8xmille: una firma per tutelare le nostre chiese e la loro arte

Un futuro senza opere artistiche, senza beni culturali, senza luoghi di culto dalla storia secolare… Il solo pensiero fa venire i brividi.Le nostre chiese, i beni diocesani, i molteplici luoghi di culto, anche i più piccoli, racchiudono qualcosa di importante: la storia. Del territorio, della sua cultura, della sua fede.Grazie al “piccolo” ma concreto e importante gesto dell’apporre la propria firma, nella dichiarazione reddituale, scegliendo l’8xmille alla Chiesa Cattolica, è possibile diventare artefici del domani di questi beni, di dare loro, e alle generazioni che seguiranno, un meraviglioso futuro.Ne parliamo con il professor Roberto Grion, delegato per l’Ufficio diocesano Arte Sacra.

Professor Grion, che rilevanza, che “peso” hanno i fondi 8xmille sul territorio della nostra arcidiocesi?I fondi 8xmille sono sostanzialmente indispensabili per poter concretizzare ciò che è affidato all’Arte Sacra, ovvero il mantenimento dei beni ecclesiastici.Senza l’8xmille le nostre chiese, entro qualche decennio, sarebbero sicuramente messe nelle condizioni di non poter più essere utilizzate in quanto, essendo gran parte già molto datate, se non si effettua l’opportuna e necessaria manutenzione, tanto ordinaria quanto straordinaria, come qualsiasi edificio esse sono destinate ad essere prima chiuse e successivamente, in poco tempo, rischiano di trasformarsi in un ricordo…L’8xmille è quindi fondamentale, anche perché l’altra risorse in diocesi è rappresentata dall’erogazione regionale, che riesce a coprire solo una parte – importante certamente, ma decisamente parziale – degli importi dei lavori; il restante è coperto proprio dai fondi 8xmille.Poche poi sono le parrocchie che hanno la possibilità di destinare fondi propri e solo raramente la Regione FVG, con bandi mirati, permette ad esse di fare qualche ulteriore intervento legato a canoniche, oratori, ecc.La nostra preoccupazione è che, venendo meno gli importi che la CEI ha a disposizione, si rischia nei prossimi anni che i già pochi interventi che è possibile mettere in atto, vengano ulteriormente ridotti.Come da indicazione, in questa fase ci dedichiamo esclusivamente alla conservazione degli immobili, per la sicurezza e il mantenimento – il più delle volte ci si limita a sistemare le coperture, quindi si rischia di poter intervenire sempre meno su arredi e beni ecclesiastici -.L’importo che ci giunge dai fondi 8xmille destinati all’Edilizia di Culto è pari a 490.000 euro e per i prossimi anni ci sono già avvisaglie di riduzioni… Con questo importo può essere finanziato il 70% dei lavori, il restante 30% è finanziato normalmente con i fondi regionali, che per l’anno corrente sono 238.000.Mentre una volta la priorità dei progetti era individuata dalla Commissione Arte Sacra, dallo scorso anno c’è una Commissione mista Regione – Diocesi che, in base a determinati criteri, stabilisce le priorità. Tutto l’iter si svolge in stretto contatto e in condivisione con il nostro arcivescovo Carlo.

Com’è stato possibile tradurre questi fondi in azioni concrete sul nostro territorio?Negli ultimi anni sono molti gli interventi che hanno visto il completamento o che sono stati avviati.Solo per citarne alcuni: tra quelli conclusi ricordiamo i lavori sulla chiesa di Sant’Ignazio a Gorizia, o quelli che hanno interessato la chiesa di Sant’Andrea apostolo a Moraro, o ancora gli interventi in San Marco evangelista a Fossalon e su San Martino vescovo a Tapogliano.Ivece fra quelli avviati ci sono la chiesa di Santa Elisabetta a Fogliano, San Zenone in località Muscoli a Cervignano del Friuli, Sant’Ulderico ad Aiello e la chiesa di San Giorgio martire a Lucinico.Attendiamo poi di ricevere prossimamente anche i finanziamenti per la chiesa dei Santi Mauro e Silvestro in località Piuma a Gorizia, così come per intervenire sul campanile della chiesa del Santo Spirito (Mercaduzzo) a Gradisca d’Isonzo.Questi appunto sono solo alcuni esempi di quanto è possibile fare con una semplice, ma importantissima firma!

Prima accennava ad una riduzione dei contributi della quale ci sono già le prime avvisaglie. Nel caso in cui l’8xmille venga a mancare, quali sono i rischi, cosa rischiamo di perdere?Va detto che la situazione delle nostre chiese in Diocesi, non è grave ma quando si va ad intervenire, ad esempio, sulle coperture, ciò significa che ci sono già i “sintomi” di problematiche consistenti, quali infiltrazioni d’acqua, problemi ai muri, ecc. che, a lungo andare, se trascurati possono rappresentare un vero problema tanto per l’agibilità dell’edificio, quanto per la sicurezza delle persone che vi fanno accesso.Situazioni “disastrose” in Diocesi quindi non ci sono, perché ora come chi c’era prima e i parroci stessi hanno sempre cercato di intervenire; però bisogna essere attenti, monitorare e intervenire prontamente e in tempi brevi, prima che i problemi si aggravino, anticipando gli interventi di sistemazione, andando così a salvare e salvaguardare un bene prezioso come lo sono gli edifici di culto.