Sostenibilità generazionale

È stato reso noto in questi giorni il rapporto 2023 “noi Italia” curato dall’Istat.Il documento offre una puntuale fotografia del nostro Paese presentando “un quadro d’insieme dei suoi diversi aspetti economici, sociali”. Fra questi ultimi ce n’è uno che balza prepotentemente all’attenzione: la fecondità delle donne italiane, in calo da diversi anni, nel 2021 nonostante un lieve aumento (1,25 figli per donna) rimane ancora molto bassa mentre l’età media al parto sale a ben 32,4 anni raggiungendo una delle cifre più alte in Europa.Sono dati che fanno riflettere e ci interrogano su quale possa essere il futuro prossimo o remoto di un Paese che non sembra avere fra le proprie priorità l’aumento delle culle occupate.Ed allora entra in gioco quella sostenibilità che papa Francesco qualifica come “generazionale” e che risulta propedeutica rispetto le ben più conosciute sostenibilità economica ed ambientale.Le conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid-19 e della guerra in Ucraina hanno dato vita ad un momento storico che presenta numerose analogie con il dopoguerra degli anni ’20 e ’40 ma anche con il post crisi del 1929. Queste tragiche esperienze vissute anche dagli italiani nel secolo scorso dovrebbero averci insegnato che la ripresa dopo un tempo di crisi non può prescindere da un’esplosione delle nascite: un atteggiamento che serve a infondere fiducia e speranza nelle generazioni più giovani, sollecitandole ad investire e credere nel futuro. Proseguendo su questo percorso di denatalità le conseguenze inevitabili non possono che essere lo spopolamento di sempre maggiori aree del Paese e l’insostenibilità tanto del sistema del welfare quanto di quello economico.Anche l’attuale Governo – sulla scia di quanto operato da quelli precedenti – ha messo in campo una serie di misure che vogliono favorire l’aumento delle nascite ed il sostegno alle famiglie. E così sono state importanti le scelte del legislatore di investire tanto sulla riforma dei congedi parentali quanto sulla flessibilità dell’orario di lavoro o sulle agevolazioni fiscali per le spese sostenute per i figli nelle attività sportive piuttosto che in quelle culturali…L’importante, però, è che non ci si limiti a interventi a spot ma si voglia ricorrere a misure stabili, dando continuità a scelte politiche capaci di far sentire meno soli i giovani che si apprestano a costruire oggi la propria famiglia.Ed in questo percorso il ruolo le comunità cristiane sono chiamate ad essere davvero coscienza per il Paese e stimolo per il legislatore.Non è un compito da poco ma ci sono di stimolo le parole di Papa Francesco: “Anche oggi ci troviamo in una situazione di ripartenza tanto difficile quanto gravida di attese: non possiamo seguire modelli miopi di crescita, come se per preparare il domani servisse solo qualche frettoloso aggiustamento. Le cifre drammatiche delle nascite chiedono cambiamento e responsabilità”.