Il “grazie” a don Paolo dopo tre anni di servizio nell’Unità pastorale

Domenica scorsa, nel suo stile pacato e sobrio, ma sempre efficace, don Paolo Zuccato ha annunciato ai fedeli che partecipavano alle messe domenicali, la notizia del suo trasferimento a Padova presso il convitto universitario “don Bosco”.Una profonda commozione unita ad un velo di tristezza ha colto i fedeli che in gran numero hanno affollato le sacrestie per salutarlo e ringraziarlo per il suo prezioso ministero in città.Un cammino che era iniziato tre anni fa, in un periodo segnato dalla pandemia, quando don Paolo era stato assegnato come vicario nella comunità parrocchiale di Piazzutta.Un anno passato veloce prima del trasferimento nel centro città: infatti, con l’allargamento della presenza salesiana ad altre realtà gli era stato affidato il delicato incarico di amministratore parrocchiale delle parrocchie del Sacro Cuore di Gesù e di Maria e dei Santi Giovanni di Dio e Giusto. “Non avevo mai fatto il parroco” confidava don Paolo ai suoi collaboratori accettando con sorpresa questo incarico dopo tantissimi anni di impegno in ambito educativo e culturale come preside di tantissime scuole e prefetto della Biblioteca dell’Università Pontificia Salesiana a Roma. Eppure il parroco l’ha fatto, con saggezza ed equilibrio, ascoltando e chiedendo, con la consapevolezza di sapersi inserito in un cammino già iniziato e impostato, in un periodo di transizione e cambiamento per le parrocchie cittadine.Dopo aver ricevuto l’inattesa nomina, don Paolo aveva voluto subito far visita alla maestosa chiesa, scorgendo con stupore e gioia al tempo stesso, il grande quadro di don Bosco posto nel transetto destro dell’edificio. Una presenza che lo aveva rassicurato nei primi passi del nuovo percorso, sapendo di essere il primo sacerdote salesiano in una chiesa guidata per molti decenni dalla Compagnia di Gesù e sentendo sempre nel cuore questa responsabilità. Nell’ultimo anno, con la nascita dell’unità pastorale “San Giovanni Bosco” e l’affidamento di tutte sei le parrocchie ad un unico parroco, aveva dovuto lasciare la responsabilità pastorale diretta, fungendo comunque da vicario per le medesime parrocchie.Nonostante i rapidi cambiamenti, don Paolo si è fatto apprezzare per la sua presenza umana e sacerdotale nella costanza di un impegno feriale attento alle esigenze di tutti e senza guardare l’orologio.Fedele alla preghiera, era facile scorgerlo tra le volte del Sacro Cuore immerso nella recita quotidiana del Santo Rosario, o nella preghiera in comunità che ha guidato con efficacia ricordando sempre benefattori e defunti e rendendola sempre un momento autentico e partecipato.In questi giorni i parrocchiani hanno desiderato spontaneamente salutarlo domenica 23 a San Giusto, martedì 25 a Piazzutta e domenica 30 con una partecipata celebrazione nella chiesa del Sacro Cuore.Don Paolo ritorna a Padova, dove continuerà il ministero nella sua terra di origine: lascia a Gorizia una preziosa eredità a chi lo ha conosciuto e stimato, a chi ha seguito la sua predicazione sempre preparata e mai scontata, nelle persone con cui ha saputo coltivare un dialogo fraterno e ha fatto intravedere il cuore di un vero sacerdote secondo l’esempio di don Bosco.Buon cammino don Paolo!