Auchentaller a Grado e Barbana “Tra mare e cielo”
7 Ottobre 2022
Si chiude il prossimo 15 ottobre la mostra “Tra mare e cielo. Grado nelle opere di Josef Maria Auchentaller” allestita negli spazi della Casa della musica, proprio di fronte a quello che fu la Pension Fortino, fondata e gestita per quasi mezzo secolo da Emma Scheid (1868-1945), affiancata dal marito Josef Maria Auchentaller (1865-1949). Quell’esperienza nacque da un felice connubio tra la vena imprenditoriale di Emma, figlia di un industriale viennese, e la versatilità artistica di Josef Maria, formatosi negli ambienti della secessione monacense e viennese, e contribuì in maniera determinante ad accreditare Grado come stazione turistica presso l’alta borghesia dell’impero austroungarico. La singolare vicenda è ben ricostruita da Roberto Festi nel catalogo della mostra, che si avvale degli scritti di Raffaella Sgubin e Christine Casapicola ed è introdotto da una ricca sezione di fotografie d’epoca a restituire i volti della famiglia Auchentaller e del loro Fortino, progettato dall’architetto Julius Mayreder e inaugurato nel 1903. Venduto nel secondo dopoguerra il complesso è stato sottoposto a un intervento di ristrutturazione che ha mantenuto i caratteri strutturali, ma ha completamente cancellato la decorazione a graffito realizzata da Auchentaller.L’esposizione, completata da un breve video documentario, presenta materiale proveniente dal Fortino (ad es. un servizio di posate) e un’importante selezione di dipinti, quasi tutti da collezioni private, tra i quali spiccano opere di eccezionale qualità e valore, quali “Mare e cielo” (1901) e “Nuvole” (1905), ispirati dall’orizzonte marino, oppure le monumentali “Campane a festa” (1903). Non manca nemmeno il manifesto “Seebad Grado. Österreichisches Küstenland” (1906), sulla cui realizzazione siamo informati da una lettera inviata dallo stesso Auchentaller alla suocera Hermine Scheid: “Un lavoro intrigante, un manifesto pubblicitario per Grado mi ha occupato negli ultimi giorni. Ma ora l’ho finito e non voglio perdere altro tempo […] Non è stato facile progettare questo manifesto […] È un lavoro che ho accettato per fare un favore al Commissario Gasser. Non ci guadagno il becco di un quattrino. Ma forse mi frutterà in qualche altro modo”.Il manifesto, “uno dei più celebri della belle époque mitteleuropea”, sarà l’ultimo capolavoro di Auchentaller e vede riuniti i protagonisti di quella prima e fortunata stagione gradese che si sarebbe conclusa con la guerra: le sorelle Emma e Martha Scheid identificate nelle due donne in primo piano, l’artista che ha lasciato la firma in basso a destra e il logo del Fortino – tre cerchi sovrapposti e tre rette verticali – impresso su una bandiera.Tuttavia ci sarebbe piaciuto vedere in mostra anche l’ex voto dedicato alla Madonna di Barbana “dipinto su tela dal valente pittore Auchentaller”, come riportano le cronache del Santuario, su richiesta dei pescatori di Grado che nell’estate del 1925 furono sorpresi da un fortunale e si salvarono per intercessione della Beata Vergine. Il dipinto si distingue per il formato quadrato (94×100 cm), retaggio monacense, ma poco adatto per il carattere narrativo tipico delle tabelle votive. L’episodio è infatti risolto dall’artista in maniera originale, iconica, con l’apparizione luminosa della Madonna che squarcia le plumbee nubi e irradia la propria protezione sulle navi, quasi inghiottite dalle grandi onde schiumose. È lo “spettacolo terribile del mare”, per usare le parole di Emma, che così descrisse la tempesta che si era abbattuta, violenta, sull’isola nell’autunno del 1910. Nella parte bassa una didascalia vergata in eleganti lettere capitali ricorda il miracoloso evento: “P.G.R. – Quando la notte del 3 giugno 1925 la flottiglia da pesca gradese forte di 56 barche, sorpresa e travolta da furioso ciclone fu dall’invocata B.V. di Barbana protetta ed incolume restituita al suo porto. A perenne memoria gli equipaggi riconoscenti offrono. Grado, li XXV luglio MCMXXV”.Il dipinto, ancora oggi visibile nel Santuario, è l’unica opera pubblica di Josef Maria Auchentaller rimasta in situ.
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