Una festa in famiglia per un triplice anniversario

Una basilica di Sant’Eufemia straripante di persone giunte da varie località della diocesi (e non solo) ha accolto mercoledì scorso don Gilberto Dudine, don Michele Tomasin e don Giorgio Longo nel giorno in cui ricordavano il 25° anniversario della loro ordinazione sacerdotale: era il 21 giugno 1998 quando ad Aquileia con il loro “Eccomi!” fecero promessa di obbedienza e amore alla chiamata del Signore. Un amore unito a fraternità umana che in tutti questi anni hanno riversato sulle loro comunità: doti naturali unite ai carismi ricevuti dallo Spirito Santo.La corale orchestrale Santa Cecilia di Grado ha eseguito la “Missa Prima Pontificalis” di Lorenzo Perosi proponendo il “Tu es sacerdos in aeternum” durante il loro solenne ingresso in basilica tra la gioia e la commozione dei paesani, coetanei e parrocchiani presenti, accolti dal parroco arciprete, mons. Nutarelli, e dagli altri concelebranti.Don Alessio Geretti, loro compagno di classe, del clero udinese, ha rivolto ai festeggiati toccanti parole da amico e confratello speciale, invitandoli innanzitutto a benedire il Signore “per le persone che vi hanno fatto crescere e voluto bene, gente semplice ma che in determinate circostanze è stata grandiosa. Nel vostro cammino dalla piccolezza all’immensità, loro rimarranno sempre una presenza cardinale, una grande grazia che Dio vi ha dato”. Inevitabile il richiamo alla figura di monsignor Silvano Fain (che “con la sua dedizione ed eleganza serviva la sua amata Grado, riconosceva la dignità della sua gente e lasciava trasparire anche nel portamento quella del sacerdozio, il mistero speciale e reale di una presenza di Cristo che passa attraverso gli uomini, un po’ dotati un po’ sgangherati, che Lui colloca in quella missione”) ma anche ai tanti “pastori buoni e santi incontrati e conosciuti nel percorso dalla formazione alla vita sacerdotale” ed a don Claudio Cidin, con loro ordinato in quel giorno di 25 anni fa ed ora “già in cielo”.Don Geretti ha quindi sottolineato come siano state davvero tante le persone che divengono “la mano tesa del Signore” per i propri sacerdoti: “Dai maestri di vita e di scuola, agli amici che ti intendono al volo anche dopo cinquant’anni che non li vedi, a tante anime meravigliose trovate nelle diverse comunità che avete potuto servire in questi 25 anni. Non penso soltanto alle opere che avete fatto, alle iniziative organizzate, a liturgie e incontri: mi riferisco proprio alle persone, alle case che in questi anni sono diventate anche casa vostra, alle storie e alle anime che vi hanno aperto la porta, a chi avete visto nascere e crescere e fiorire, a chi avete visto innamorarsi e sposarsi e diventare papà e mamma, a chi ha operato con passione a servire Gesù insieme con voi nei modi più diversi, a chi avete visto procedere negli anni trasformando l’invecchiamento in chiarimento, a chi avete visto piangere, a chi aspetta di rivedere qualcuno partito per il cielo; a chi, soprattutto, vi ha commosso per la sua fede, la sua carità e per la speranza luminosa con cui ha affrontato tutto”. “Un prete – ha continuato – sta sempre con Cristo” e da questa constatazione ha preso spunto per invitare i tre sacerdoti a continuare “a pregare, celebrare sacramenti in modo meraviglioso ed appassionato, predicare con intensità toccante, giocare con i bambini, addestrare i giovani alla vera grandezza, studiare sempre il più possibile, inventare cose eleganti e piene di significato, condividere la vita della gente, stare con chi soffre, ricordare a tutti decisamente l’eternità davanti a noi e la strada che vi conduce, dire la verità portandone il peso e pagando di persona, perdonare sempre. E tutto questo con lo scopo fondamentale che per mezzo vostro Gesù, vivo e splendido, possa arrivare alle persone, e le persone a Gesù”.Don Geretti ha concluso la sua omelia invitando don Gilberto, don Michele, don Giorgio ad essere “una banda di scassinatori per aprire al Signore tutte le porte” affidandoli a Maria.Prima della conclusione mons. Belletti ha letto il messaggio augurale dell’Arcivescovo per i tre giubilati ed a seguire monsignor Nutarelli dopo l’affettuoso e riconoscente saluto per il dono della chiamata al sacerdozio e l’invito a pregare sempre per le vocazioni ha consegnato un dono raffigurante l’Arcangelo San Michele che da sempre protegge Grado dall’alto del campanile.A nome di tutti e tre, don Longo ha voluto esprimere il ringraziamento al Signore per il dono del sacerdozio ministeriale svolto in tutti questi anni ma anche sottolineare il senso della celebrazione in quella Sant’Eufemia “da dove già in tenerissima età cominciavano a svilupparsi i germi della vocazione, servendo su questo altare come chierichetti i vari cappellani di allora ma soprattutto l’unico parroco che dalla nascita ci ha poi accompagnato fino a salire anche l’ultimo gradino dell’altare: l’indimenticabile e sempre amato mons. Silvano Fain”.Prima della benedizione, i tre sacerdoti si sono recati innanzi al trono della Madonna degli Angeli per un omaggio floreale mentre il popolo, l’orchestra ed il coro intonavano “Madonnina del mare”.La festa è continuata negli spazi del giardino parrocchiale dove fra canti, brindisi e strette di mano è stato bellissimo stringersi vicino a questi sacerdoti circondati da tanti gradesi e diversi fedeli provenienti dalle varie comunità di servizio.Proprio una speciale Festa in famiglia.

(Foto L. Marocco)