Pellegrini in Terra Santa: il cammino della fede

L’Unità Pastorale dei Santi Canziani Martiri, con l’organizzazione e assistenza dell’Agenzia IOT viaggi, ha promosso alcuni mesi fa un pellegrinaggio in Israele, nei luoghi santi della nostra fede.Esso si è felicemente svolto dal 21 al 28 giugno scorso con grande soddisfazione da parte pellegrini.Dei quaranta partecipanti (numero biblico!) compreso me come guida spirituale, oltre ai parrocchiani delle diverse comunità dell’Unità, vi erano persone della nostra diocesi e sei dal Veneto. C’erano diverse coppie di sposi, due famiglie giovani con i rispettivi figli, Matteo di 8 anni e Michela di 10, alcune catechiste, dei volontari parrocchiali ed anche persone in ricerca di fede. Proprio il cammino della fede è stato, in modo implicito, il tema conduttore del pellegrinaggio. Sono stati giorni vissuti in molti luoghi dell’attuale stato di Israele, diversi e distanti per geografia, storia, riferimenti biblici. Siamo partiti, spiritualmente guidati dalla figura di Abramo, il padre della fede e pellegrino per eccellenza, dal deserto del Neghev e di Zin. Ripercorrendo i libri della Genesi e dell’Esodo ci siamo immersi in luoghi come l’affascinante cratere geologico del Mitzpe Ramon, il Canyon di Avdat (deserto di Zin) con la cascata di Ein Avdat, la riserva nell’oasi di Ein Gedi sulle rive il Mar Morto. Una geografia che è diventata essa stessa messaggio spirituale, tanto più se illuminata dai vari testi biblici. Dai luoghi dell’Antico testamento siamo poi passati al cammino della fede sulle orme di Gesù, iniziando da Betlemme, luogo della sua nascita e quindi da Betania oltre il Giordano luogo del suo Battesimo e inizio della sua missione, la memoria delle tentazioni nel deserto di Giuda e quindi a Nazaret. In questa città, sui resti dell’antico villaggio, abbiamo rivissuto il “sì” della Beata Vergine Maria nella Basilica dell’Annunciazione e la vita nascosta della fanciullezza e gioventù di Gesù. Da lì siamo scesi a Cafarnao, ambiente dell’annuncio del suo Vangelo, per seguirlo poi nel suo santo viaggio verso Gerusalemme nelle memorie della sua passione, morte e risurrezione. Un cammino di fede a tappe, nella concretezza dei luoghi santi, di volta in volta caratterizzate da parole, gesti, segni, liturgie, come il cammino di fede richiede. Non dobbiamo però dimenticare che la fede si riceve e matura in un cammino comunitario. È stata forse proprio questa la sorpresa più bella, a mio avviso, del nostro pellegrinaggio. Una fraternità e comunione, nelle diversità di ciascuno, cresciuta e diventata più viva ogni giorno pur nella brevità degli otto giorni. Per questo mi sento di ringraziare tutti i fratelli e sorelle in Cristo di questo bellissimo, breve ed intenso cammino.Un ringraziamento all’affabile e rispettosa guida Amro Izhiman, arabo cristiano melchita discendente da un’antica famiglia di Gerusalemme dove ancora oggi abita, e alla IOT viaggi di Gorizia per la perfetta organizzazione e in particolare alla signora Arianna dell’agenzia, che ci ha puntualmente assistiti ed aiutati con grande attenzione alle esigenze e problematiche di ciascuno.

Le testimonianze

Quando don Francesco ci disse, alcuni mesi addietro, che ad inizio estate intendeva organizzare un pellegrinaggio in Terrasanta, Liviana ed io decidemmo con entusiasmo di partecipare. Andare là dove tutto è iniziato, dove sono le radici più profonde della nostra fede cristiana, posare i nostri piedi sulla terra sulla quale ha camminato il Signore, è motivo di emozione profonda e di seria riflessione sul nostro essere credenti e, più in generale, sul nostro modus vivendi alla luce del Vangelo e degli insegnamenti del Cristo. Siamo particolarmente contenti di aver preso parte a questo pellegrinaggio di preghiera, conoscenza e visita di una terra ricca di storia, di spiritualità ma anche di violenza e tante, troppe, contraddizioni.Un pellegrinaggio sui luoghi santi sapientemente organizzato, con la straordinaria guida spirituale, don Francesco Fragiacomo, e la guida turistica-storica-archeologica Amro Izhiman, che ci hanno consentito di vivere otto giorni intensi di storia e di spiritualità. L’ottima organizzazione e la grande efficienza di chi ci ha guidato nel pellegrinaggio, ci ha consentito di comprendere il dramma del popolo palestinese, le criticità della difficilissima convivenza in Israele tra ebrei e arabi e la faticosa convivenza tra le tante espressioni religiose presenti su quella terra, tra le quali quella cristiano latina è di gran lunga minoritaria.Questo viaggio nella Terra del Signore ci rimarrà nei bei ricordi e, forse, ci aiuterà ad essere migliori. Un caro saluto ai 40 amici e compagni di viaggio, con i quali abbiamo condiviso momenti di preghiera, di condivisione e di gioia dello stare assieme; persone squisite che porteremo nel cuore.Mario e Liviana

