L’impegno per la salute mentale in Brasile

La relazione tra povertà e salute mentale è un binomio importante nella società odierna. Studiata in diverse discipline sociali, psicologiche ed economiche, questa combinazione può diventare un circolo vizioso per il singolo individuo, molto spesso incapace di superare in autonomia tali ostacoli.Il ruolo attivo della comunità, dell’agire comunitario e dell’operare secondo una visione collettiva, in contesti dove povertà e disturbi mentali sono problematiche radicate, possono rappresentare l’unico salvagente per una popolazione spesso alla deriva.Un testimone diretto di tale scenario è Padre Rino Bonvini, missionario comboniano e psichiatria, che da più di ventisette anni lavora nei quartieri periferici della città di Fortaleza, nel nordest del Brasile, dove ha fondato il Movimento de Saude Mental.Il movimento offre assistenza quotidiana, gratuita e aperta a tutti tramite pratiche integrative e complementari come la terapia comunitaria, i gruppi di autostima e costellazione familiare, biodanza, rilassamento, meditazione, massoterapia e i corsi di gastronomia, giardinaggio, arte e musica.Da gennaio ad aprile di quest’anno, come studente di dottorato in economia, ho avuto l’onore di condurre una mia ricerca accademica in questa comunità, intervistando oltre cinquecento persone tra pazienti e residenti. Qui, ho toccato con mano l’Approccio Sistemico Comunitario, un approccio che apre alla dimensione interculturale di servizio ai poveri, abbandonati ed esclusi al fine di migliorare la loro qualità di vita e di riqualificare le pratiche e le politiche di sanità pubblica.L’obiettivo è aprire nuovi percorsi di salute mentale che rispettino e valorizzino il patrimonio culturale e sacro dei popoli secondo una dimensione bio-psico-socio-spirituale dell’essere umano.La costante attenzione per i poveri, le classi sociali oppresse, i gruppi etnici e le culture discriminate, che secondo Padre Rino rappresentano gli attori principali del cambiamento e del rafforzamento comunitario, ricalca il pensiero della Teologia della Liberazione, secondo cui poveri ed emarginati sono la sorgente di comprensione della verità cristiana.Durante la mia lunga visita ho ascoltato tante storie di sofferenza, di pianto, di ingiustizia e di paura. Storie di un vissuto lontano per noi occidentali, storie dove il luogo di nascita, lo status sociale e il colore della pelle diventano elementi determinanti di un’inferiorità ormai interiorizzata. Un blocco interiore che alimenta in queste persone uno stato di immobilismo sociale, lavorativo e umano, e che il Movimento de Saude Mental con le sue attività cerca quotidianamente di curare.