Un’esperienza di vero ascolto comunitario

Negli scorsi giorni l’arcivescovo Carlo, accompagnato da fra Roberto Benvenuto – direttore della Pastorale diocesana Sociale e del Lavoro – e dall’équipe diocesana della stessa Pastorale, ha incontrato a Gorizia e a Monfalcone i sindaci dei Comuni compresi nel territorio dell’Arcidiocesi di Gorizia.Incontri importanti, che hanno segnato un primo rilevante sentiero fatto di dialogo e collaborazione, portando alla luce numerosi spunti che riguardano le nostre comunità, il mondo del lavoro e in particolare quello dei giovani, su cui rimane molto alta l’attenzione, soprattutto nell’ottica di costruire insieme il “post pandemia”.Questa settimana inoltre l’arcivescovo, sempre accompagnato da fra Roberto, riprenderà le tradizionali visite all’interno delle ditte dell’isontino, per un momento di condivisione, preghiera e incontro.Abbiamo chiesto a fra Roberto di stilare un bilancio sugli incontri avvenuti la scorsa settimana con i Primi Cittadini, ma anche di indicarici quali saranno ora i prossimi passi e le prospettive di questo percorso ora avviato.

Fra Roberto, negli scorsi giorni lei e l’equipe della Pastorale Sociale e del Lavoro avete accompagnato l’arcivescovo Redaelli nell’ incontro con i sindaci e i delegati dei Comuni del territorio diocesano.Quale il bilancio dei due incontri? Come definire e delineare questa prima esperienza di incontro “collettivo” e comunitario?Il bilancio è senz’altro positivo. Sicuramente dobbiamo ringraziare i sindaci per la franchezza con cui hanno parlato, favorendo un vero dialogo e un ascolto attento. È stata un’esperienza di vero ascolto comunitario, nel senso più ampio: ascolto tra i sindaci che non hanno spesso occasioni di confronto libero da interessi, che per pur legittimi, in qualche modo condizionano il dialogo. E poi ascolto tra le due realtà civile ed ecclesiale, che ha permesso di far emergere una rete di relazioni e di collaborazioni positive già in atto.

Dai due incontri (Gorizia e Monfalcone) quali sono le sollecitazioni che sono emerse? Quali spunti ha ritenuto più salienti e magari bisognosi di una riflessione più immediata?La prima certamente è la dimensione dell’ascolto.Molti sindaci hanno testimoniato che il loro primo compito, che li vede molto impegnati, è proprio quello di ascoltare ai cittadini.Non sempre hanno gli strumenti per risolvere problematiche spesso complesse però è molto importante che il cittadino si senta accolto, capito e ascoltato.Il riferimento all’esperienza del sinodo che la Chiesa sta vivendo è immediato.Gli amministratori locali che sono i primi interlocutori del cittadino, e sono chiamati ad un atteggiamento di gentilezza e sensibilità, che costruisce empatia ed è la base per un dialogo autentico per costruire insieme percorsi e per superare e risolvere le difficoltà.

Come continuerà ora questo dialogo che ha iniziato ad instaurarsi?Quali saranno i prossimi passi possibili di questo nuovo “percorso”?Si impone una riflessione sulla necessità resa palese e urgente, dopo l’esperienza della pandemia e della guerra in atto qui in Europa e non solo, di un costante atteggiamento sinodale di ascolto e condivisione anche di questa importante comunità che è il mondo della politica e in particolare degli Amministratori locali.Gli ulteriori passi da compiere meritano una attenta riflessione, sicuramente proseguiremo queste occasioni di confronto e incontro con gli amministratori locali, così come proseguiremo il dialogo con gli imprenditori.Valorizzeremo anche le giornate dedicate al lavoro e al mese del creato (dal 1° settembre al 4 ottobre prossimi).In cantiere c’è anche la Marcia nazionale per la Pace il prossimo 31 dicembre a Gorizia.In queste iniziative auspichiamo di riuscire a coinvolgere e a collaborare con gli Amministratori.Elemento essenziale sarà la comunicazione e il rapporto con tutti media che consentono l’informazione capillare sulle iniziative e le proposte non solo all’interno della comunità ecclesiale ma a tutta la comunità civile nel modo più ampio, plurale e partecipato possibile, in modo che diventi anche oggetto di scambio di idee e proposte, di cammino sinodale, appunto.

Pensando proprio in un’ottica di Cammino Sinodale, come si inserisce al suo interno questo tipo di iniziativa di incontro con i principali rappresentanti delle comunità?Abbiamo sicuramente vissuto un’esperienza che è stata di ascolto attento e rispettoso, e proprio per questo ha avviato un cammino da compiere insieme.Le due realtà, civile ed ecclesiale non sono estranee l’una all’altra, ma anzi già ci sono percorsi in atto fatti di piccoli passi, di collaborazioni concrete su temi cari a ciascuno, in particolare l’attenzione ai giovani, il supporto con i migranti anche per quanto attiene l’inserimento attraverso la conoscenza della lingua e della cultura locale.Sicuramente da parte nostra ci potrà essere una maggiore condivisone rispetto agli spazi quali gli oratori e le nostre strutture, affinché diventino luoghi di incontro e confronto.

Ora lei, assieme all’arcivescovo, inizierà anche un percorso di incontro con le varie realtà del mondo del lavoro.Quale situazione si presenta in questo momento sull’isontino?Quanto il post-pandemia e la crisi economica stanno incidendo sul tessuto lavorativo del nostro territorio?La sensazione è quella che ci stiamo rialzando, vero è che la pandemia ha marcato le differenze soprattutto perché non vi sono state pari opportunità nel supporto al mondo economico, quindi la pandemia ha agito come un evidenziatore delle fragilità non solo sanitarie ma anche economiche e sociali.  Certamente con l’incontro e il confronto che nelle prossime settimane avremo con le imprese i lavoratori riusciremo a farci un quadro più completo e puntuale sulla situazione.

A tal proposito, questi ultimi aspetti come vanno incidendo anche sulle scelte delle famiglie?Questa domanda allarga di molto l’ambito del nostro servizio, possiamo dire che la sensazione che si ha è quella che la gente ha voglia di normalità, di tornare alla vita di ogni giorno.Forse le famiglie, almeno quelle più sensibili, hanno capito il valore e l’importanza delle cose essenziali.