La prima tappa del nostro viaggio è stata l’incredibile esperienza del deserto. Proprio come il Popolo d’Israele, uscito dall’Egitto. Anche noi avevamo bisogno di separarci delle nostre abitudini, certezze e comodità, per percepire forse la nostra piccolezza di fronte alla sconcertante immensità, al grande silenzio che scaturisce da questo luogo. “O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida senz’acqua”.Abbiamo scoperto che anche dal deserto dove sembra non esserci vita, nascono inaspettate e stupefacenti sorgenti d’acqua, che rigenerano il corpo e lo Spirito. Il nostro viaggio è poi proseguito verso le radici della cristianità:Betlemme, dove il Verbo si è fatto carne.  Per procedere sulle orme di Gesù sulle rive del Giordano, dove abbiamo rinnovato le nostre promesse battesimali. Questo semplice gesto ha suggellato rammentandoci la nostra appartenenza a Cristo. Ad ogni tappa, la Parola proclamata, meditata e pregata da sempre nel Vangelo, prendeva forma, colore e nuovo significato. Particolarmente commovente è stata la visita della basilica dell’Annunciazione; la “casa della Vergine Maria” dove ha pronunciato il suo “sì” a Dio. Quale insegnamento racchiuda, per l’uomo di ogni tempo non finiremo mai di scoprirlo. Di certo il Signore del tempo e della storia, ha trovato casa e luogo per operare la salvezza dell’intera umanità nel cuore puro, piccolo e umile di Maria.Infine siamo giunti a Gerusalemme, città dal fascino indescrivibile. Luogo di incontro e troppo spesso di scontro. Preziosa custode delle radici spirituali di tanti popoli, incapace suo malgrado, di unire nella pace le diversità che dovrebbero arricchire, e che invece continuano a dividere. Qui Gesù ha terminato il suo insegnamento e cammino terreno. Qui ha donato se stesso, offrendo a questo suolo il suo sangue. Qui, ha vinto per tutti la morte, risorgendo a vita nuova. Qui, abbiamo fatto anche noi memoria, ripercorrendo gli ultimi 3 giorni della sua vita. Abbiamo celebrato la Via Crucis lungo la via dolorosa, nel frastuono delle consuete attività quotidiane. Siamo giunti al Santo Sepolcro, abbiamo pregato e portato le preghiere delle tante persone che da casa ci hanno chiesto di essere presentate in questo luogo Santo. Lasciando questa terra, ci siamo augurati che possa essere abitata un giorno, da pace duratura. Sapendo che la pace si costruisce giorno dopo giorno, attraverso piccoli gesti di riconciliazione e di accoglienza reciproca.Lorenza, catechista

Personalmente ho vissuto una forte emozione il quarto giorno del pellegrinaggio in Terra Santa salendo, con il pullman, verso il monte delle Beatitudini. Con il pensiero immaginavo di far parte di quella moltitudine di persone: disperati, ammalati, gli ultimi della società del tempo, gli scarti – come li chiama papa Francesco – che salivano verso il monte affamati e assetati di verità, di giustizia e di pace per incontrare e ascoltare il maestro Gesù. Sentirsi poi chiamare Beati da Gesù, non perché sono disperati e sofferenti ma perché ripongono la speranza in un mondo migliore, unicamente in Dio, mi ha aperto il cuore e l’anima. Ho capito che le Beatitudini di Gesù sono un forte messaggio d’amore e di speranza ancora attuale. Dio è presente in maniera totale e illimitata verso coloro che, pur nelle prove e nelle sofferenze della vita, si affidano con umiltà e coraggio a Dio Padre.Giovanni, insegnante di religione

È sempre stato il mio “sogno nel cassetto” e ora che si è realizzato è molto difficile spiegare le sensazioni e i sentimenti vissuti in questi intensi e bellissimi giorni. Mi viene spontaneo dire solo: “Grazie Signore”. Grazie perché mi hai dato la possibilità e la gioia di poter vedere e toccare dove Tu hai vissuto e dove si è compiuta la nostra salvezza. Grazie per aver ispirato don Francesco, che con competenza ed entusiasmo ci ha guidati a scoprire e vivere la spiritualità di questi magnifici luoghi.Grazie per le risate, le confidenze, le lacrime con i compagni/e di cammino che hanno contribuito a rendere unica questa indimenticabile esperienza.  Giliola, catechista e collaboratrice

Andare in Terra Santa è stato per me non solo un pellegrinaggio.  È stato vivere da pastore, quando abbiamo visitato la grotta dell’annunciazione. È stato vivere da discepolo, quando sulle sponde del lago di Tiberiade Gesù ha chiesto a Pietro “mi ami tu?” È stato vivere assieme a Maria, quando ha visto suo figlio in croce. Ma soprattutto, è stato vivere accanto a Gesù, ripercorrendo la Via Crucis a Gerusalemme, camminando a fianco a lui per quelle stesse strade che lo hanno condotto al Calvario. È stato un po’ essere parte di quella grande storia che è stata la vita di Cristo. E così, sono tornata a casa con un enorme regalo che il Signore mi ha fatto e che porterò sempre con me: nella mia storia, la sua storia.Federica

Ho partecipato ad un pellegrinaggio inserito nel lungo cammino che attraversa i secoli, raccogliendo insieme il tempo, l’arte, la natura, la politica e le religioni, per raccontare una storia di comune dolore e di preghiera, nella speranza della pace per le genti di tutto il mondo. Grazie di cuore.Maria Luigia

Il pellegrinaggio in Terra Santa è stato un cammino sui passi fatti da Gesù, con un sentimento intimo, intenso, vissuto appieno e capito molto di più con i pensieri profondi di don Francesco, che ci ha fatto rivivere intensamente i momenti della vita di Gesù.  Ha creato inoltre tra noi comunione fraterna e grande condivisione; mi sono sentita in famiglia. Ringrazio tutti per avermi accolta con tanto amore.Paola

Per me e mia moglie è stato un pellegrinaggio emozionante dal punto di vista religioso, culturale e della condivisione e fraternità di tutto il gruppo. Ringraziamo e abbracciamo con affetto tutti ma soprattutto don Francesco e la guida Amro per sua affabilità e dolcezza. Luigi