Oggi come ieri, sono i poveri il vero tesoro della Chiesa

Ronchi dei Legionari ha onorato il suo patrono San Lorenzo. Dopo il concerto di musica sacra della vigilia, nella chiesa parrocchiale il 10 agosto, ha avuto luogo la solenne concelebrazione eucaristica officiata da don Bogdan Vidmar, delegato episcopale della diocesi di Capodistria in occasione di Go!2025. Accanto al celebrante c’erano il parroco monsignor Ignazio Sudoso e il decano don Paolo Zuttion. Erano presenti anche i sacerdoti del decanato e quelli della comunità slovena gemellata di Metlika. Nell’omelia, il celebrante ha richiamato le radici comuni della festa e ha rivolto ai presenti un pensiero sull’attenzione necessaria per la comunicazione volta alla valorizzazione degli aspetti culturali. “Lorenzo ha presentato i poveri come i tesori della Chiesa – sono le parole di don Vidmar – sono stati loro i veri testimoni per il martire che ricordiamo oggi e questo ci spiega come il Signore si rivela prima di tutto ai deboli”. Non sono mancati i richiami al santo, molto rappresentato nei capolavori artistici e i riferimenti ai cambiamenti sociali legati ad una crisi che colpisce sempre più settori sotto tanti punti di vista. “Cosa comunica oggi il sacerdote – ha domandato ancora il vice parroco di Nova Gorica – e come predica il messaggio evangelico oggi? Il rapporto con Dio deve toccare la nostra vita e potersi divulgare tra noi. L’incontro concreto deve rivelarsi un impegno nella pratica, un approfondimento che si fa ricerca sul territorio per sperimentare pratiche di vita buona”. L’omelia, plurilingue in vista dell’evento della Capitale Europea della Cultura, ha infine richiamato la fede che “accompagna la cultura cristiana, che solo così potrà dare un contributo fattivo”.  A portare i saluti dell’amministrazione comunale, è stato il sindaco Mauro Benvenuto che ha definito la festa “una giornata speciale, un’occasione d’incontro, di dialogo e di festa condivisa con le municipalità gemellate”. Il primo cittadino ha inoltre fatto riferimento alla necessità di rimettere al centro della società la dimensione umana capace di generare la rivoluzione culturale e la partecipazione popolare necessaria. “Anche le associazioni – sono le parole di Benvenuto – svolgono un ruolo strategico per la coesione sociale. Solo insieme, con impegno, dedizione e sacrificio si potranno superare gli ostacoli”. Il valore dell’incontro e dell’ascolto sono stati due aspetti richiamati anche dal parroco monsignor Sudoso che ha ringraziato gli ospiti dei comuni di Wagna, Metlika e il vice sindaco di Nova Gorica, Anton Harej. La ricorrenza patronale è stata anche l’occasione per compiere dei gesti concreti voluti dal Comitato “Monsignor Mario Virgulin e don Renzo Boscarol”. Come da tradizione, per ricordare le figure dei due parroci, è stato scelto di compiere due gesti di carità. Il primo, diviso in due momenti, è consistito nella consegna di due aiuti economici. Uno a favore della Caritas San Lorenzo per l’acquisto di scarpe da bambini, già avvenuto nei giorni scorsi. L’altro, è consistito in un’azione a favore del Centro di Aiuto alla Vita di Monfalcone che provvederà a consegnare un contributo economico ad una madre in particolari difficoltà socio economiche. Entrambi i gesti sono stati resi possibili grazie al lascito di un fondo dedicato alla carità voluto da don Boscarol. Per il Cav c’erano la vicepresidente Paola Destro Muzzolon e la signora Maria Zanolla Scolobig. “La ragion d’essere del Centro – sono le parole di Maria Zanolla – è accogliere e sostenere la vita. Lo scorso anno abbiamo avuto la gioia di veder nascere 19 bambini e di aver aiutato 135 mamme comprese le gestanti e le madri di bambini già nati. Don Renzo ha sempre apprezzato il nostro impegno, dal cielo, anche oggi partecipa alla festa”. A don Bogdan è stato fatto dono di un quadro prodotto in memoria del Patrono e realizzato dall’artista Federico Leban. La borsa di studio istituita in memoria di Monsignor Mario Virgulin è andata al seminarista Matteo Scarpin, studente del Seminario Interdiocesano di Castellerio.  Come da consuetudine, sono stati ricordati anche gli anniversari di ordinazione sacerdotale: i 25 anni di ministero di don Giorgio Longo e don Alessandro Biasin entrambi impegnati nel decanato monfalconese. A sostenere la santa messa solenne è stato il Coro dei Sacri Cantores Theresiani diretto da Vanni Feresin con all’organo Simone Cecchini; nei due giorni di festa, le celebrazioni sono state annunciate dal suono festoso delle campane a cura dei Campanari del Goriziano.

