Per la cura dell’accessibilità e delle relazioni

Con il progetto “Basilica per tutti”, presentato ad Aquileia negli scorsi giorni con un grande evento, la Basilica ha compiuto – e compie – passi importanti in termini di inclusività. La tavola musiva tattile inaugurata consente infatti alle persone cieche e ipovedenti, sorde e ipoudenti di poter contare su una grande rappresentazione tridimensionale del celebre “Nodo di Salomone”, potendo così percepire con il tatto la bellezza dell’elemento, parte del grande mosaico paleocristiano. Una vera dimostrazione di come finalmente oggi l’arte possa essere davvero accessibile a tutti.In seguito alla presentazione della tavola tattile abbiamo incontrato Andrea Bellavite, direttore della Fondazione Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia e con lui ci siamo soffermati su alcuni aspetti della progettualità, non mancando di gettare uno sguardo anche sui prossimi passi.

Direttore, suor Veronica Donatello nel suo intervento in occasione della presentazione della tavola musiva tattile “Nodo di Salomone” ha invitato ad “andare oltre”, oltre alla passerella, oltre allo scivolo che facilita le persone disabili. Ecco quindi, come sta “andando oltre” la Basilica di Aquileia e dove vuole dirigersi?Credo che “andare oltre” significhi ritrovare e approfondire due dimensioni: una verticale e una orizzontale.Quella verticale, a cui credo facesse riferimento suor Veronica, è il fatto di ricordare la dimensione spirituale del luogo, che non è soltanto cattolico ma è un luogo in cui, da 1.700 anni, ci sono esseri umani che vi entrano per mettersi in collegamento con questa dimensione “oltre”, che dà il senso alla nostra vita; una dimensione trascendente, qualsiasi nome le si voglia dare. Questo è un primo punto, che fonda anche il secondo, perché se l’ambiente, da un punto di vista spirituale, richiama ad un aspetto che trascende qualsiasi cosa, che ci fa sentire uniti con tutto il Creato – come i mosaici della basilica richiamano in maniera clamorosa -, è chiaro che deve essere anche un ambiente accogliente per qualunque persona, in qualunque situazione essa si trovi.Come Fondazione abbiamo cominciato con l’eliminazione delle barriere architettoniche, per consentire a coloro che hanno problemi di deambulazione o difficoltà di tipo fisico di poter accedere alla Basilica. Su questo aspetto stiamo facendo sempre di più, ma in questo momento la Basilica è già quasi tutta priva di barriere architettoniche.Ci siamo poi dedicati in particolare alle persone cieche e sorde; per queste ultime stiamo elaborando dei tablet per poter consentire, attraverso la lettura, la comprensione dei mosaici; per le persone cieche stiamo invece rielaborando le guide audio con le parole di un attore che accompagneranno la visita.In particolare poi abbiamo realizzato il mosaico tattile, qualcosa di assolutamente unico a livello europeo: un lavoro straordinario, che consente non soltanto la fruizione da parte delle persone cieche ma anche l’istruzione, per tutti i visitatori, dai più piccoli ai più grandi, per comprendere com’è fatto un mosaico, dal basamento alla superficie.Oltre a questi strumenti, che andremo ulteriormente ad affinare nel biennio progettuale 2023/24, il compito per il prossimo anno riguarderà la creazione di ulteriori dispositivi tattili. Stiamo elaborando la realizzazione di una “basilica tattile”, un mosaico tattile complessivo. Tra gli altri strumenti, anche la creazione di un particolare libro che potrà essere sfogliato dalla persona cieca o dalla guida, facendogli percepire, mosaico per mosaico, il complesso del tappeto musivoAll’interno di tutto questo progetto una cosa molto importante per me e che è andata al di là di ogni mia immaginazione, è rappresentata dalle relazioni che si sono venute a creare in brevissimo tempo con moltissime realtà del territorio regionale che si occupano di diverse disabilità. Questa grande rete di relazioni ha travalicato i confini e ha portato ad esperienze davvero fruttuose, che hanno dato vita ad ulteriori progetti – stiamo infatti lavorando insieme per un progetto che coinvolgerà Sveta Gora/Monte Santo -.Alla base di queste relazioni c’è una vera amicizia: siamo partiti, per creare il progetto “Basilica per tutti”, da relazioni esistenti già da lungo tempo. Questo sicuramente contribuisce a fare la differenza.Guardando a dove vogliamo andare, abbiamo già richieste di partecipazione da tutta la Slovenia, ora che il “Nodo di Salomone” è stato presentato anche attraverso le sue reti televisive nazionali; c’è grande interesse e molto entusiasmo, si ritrova una radice culturale comune.Stiamo poi elaborando la proposta per una grande mostra internazionale, che parta da Aquileia e arrivi a Nova Gorica, raccontando questi 2000 anni di storia sotto la chiave dell’Arte e della Spiritualità.

Il “Nodo di Salomone” è uno dei simboli più noti sul tappeto musivo ed è ricco di significati. Il grande mosaico riporta però moltissimi altri elementi; perché è stato scelto proprio il “Nodo”?Sicuramente il “Nodo di Salomone” è un po’ il simbolo della Basilica, pur non essendo caratteristico di essa in maniera esclusiva: è un simbolo che si trova infatti anche in altri contesti, anche al di fuori dal contesto cristiano, ma soprattutto è un simbolo archetipo di relazione tra diversità (terra/cielo, luce/tenebre…), ed è qualcosa che unisce queste diversità. Ci è sembrato quindi particolarmente significativo e importante.È poi il simbolo certamente più frequente sul tappeto musivo e che immediatamente riporta alla mente proprio il vasto mosaico aquileiese.

Quali sono state le sue emozioni nel momento in cui si è alzato il telo ed è stato finalmente mostrata a tutti la novità della tavola musiva tattile?Ho veramente apprezzato tantissimo tutto il lavoro che è stato fatto e il grande dono che il Gruppo Mosaicisti di Ravenna – che ha realizzato la tavola – ci ha fatto.Quello che mi ha commosso e coinvolto molto, è stato poi l’insieme: quello che è stato presentato è stato un tassello di un “mosaico” progettuale più grande. Tanto nel pomeriggio, con la presentazione appunto del “Nodo di Salomone”, quanto alla sera con il concerto del coro segnante “Manos Blancas”: vedere tutte quelle presenze, da tutta la regione ma non solo, anche dalla Slovenia, tutti piacevolmente e profondamente colpiti da quanto stava accadendo, dai passi compiuti, è stato emozionante.

(foto: Ivan Bianchi)