“Vegnarin simpri a Vo tal prim miarcui di avost”

Era il 4 aprile 1822 quando i fratelli Magrini, due muratori di Strassoldo, mentre stavano lavorando in un’abitazione di Muscoli, improvvisamente precipitarono da un’alta impalcatura. Mentre cadevano riuscirono ad invocare la Madonna di Barbana rimanendo incolumi, e ad essa attribuirono la grazia (il voto per Grazia Ricevuta è ancora presente nel Santuario). L’anno successivo, il 1823, tutta la popolazione, solidarizzò e seguì i due fratelli, come si può dedurre da quanto è riportato sulla vetrata che si trova sopra l’altare della Madonna nella chiesa di San Nicolò Vescovo a Strassoldo, dove si legge “Antico voto della comune di Strassoldo anno 1823, vegnarin simpri a Vo tal prim miarcui di avost (verremo sempre da Voi il primo mercoledì di agosto) e come ogni anno anche in questo 2023 la comunità di Strassoldo si è recata a Barbana per adempiere a questo voto. Questi sono i risultati di un’attenta ricerca, fatta da Luigino Gazzola, che ha consultato anche gli archivi del Santuario, quelli parrocchiali ed altre pubblicazioni ed ha realizzato una dispensa distribuita il giorno del pellegrinaggio ed intitolata “La Comunità di Strassoldo in pellegrinaggio a Barbana: 200 anni di storia”. Nel 1836 è stato fatto un nuovo voto, dato che in quegli anni il paese era stato attraversato da un’epidemia di colera, e lo stesso avvenne nel 1854 quando il paese venne nuovamente colpito dal colera. Fino agli anni ’50 del secolo scorso, i pellegrini partivano il martedì con i carri per giungere al porto di Cervignano o a quello di Terzo o di Aquileia, mentre altri partivano con la barca anche da Belvedere. Con le imbarcazioni si seguiva il fiume Ausa o Terzo fino al Natissa e, dopo un paio d’ore, si giungeva in laguna, per poi proseguire per l’isola. Si racconta che il viaggio in totale durasse dalle 5 alle 8 ore o più, a seconda di dove fosse ubicato il luogo di partenza: un tempo comprensivo del tragitto col carro trainato dai buoi e poi con il traghetto o l’mbarcazione. Si pernottava a Barbana per la notte e l’indomani, dopo le varie funzioni, si ripartiva per far rientro in paese. Naturalmente il pranzo era al sacco e tutti dovevano portare qualcosa. Difatti all’epoca si diceva “chi no porta no magna”. Durante il viaggio, sia all’andata che al ritorno, i pellegrini recitavano il rosario, cantando a gran voce le litanie della Madonna e canti mariani fra cui, il più gettonato era sicuramente “Madonnina del mare”. Tutto ora è cambiato»: con 25 minuti di motonave si arriva a destinazione, come ha fatto la comunità di Strassoldo, che molto numerosa ha sciolto il voto a Maria. I fedeli sono stati accolti dal monaco fra Stefano che portava la croce, seguendolo in processione al canto delle litanie mariane. Sono seguite le confessioni e la messa celebrata dal parroco don Sinuhe. Dopo il pranzo comunitario e dopo aver recitato insieme il rosario con il saluto alla Madonna, i fedeli hanno fatto ritorno a Strassoldo.