L’ancona ritrovata: San Michele ha ripreso a parlare con la sua gente

Già presente da decine di anni, nel suo esistere solo spostata per lato di muraglia, l’immagine di San Michele è tornata a splendere in una ancona che guarda via Roma a Chiopris, la via principale. Il lavoro di Silvano Menon, pittore di Medea, ha ripreso a parlare alla gente, con l’intervento della restauratrice Francesca Fontana.Una bella serata ha visto il parroco don Federico Basso ribenedire l’ancona rinnovata: preghiera ad hoc, brevi e incisive parole del parroco, a un uditorio partecipe che ha potuto sostare nella via grazie alla sicurezza creata dal comandante e dai militi della stazione carabinieri di San Giovanni al Natisone e dalla polizia urbana di Palma.Dopo, le persone si sono spostate nella chiesa di San Michele, per la presentazione del libro di Ferruccio Tassin “Chiopris Viscone – Segni di pietà popolare”: racconta origine e vita della quindicina di ancone dei due paesi del Comune.Dopo il saluto del sindaco Raffaella Perusin, Il presidente del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ha portato il saluto del Consiglio e suo personale. Parole non formali dal presidente: si è sentito coinvolto negli eventi per intima convinzione sugli aspetti popolari, artistici e spirituali dei due momenti di questa operazione, che ha potuto concludersi, non solo grazie al parroco, ma anche all’interessamento dell’ex Sindaco Nello Vittor, che ha tenuto gli opportuni collegamenti. Del libro, hanno parlato, oltre all’autore, Timothy Dissegna e don Moris Tonso, originario di Chiopris. Dallo splendido altare del Pacassi, L’Arcangelo Michele, oltre che intento al noto gesto, sembrava vegliare sulla gente,. La tela di Chiopris è una delle opere migliori di Pietro Bainville, pittore settecentesco, Palmarino, di origine francese: si potrebbe definire il pittore del confine, per quanto ha dipinto a cavallo del confine veneto-austriaco.Un po’ di pessimismo nelle parole di don Moris, ma anche speranza. Ha parlato in friulano e ha detto che “… Chiste volontât afetuose e appassionade di no dismenteâ il mond religiôs dai nestris vecios, e je alore claramentri su chiste seconde lungiese cultural che ai ricuardat: che di recuperâ il miôr, le flôr da nestre tradizion religiose e devozionâl par salvâ un patrimoni splendit di autentiche fede e culture e ufriile a li gnovis generazions par che vedin almancul le curiositât di viodi li nistris anconis e di lei chist librut. E mior ancjemò se varan ancje il sentiment e le Grazie di dopraiu pal sostentamente de lor anime…”.Un fuori programma, ma all’interno dell’interesse per l’arte sacra della diocesi, è venuto dall’applauso, scrosciante e convinto, per il 95° compleanno del Sergio Tavano. La serata si è conclusa con un brindisi in amicizia nella sala parrocchiale.