Una folla interessata per la “Messa Solenne”

Una folla curiosa e interessata ha riempito, il 9 agosto scorso, la chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Ronchi dei Legionari per la presentazione della ristampa anastatica con trascrizione integrale della “Messa solenne in onore di San Lorenzo” composta nel 1923 da Guglielmo Mattioli. Un lavoro che ha impegnato non solo la parrocchia dei santi Lorenzo e Domenica ma anche il quadrimestrale Nuova Iniziativa Isontina e l’associazione culturale e ricreativa slovena Jadro. A finanziare la ristampa anastatica, messa a disposizione durante la presentazione, le Onoranze Funebri Bertogna. Il lavoro è stato seguito dalla musicista e compositrice Maria Beatrice Orlando che non solo ha trascritto ma anche adattato alcuni passaggi armonicamente “instabili”. La composizione “presenta una forma ciclica, con temi ricorrenti nelle diverse parti della stessa. Nel Kyrie il tema principale, costituito da un frammento scalare ascendente, viene enunciato per la prima volta. Questo viene poi ripreso, in forma variata o nascosta, nelle successive sezioni della composizione.Dal punto di vista armonico, si percepisce un gusto derivante dalla scuola organistica francese, nello specifico quella franckiana, con modulazioni a toni lontani, appoggiandosi alle affinità di terza e agli omonimi maggiori o minori, com’era uso del tempo, con un’armonia ricca di note estranee agli accordi, che manifestano un sentore moderno, pur non discostandosi dalla tradizione e mantenendo la solennità necessaria a celebrare un momento così personale della vita del Mattioli”, ha raccontato Orlando. Un lavoro, quello del Mattioli, che “dalla scrittura per le voci e dal dettaglio del manoscritto, fa emergere la sua abilità di fine orchestratore, rendendo questa Messa un prezioso capolavoro locale”, così ancora Orlando. A fare eco è stato Ivan Bianchi, organista della chiesa parrocchiale ronchese, che ha ribadito non solo la storia dell’opera ma anche la “profonda tenerezza con la quale il compositore ha voluto scrivere l’intera messa. Emozioni importanti anche nella scelta di scrivere una Messa a san Lorenzo, chiesa vicina all’ultima sepoltura nota del figlio Giovanni, e non una Messa da Requiem. Anche i toni non sommessi ma teneri raccontano una storia di affetti che abbiamo voluto far riemergere dall’oblio della polvere”. L’esperto Grande Guerra Marco Mantini ha ripercorso, poi, i momenti importanti della morte di Giovanni Mattioli e della ricerca da parte del padre delle spoglie del figlio, conclusa senza risultati con la composizione della messa. Soddisfazione da parte del parroco, monsignor Ignazio Sudoso, e dal presidente dell’associazione Jadro, Carlo Mucci. L’esecuzione, che ha visto Patrizia Diani all’organo e Anastasiìa Gotovtceva contralto, Giacomo Segulia tenore e Massimiliano Migliorin basso, è stata arricchita anche da tre brani organistici curati dalla stessa Diani e cercati nel repertorio di composizioni del Mattioli: un Ripieno, una Pastorale e una Toccata Brillante che hanno suscitato una standing ovation da parte del folto pubblico presente in chiesa.