Il bicchiere di Napoleone, fra storia e leggenda

A Viscone, via Battisti, una splendida facciata di casa padronale, guarda la piazza della chiesa; ha raggiunto la sistemazione attuale fra il 1819 e il 1848 (la seconda data si riferisce ad un’ala).Casa ricca di storia, come tanti luoghi in queste terre di confine (Viscone fu con Venezia, Austria, Italia) e, con un lampo del tempo, che lambisce la grande storia.Vi abitava una dolce signora dai capelli bianchi (se n’è andata con Dio nel 2019), che parlava un eccellente italiano scolastico. Si chiamava Jolanda Bergamasco, poi Coceani (originariamente, Cociancig) dalla famiglia adottiva; quando si sposò, aggiunse il cognome Formica. Una bella storia di solidarietà, la sua: era stata adottata, i suoi non potevano mantenerla.Sempre legata alla famiglia di origine, metteva via il pane bianco, a lei destinato, per donarlo ai fratelli (contrariamente a quello che succede oggi, il pane bianco era il massimo).Mi raccontò la sua storia e mi mostrò “il bicchiere di Napoleone”, un cimelio capace di attraversare i secoli.Sul fatto importante, capitato in questa casa, lasciamo la parola a quanto racconta il volume di Giacomo di Prampero “Napoleone in Friuli 1797 e 1807”, dove, tra l’altro, si legge che “19 marzo [1797], domenica – Nel mattino da Palmanova  Napoleone  passa a vedere le truppe già schierate sul Torre… che poi… cerca guadare presso Viscone. Egli per primo s’avanza ed oltrepassa il torrente, ma l’acqua è tanta che, pel passaggio della truppa, si rende necessario un ponte provvisorio, ponte presto costruito con tutti i carri dei paesi di Nogaredo, Chiopris, Viscone, e col legname del grandioso deposito dei Serravalle di Viscone (durante la notte, il torrente ingrossando travolse tutto)… i carri si poterono ricuperare, ma il legname andò perduto).Eseguito il passaggio… Buonaparte si ferma a Viscone in casa dei fratelli Giovanni Maria e Giacomo Serravalle, dai quali, fattosi condurre sul granaio, ottiene di quei dintorni varie informazioni…Alla moglie di Giovanni Maria Serravalle, dalla quale s’era fatto aggiustare un guanto, regala una moneta d’oro coll’iscrizione “Flora Domini”.Si reca poi nella casa di Peressin Giovanni – ora Cociancig – il quale, per essere destrissimo contrabbandiere, è in grado di fornirGli notizie sulla topografia non solo del Friuli, ma anche della Carinzia. In questi Buonaparte trova l’uomo che meglio di qualsiasi altro può servirGli da guida … Accetta subito il Peressin (il Peressin seppe poi entrare così nelle simpatie di Buonaparte che questi lo nominò fornitore militare, e, facendosi rappresentare da un generale, gli tenne a battesimo in Viscone un figliuolo …sebbene mai avesse montato a cavallo, senza indugio s’adatta a montare uno molto docile assegnatogli dal Generalissimo. Questi da Viscone va sul colle di Medea, indi raggiunge la divisione Serurier, della quale dirige in persona il passaggio a guado dell’Isonzo presso S. Pietro …”La casa era quella dove oggi c’è un’ancona con l’immagine della Vergine (restaurata da Francesca Fontana). Riporta la data 1819; potrebbe essere relativa alla ultimazione di una parte della facciata, ma anche un grazie alla Madonna per aver fatto cessare tutta una serie di anni drammatici: dall’andirivieni di confini nel periodo napoleonico alla crisi generalizzata che lo segui, alla terribile annata 1817, ancora riassuntivamente chiamata, in Friuli, “L’an da fan”!C’è anche una reliquia laica che rimane nella casa del Peressin. Per notizia appresa dalla signora Jolanda, ne raccontiamo in breve l’origine: quando andò in casa Peressin, a Napoleone fu offerto da bere. A cotanto personaggio, potevano offrire la bevanda (non si sa quale essa fosse) in un bicchiere qualsiasi? Proprio no: la offrirono in un bicchiere molto bello, dipinto a mano, che dev’essere stato proprio esemplare unico. E il bicchiere è sopravvissuto a guerre, carestie, mutare di Stato, di Provincia, di proprietà della casa … Il bicchiere di Napoleone!