Si avvicina il millennio dalla solenne dedicazione della basilica patriarcale

Si sta avvicinando a grandi passi il millennio da quando la grande Basilica è stata dedicata alla Madre di Dio; il parroco don Mirko insieme al consiglio pastorale dell’Unità Pastorale “Aquileia, Fiumicello e Belvedere” ha desiderato riprendere la festa della “dedicazione della basilica” con più solennità coinvolgendo tutta l’unità Pastorale.  Sono trascorsi 992 anni dalla dedicazione: era il 13 luglio dell’anno del Signore 1031 quando – come ricorda la scritta che corre lungo la parete dell’abside – essendo Papa di Roma Giovanni XIX e Imperatore del Sacro Romano Impero Corrado II, si radunarono ad Aquileia, sotto la presidenza del patriarca Popone, un grande numero di vescovi, insieme a due cardinali inviati da Roma, per dedicare a Dio la basilica sotto il titolo della Madre di Dio e dei santi Ermacora e Fortunato. Il pellegrino che entra in basilica innalza lo sguardo verso la Madre del Signore e avanzando respira la maternità della Chiesa di cui Maria è immagine: come Maria ha dato alla luce il Figlio di Dio, così la Chiesa genera nuovi figli a Dio nell’annuncio della Parola e nei sacramenti. Ce lo ricorda anche san Cromazio: “Non si può parlare di Chiesa se non c’è Maria madre del Signore con i suoi fratelli. Infatti, c’è la Chiesa di Cristo dove si riconosce e si predica che Cristo si è incarnato dalla Vergine. E dove gli apostoli, fratelli del Signore predicano, lì si ascolta il Vangelo”. La celebrazione è stata presieduta dal vicario generale della diocesi, monsignor Armando Zorzin e concelebrata da diversi sacerdoti. Nell’omelia don Armando ha innanzitutto incoraggiato ad una fede gioiosa e convinta per essere testimoni credibili e attraenti. Partendo dal Vangelo ha sottolineato che “adorare Dio in spirito e verità vuol dire essere convinti che Dio abita in noi e come figli di Dio non possiamo non sentire la responsabilità della carità su tutti i fronti, e nella comunità ecclesiale e in quella civile”.Prima della benedizione, il parroco ha chiamato attorno all’altare gli animatori dei campi estivi conferendo loro il mandato. Al termine della celebrazione un bel momento di festa reso possibile dal contributo degli alpini e della protezione civile e di tante persone dell’unità pastorale.