Quaresima e Ramadan: digiuno ma non solo!

Chiedere ai ragazzi di oggi cosa sia la Quaresima comporta il rischio di avere le risposte le più disparate: si va dal nome di una città in Brasile ad un ex calciatore, a un esercizio di pratica meditativa ad un articolo di moda a chi più ne ha più ne metta… Altra questione invece per quanto riguarda la conoscenza del Ramadan: cosa sia il Ramadan tutti lo sanno. Questo indica sicuramente un buon approccio interculturale anche se spiccatamente sbilanciato verso le pratiche che vengono da fuori, che non appartengono alle nostre tradizioni. Mi sono trovata più volte e riflettere nei miei panni di insegnante su questo aspetto e senza voler giungere a conclusioni affrettate, mi sono limitata ad osservare come si stia lentamente ma in modo evidente cedendo il passo ad altre culture e ad altre tradizioni. Sembra quasi che i giovani non siano interessati a riconoscersi all’interno di una identità d’appartenenza che del resto conoscono male e non hanno interesse ad approfondire. Per la maggior parte l’esperienza si conclude con il sacramento della Confermazione, scherzosamente chiamato anche la festa del ciao, del basta. Ecco allora che sorgono tante domande che vengono maggiormente alimentate quando si vivono realtà come quella che mi è capitata recentemente.  Siamo in visita d’istruzione con una quarantina di ragazzi di una scuola superiore, il programma è fitto e prevede la partenza al mattino presto e il rientro alla sera tardi. Durante la giornata sono stabilite delle tappe con visite e brevi momenti di ristoro per il pranzo. Di tutta la comitiva multietnica, due giovani di 16 e 18 anni, rispettivamente albanese e tunisino, annunciano prima della partenza di voler rispettare il Ramadan in corso. Questo significa che faranno colazione abbondante intorno alle tre e mezzo del mattino e poi dovranno astenersi dal cibo e dall’acqua fino alle 19.50. Se questo avviene normalmente durante le lezioni in classe, magari accompagnato da qualche cenno di stanchezza o di debolezza, durante la gita tutti questi segnali risaltano in modo esponenziale. Non bastasse la loro fatica, c’è il confronto con i compagni che all’autogrill si sbizzarriscono negli acquisti, dalle confezioni giganti dei Ringo a patatine di ogni gusto e formato, a bidoncini di popcorn accompagnati da ettolitri di Coca Cola…Qualcuno li tenta, simpaticamente, con il semplice obiettivo di condividere e rompere un digiuno che dal loro punto di vista è totalmente inutile. Austeri e incorruttibili i due resistono per tutto il giorno, sfidando anche la sete che inevitabilmente si fa sentire se non altro per l’aria chiusa che si respira in corriera. Niente acqua, nessuna bevanda, stoici! Cerco di imitarli ma a fatica e provo nei loro confronti una stima enorme. Penso al fatto che non hanno nessuna imposizione che provenga dal mondo adulto, sono lontani migliaia di chilometri dai genitori, uno è anche minorenne eppure hanno un rigore interiore esemplare. Sono giovani che sanno da dove vengono e hanno chiara la loro identità religiosa e culturale. Non cedono ai condizionamenti dell’ambiente che li circonda e alle “tentazioni” di chi sta loro vicino, neanche dei loro connazionali che se ne fanno beffe. Il confronto con i nostri ragazzi è immediato ma è altrettanto automatico domandarsi su quale sia stata la loro educazione, da quali famiglie provengano, da quali comunità. Sono ragazzi formati all’insegna del lavoro e della fatica, del resto sono anche quelli che sui banchi di scuola in classe si distinguono come i più motivati verso lo studio e l’apprendimento, ma allo stesso tempo hanno maturato una consapevolezza personale che li accompagna e li sostiene. Credono profondamente in ciò che fanno e sono tutt’altro che chiusi. Mentre per molti loro compagni le visite della giornata si sono risolte in una pausa tra un video di TikTok e l’altro, loro hanno capitalizzato l’esperienza e l’hanno trasformata in un’occasione di crescita e di conoscenza. Che dire? Bravi, sono un bell’esempio per tutti, una realtà da elogiare perché si apra un dibattito per un confronto e uno scambio. Alle 19.45, uno si avvicina per ricordare che da lì a cinque minuti si interrompe il digiuno e   possono mangiare. Tutto previsto, è da un’ora che ho avvertito l’autista di programmare una sosta per le 19.50, non vorrei che protraessero il loro digiuno di un solo minuto in più!