Una mostra e una messa per padre Marco d’Aviano

Tempo di Pasqua, tempo dei santi “capolavori della Pasqua”. Tempo anche di misericordia, nella cui domenica, da lui stesso istituita nell’Ottava di Pasqua del Grande Giubileo 2000, San Giovanni Paolo II celebrò tre anni dopo la beatificazione di Padre Marco d’Aviano. “Profeta disarmato della misericordia divina”, disse il papa all’omelia del 27 aprile 2003, aggiungendo un’invocazione di una qual consistenza: “Il Beato Marco protegga l’Europa!”. Vent’anni esatti dopo, l’attualità del cappuccino va letta in quell’aggettivo: “disarmato”; che fa fiorire sulle labbra nuovamente quell’invocazione. Perché con nessun altro mezzo che la preghiera – croce in mano levata alta – egli, trecento anni e più fa a Vienna come a Buda e Belgrado, intercedette presso Dio il ripristino della pace in Europa, pure allora violata da un’invasione armata. E perché nel momento in cui il conflitto in Ucraina non trova vie di soluzione e minaccia una continua escalation che inquieta l’intero continente – e il bisogno di pregare per la pace deve farsi di conseguenza impellente e incessante nei credenti – possiamo evocare un’altra presenza, spirituale, del Beato Marco e ripetere la sua supplica, “Allontana le genti che vogliono la guerra”, con l’animo cristiano che fu suo e che è di noi che “non amiamo altro che la pace” (come egli pregò).Alcuni momenti, di fede e cultura, in questo aprile pasquale, vogliono ricordare soprattutto a Gorizia questo anniversario per iniziativa del Centro Culturale “Augusto Del Noce” di Pordenone. L’ispirazione è venuta studiando un quadro seicentesco acquisito dal centro a un’asta a Milano e opera attribuita al pittore tedesco Johann Melchior Roos ambientata alla liberazione della capitale dell’Impero asburgico: nella scena dipinta, da collocare subito dopo la battaglia, si riconoscono Padre Marco e il cappuccino che lo accompagna, Carlo V di Lorena cognato dell’imperatore Leopoldo I e capo dell’esercito imperiale, Giacomo Sobieski figlio del re di Polonia Giovanni III protagonista dell’insperabile vittoria di Vienna e, al centro, l’ussaro polacco Stanislao Potocki ferito alla testa e poi morto nel primo assalto al campo ottomano che stringeva la città. Il promotore prof. Roberto Castenetto ha raccolto in volume (“Marco d’Europa. La grazia e il potere”, 285 pagine) le acquisizioni di arte, storia, anche teologia che sono maturate nell’occasione e invita ad apprezzarle nel corso di due esposizioni del quadro e presentazioni del libro previste nei prossimi giorni a Tapogliano e appunto a Gorizia. L’evento a Gorizia si qualifica per l’intervento a illustrazione della nuova pubblicazione dello storico Michele Cassese e per la mostra del dipinto del Roos (di grandi dimensioni: mt 1,77 x mt 1,38) allestita, fino al 7 maggio, nella chiesa dell’Immacolata di via Garibaldi (tutti i giorni, ingresso gratuito, dalle 10 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19): il convegno è in programma nella stessa chiesa proprio il 27 aprile, giovedì, alle ore 18. Due giorni prima, martedì 25 aprile alle ore 17, il dipinto del Roos sarà esposto a Tapogliano nella Villa Pace dell’omonima nobile famiglia. Interverranno lo storico dell’arte romano Simone Andreoni e lo storico medievista pordenonese Giordano Brunettin. La celebrazione di una messa d’invocazione della pace in Europa è in programma infine nella chiesa di Sant’Ignazio che fu del Collegium e che Padre Marco vide completata nel 1646: sabato 29 aprile alle ore 18, presente la reliquia, saranno recitati una preghiera contro la guerra per intercessione del Beato Marco e il suo “Atto di dolore perfetto”.