Lucinis, voce puntuale ed autorevole

Il numero 47 di “Lucinis” è stato presentato nella sala riunioni del Centro Civico gremita di persone. La pubblicazione esce annualmente dal 1976 e, dal 2005, alla parrocchia hanno unito i loro sforzi l’associazione “La Primula” e il Consiglio di Quartiere, ora associazione “Lucinîs”, con il sostegno economico della Cassa Rurale FVG.Il presidente di “Lucinîs”, Gianni Bressan,  ha evidenziato il livello qualitativo raggiunto nel tempo dal giornale, a suo tempo promosso dall’allora parroco mons. Silvano Piani, e da subito orientato alla difesa della lingua friulana, della storia locale e delle tradizioni.L’Assessore comunale Maurizio Negro si è congratulato con quanti lavorano per la buona riuscita della pubblicazione. Il parroco don Moris, dopo aver rilevato il valore dell’annuale iniziativa ha ricordato la figura di don Alessio Stasi, per anni Vicario parrocchiale, competente e appassionato collaboratore di “Lucinis”. Il vice-presidente della Cassa Rurale, Umberto Martinuzzi, ha evidenziato lo stretto legame della Comunità di Lucinico con la Cassa Rurale, da sempre vicina alle attività del territorio.Il coordinatore del Comitato di Redazione, Renzo Medeossi, ha ringraziato i componenti del Comitato, in particolare Paolo Iancis, responsabile della composizione della rivista, e quanti hanno collaborato a questo numero con scritti e testimonianze; in totale per questo numero di “Lucinis” hanno “dato una mano”  una trentina di persone.Le prime pagine del giornale colgono l’occasione dell’esecuzione dei lavori di alcune opere pubbliche, in particolare degli edifici dell’attuale comprensivo “L. Perco” e dell’ex scuola elementare “De Amicis”, per fare una sintesi ragionata delle opere in corso e di quelle che si dovrebbero realizzare nei prossimi anni. Un promemoria per l’Amministrazione comunale che sottolinea l’esigenza inderogabile di procedere con continuità alle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio comunale.Il tradizionale capitolo dedicato ai “mestiêrs” si sofferma sulle storiche figure “da lis sartoris e dai sartôrs” che per quasi 100 anni sono stati un riferimento nella vita del paese; i vestiti non si compravano in negozio ma si facevano fare dalle sarte o dalle tante mamme e zie che conoscevano il mestiere. Per anni tante le ragazze, durante le vacanze scolastiche, venivano mandate a imparare a cucire dalle sarte del paese; la cultura del bel vestire come la conoscenza delle tecniche di cucito e dei diversi tipi di stoffa erano diffuse. L’articolo si basa su di una quindicina di testimonianze, interviste e scritti.Un corposo ed originale studio di Ilaria Montanar racconta le storie parallele delle Diocesi di Gorizia e Maribor dopo il crollo dell’Impero austro-ungarico; l’articolo fa sintesi della tesi per il dottorato di ricerca alla Pontificia Università Gregoriana di Roma “Il vescovo lavantino I. J. Tomazic –  Tra il declino dell’Impero AU e l’avvento del comunismo in Jugoslavia”. L’opera illumina i difficili e drammatici anni che ridisegnarono i confini degli stati sotto la spinta di nazionalismi accesi e intolleranti.La digitalizzazione del “Fondo Marega” da parte della Biblioteca Apostolica Vaticana informa sulle attività volte a preservare la preziosa raccolta di documenti sulla storia del Giappone,  fatta dal salesiano don Mario Marega, nato a Lucinico e onorato nel 2019 con manifestazioni svoltesi a Gorizia e Mossa.Nadia Vidoz, con la testimonianza di Egle Dugar, firma un interessante articolo per spiegare il perché di via Bersaglieri a Lucinico.Il ritrovamento di un bel campanello con la scritta “Emilio Perco  Lucinico” è l’occasione per ripercorrere la storia di questo valente fabbro-meccanico di Lucinico, autore tra l’altro della grande croce in ferro posta sulla sommità del campanile nel 1926.Liliana Ferrari, già docente di storia all’Università di Trieste firma una ricerca sui censimenti, le coscrizioni e la numerazione delle case nella Lucinico del ’700.Don Moris descrive la liturgia e i colori della processione del Corpus Domini, evidenziando gli aspetti caratteristici del suo svolgersi nel nostro paese; in proposito Marco Plesnicar, direttore dell’Archivio di Stato di Gorizia, analizza le origini dei motetti  tradizionalmente cantati dalla nostra corale ai quattro altari.    Vinicio Cargnel racconta la storia della macelleria condotta dalla sua famiglia per 100 anni e recentemente chiusa.Tanti altri sono gli articoli del giornale che fotografano una comunità tuttora vivace e unita nella conservazione di millenarie tradizioni come nella ricerca di nuovi motivi di unità e collaborazione.