Le comunità di Terzo hanno sciolto il voto

Era il 1815 quando per la prima volta le comunità di Terzo d’Aquileia e San Martino si sono recate in pellegrinaggio al santuario mariano di Barbana per ringraziare della grazia ricevuta: grazie all’intercessione della Madonna la grande pandemia che aveva sterminato gli animali del paese terminò. Venne richiamato questo voto in quanto nel 1870 si ripeté questa epidemia. Anche in questa estate, dopo 208 anni, questo momento di devozione si è ripetuto: purtroppo la grande calura di questi giorni l’ha fatto da padrone e tanti, specialmente i più anziani, non se la son sentita di andare al santuario. All’arrivo sull’isola il corteo si è recato nella basilica dove è stato possibile accostarsi al sacramento della Riconciliazione prima della messa concelebrata dal parroco don Sinuhe Marotta, dal cardinale Oscar Cantoni vescovo di Como (presente sull’isola per un periodo di riposo) e don Paul. Il coro parrocchiale ha accompagnato la funzione religiosa con all’organo don Pino Franceschin, già per lunghi anni parroco di Terzo, presente anche il primo cittadino Giosualdo Quaini. Al termine si son voluti ricordare gli emigranti di Terzo che hanno lasciato il paese dal 1877 al 1910 nel periodo dell’impero Austro Ungarico: “l’Inno dolente alla Beata Vergine di Barbana… partendo”, è stato intonato da Paola Toso proponendo così a tutti i presenti il motivo accorato del migrante che saluta il suolo natio e porta con sé il ricordo gioioso di Maria e della sua bella e cara Isola. L’autore del brano è Ezio Stabile di Terzo ed il canto venne eseguito per la prima volta in occasione del pellegrinaggio a Barbana del 1924 quando sull’isola mariana al centro della laguna di Grado giunsero anche una decina di famiglie di Terzo in partenza per il Brasile e per la Francia. Negli anni Settanta del 19° secolo metà della popolazione di Terzo viveva in povertà e molte famiglie avevano fatto una scelta estrema andando incontro all’ignoto in Paesi lontani per cercare un’occupazione. Era l’occasione per far fruttare l’unica risorsa a disposizione in quegli anni così difficili: la forza delle proprie braccia!Prima di lasciare il paese era d’obbligo andare a Barbana per un saluto, triste ma speranzoso verso la Madonna.Alla fine della celebrazione liturgica c’è stato il momento del pranzo comunitario mentre, prima di reimbarcarsi per il rientro, l’ultimo gesto sull’ìsola è stata la preghiera di affidamento alla Vergine dandole appuntamento al pelleginaggio del prossimo anno.