Alta l’attenzione su famiglie e minori
24 Novembre 2022
Recentemente Caritas Italiana ha pubblicato il suo Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”.Il report (scaricabile sul sito www.caritas.it) si basa sui dati appartenenti al 2021 e rileva come nel corso dello scorso anno la rete Caritas – che conta su una rete composta da quasi 7.000 servizi a livello diocesano e parrocchiale e oltre 90mila volontari – ha sostenuto, attraverso i suoi 2.800 Centri di Ascolto, oltre 1,5 milioni di interventi, registrando un aumento delle persone che hanno chiesto aiuto pari al 7,7% in più rispetto all’anno precedente (e i dati raccolti fino ad oggi nel corso del 2022 sempre da Caritas italiana, confermano questa tendenza). Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di persone che oscillano nello stato di bisogno: il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono lavoratori poveri e questa condizione tocca il picco tra gli assistiti stranieri, il 29,4%.Anche la Caritas diocesana di Gorizia ha raccolto ed elaborato i dati relativi all’anno 2021, strutturando a sua volta un Report incentrato sulla realtà locale.
I dati sul localeI dati illustrati nel Report sulla Povertà redatto da Caritas diocesana, sono frutto del lavoro di ascolto, accompagnamento e sostegno svolto da 21 Centri di Ascolto (CdA) e Centri di Distribuzione (CdD) presenti in tutto il territorio della Diocesi di Gorizia: a Grado, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Staranzano, Gradisca d’Isonzo, Crauglio, Cervignano, Cormòns e Gorizia.Tale rete di accoglienza, ascolto e supporto offre un orario di apertura che complessivamente supera le 30 ore settimanali e si avvale del preziosissimo servizio di 128 volontari, di cui 72 donne e 56 uomini.I volontari rappresentano la risorsa indispensabile e insostituibile per questa rete di prossimità, non solo per l’impegno che essi offrono nella relazione di aiuto con le persone più povere ma anche perché, essendo uomini e donne appartenenti alle diverse comunità della Diocesi, riescono ad animare e promuovere la carità, la solidarietà e la condivisione all’interno di queste stesse comunità – uno dei compiti di maggior spessore all’interno della missione di Caritas diocesana -.
L’analisi CdA e CdDNel corso del 2021 la rete dei Centri di Ascolto e dei Centri di Distribuzione della Caritas presenti sul territorio dell’Arcidiocesi di Gorizia ha accolto, ascoltato, accompagnato e sostenuto un totale di 1.066 nuclei familiari – pari a 2.771 persone -. Questo dato è sostanzialmente invariato rispetto al 2020.Analizzando la povertà ed esclusione sociale incontrata dalla rete dei CdA e dai CdD della Caritas sul territorio diocesano nell’arco del 2021, si nota come l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid 19 abbia modificato la tipologia delle persone che si rivolgono oggi ai punti di Ascolto e di Distribuzione.In particolare si è assistito, nel corso dell’anno passato, ad un incremento delle persone più giovani, gli “under 41”, che sono stati il 29,02% del totale (erano il 21,89 nel 2018).Caritas Italiana nel suo report nazionale sui CdA avvalora questo ’trend’, perché registra una media di 45,8 anni tra coloro che hanno avuto accesso ai Centri di Ascolto in Italia nel 2021.I Centri hanno rilevato anche un aumento della percentuale delle famiglie con minori a carico, in particolare dei nuclei familiari composti da una coppia con figli, che sono stati il 55,04% (erano il 46,68% nel 2018).Caritas Italiana rileva anche a livello nazionale una crescita dei genitori tra coloro che si rivolgono ai CdA in Italia: 2 persone su 3 sono padri o madri.
Famiglie e minoriL’emergenza sanitaria ha impoverito particolarmente le famiglie più giovani con minori a carico. Proprio riguardo questo dato e questa nuova problematica, non bisogna mai dimenticare che parlare di povertà delle famiglie con minori a carico, i cui genitori hanno un’età inferiore ai 45 anni, significa parlare della povertà dei bambini e dei ragazzi che vivono in quella famiglia.L’ISTAT infatti rileva che, nel 2021, risiedevano in Italia 1,4 milioni di minori in povertà assoluta. La povertà economica per un minore significa molto spesso povertà educativa, perché i ragazzi e i bambini che vivono in un nucleo familiare in povertà assoluta non possono accedere a tutte le occasioni educative che un loro coetaneo può frequentare.Queste opportunità formative sono importanti per acquisire le competenze trasversali fondamentali nel mondo del lavoro odierno, quali la capacità di lavorare in gruppo, l’accrescimento di abilità progettuali e nelle relazioni interpersonali, solo per fare qualche esempio.La condizione di povertà della famiglia di origine potrebbe quindi permanere anche nell’età adulta, comportando possibili e probabili difficoltà, nel futuro di questi ragazzi, ad accedere ad un’occupazione lavorativa più qualificata.Sono dati quindi da tenere fortemente sotto controllo e che possono guidare ad una rimodulazione di eventuali forme di sostegno da apportare negli anni a venire.
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