita dall’impresa Goni, ha avuto una durata di circa sei mesi – da ottobre 2021 ad oggi – e, purtroppo, in alcuni momenti ha accusato, come sta accadendo per tutto il settore edilizio, le problematiche legate all’approvigionamento delle materie prime.Compiuto questo passo, già si guarda ai prossimi: “in programma rimangono ancora la sostituzione di una parte degli infissi, e l’installazione di un impianto fotovoltaico, per il quale sono già state realizzate le predisposizioni. I recenti rincari energetici, che si stanno facendo sentire anche qui nelle bollette arrivate, sono un motivo ulteriore per pensare all’attivazione di un impianto fotovoltaico, uno degli interventi più urgenti al quale vorremmo cercare di arrivare anche grazie agli incentivi messi a disposizione”, ha sottolineato il presidente della Fondazione.
Un “piccolo mondo” che accoglieAttualmente l’Istituto, nell’ambito del servizio di accoglienza, ospita quattro nuclei famigliari (tre italiani e uno straniero) composti da mamme con i loro bimbi; accanto a loro anche due ragazze, una delle quali tra poco lascerà l’Istituto perché ormai ben avviata nel suo percorso di uscita dalla situazione di difficoltà.”Le storie sono diverse tra loro – ha raccontato don Goina -, per esempio un nucleo è qui con noi da alcuni anni, altri invece rimangono per tempi più brevi. Molto dipende da che tipo di progetto si costruisce insieme alla rete dei Servizi Socio-Assistenziali, con i quali le sinergie sono sempre ben attive e dinamiche”. Sinergia attiva anche con l’associazione SOS Rosa per la quale, in caso di emergenza, l’Istituto fornisce ospitalità immediata a vittime di violenza.L’Istituto accoglie poi anche numerose associazioni che operano nell’ambito del sociale e dell’assistenza: “Il fiocco di neve”, che si occupa di assistenza contro la violenza ai danni degli uomini; “Diritto di Parola”, che aiuta i ragazzi con disabilità a trovare delle proprie forme di autonomia, anche attraverso l’appartamento-palestra messo a disposizione dalla Fondazione, in cui i disabili si fermano il fine settimana con gli operatori per imparare un po’ di autonomia. Tra le altre associazioni troviamo la UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, A.Ma.Re – Associazione Malati Reumatici, il Centro di Aiuto alla Vita e il Consultorio Familiare Friuli.Non manca poi l’ospitalità a diversi servizi che, sul territorio, pensano al sociale e a chi si trova in un momento di difficoltà: si tratta dello Sportello per il Terzo Settore, attivato qualche mese fa e che si occupa di assistere le associazioni nel disbrigo delle pratiche burocratiche, e lo sportello che il CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati, ha attivato per l’assistenza ai cittadini ucraini in collaborazione con la Fondazione Contavalle. Inoltre, di propria iniziativa e con alcuni finanziamenti esterni, la Fondazione ha attuato un Corso di Lingua italiana per donne straniere, giunto al suo secondo anno di operatività.Da qualche tempo è inoltre attiva una convenzione con la Casa Circondariale di Gorizia per l’ospitalità a carcerati che possono incontrare le proprie famiglie: “un volontario dell’associazione “Libera” accompagna qui la persona che ha ottenuto il permesso di incontrare i famigliari per qualche ora – ha spiegato don Stefano -; hanno a disposizione una stanza e gli spazi esterni, potendo così usufruire di un ambiente più accogliente e famigliare. Finita la visita, il detenuto viene riaccompagnato dal volontario alla Casa Circondariale”.Il Contavalle ospita gli uffici della Caritas diocesana di Gorizia con il Centro di Ascolto Diocesano, e l’associazione famigliare “La Ginestra” Onlus, che qui ha attivato ormai da alcuni anni il servizio del “Nonsolodoposcuola”.
La Fondazione e il Terzo Settore“In questi ultimi anni si sono messe a disposizione delle risorse proprie – ha spiegato il presidente della Fondazione Contavalle – e se prima con pochi ospiti e una struttura che necessitava di una risistemazione, l’anno si concludeva sempre con perdite anche rilevanti che sono andate ad intaccare pesantemente il patrimonio della Fondazione, oggi per quanto riguarda la gestione ordinaria riusciamo ad arrivare quasi al pareggio. Ora, con più spazio per l’ospitalità di nuclei familiari in convenzione con i Comuni, auspichiamo di poter mettere da parte alcuni fondi per ulteriori operazioni di miglioria.Purtroppo, gli enti che – nell’ottica del principio costituzionale della sussidiarietà – sono i finanziatori del Terzo Settore, non contemplano l’aiuto alle associazioni, o agli enti come la nostra Fondazione, attraverso il finanziamento della gestione ordinaria. Pretendono invece che ci siano sempre progetti nuovi, di cui coprono solo in parte le spese. Questo costringe a volte chi ha bisogno di aiuto per la propria attività istituzionale, ad ideare progetti, anche magari non necessari, per ottenere qualche risorsa. Trovo sinceramente più onesto presentare quello che di concreto si fa, senza dover per forza creare progetti dal nulla, e se all’ente preposto al finanziamento ciò sembra utile per il territorio (ente pubblico, banca o fondazione bancaria che sia), non dovrebbe aver paura di finanziarne la gestione ordinaria, in quanto è proprio la costanza di una ordinarietà benefica che fa del bene alla società.Il senso di una struttura come quella della Fondazione Contavalle è stato ben espresso dall’arcivescovo Carlo quando, un paio di anni fa inaugurando qui gli spazi della nuova sede Caritas, ha definito il “Contavalle” una “Casa della Carità”; ed è così che l’ho sempre interpretata, nel senso di far interagire le varie associazioni che qui trovano spazio e di essere disponibile proprio per un’accoglienza che sia sempre più strutturata. Chiaramente per portare avanti un progetto simile servono anche risorse ma, una volta ottenute quelle necessarie per il funzionamento (stipendi, manutenzioni, utenze…), non ci siamo mai tirati indietro rispetto alla possibilità di offrire spazio, anche in maniera gratuita, ponendoci proprio come un servizio. Ciò è possibile anche grazie a tante persone che aiutano in maniera totalmente volontaria per dare una mano, e a loro diamo il nostro più sentito ringraziamento”.
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