Mons. Fain: quello sguardo capace sempre di guardare avanti

 

Nel giorno dell’anniversario della morte di Monsignor Fain la comunità di Grado ha voluto organizzare due importanti momenti celebrativi: l’omaggio dei fiori sulla tomba dei sacerdoti gradesi in cimitero e la messa di suffragio in Basilica di Sant’Eufemia. A quest’ultima liturgia erano presenti i sacerdoti che dopo di lui hanno guidato la parrocchia di Grado (l’attuale arciprete mons. Nutarelli con mons. Centomo e mons. Zorzin), quelli originari dell’isola (don Longo, don Tomasin, don Dudine, don Medeot) ed insieme a loro mons. Belletti, mons. Greco, don Biasin e don Anton,Alla celebrazione – animata dalla Corale orchestrake “Santa Cecilia” che ha eseguito la “Messa da Requiem” di Ricci – non sono voluti mancare i familiari di mons. Fain che hanno sempre manutenuto un legame particolare con la Comunità gradese A presiedere la Solenne Liturgia, il parroco mons. Nutarelli che con non poca emozione ha voluto evidenziare i tratti del sacerdote cormonese per più di quarant’anni parroco a Grado. “Pensando alla sua figura – ha ricordato don Paolo – desideravo mettere in evidenza lo sguardo… Essendogli stato spesso vicino come suo cerimoniere, sono sempre stato colpito dai suoi occhi che rilevavano il suo essere ed il suo modo di fare. Il suo era uno sguardo attento: capace di cogliere l’insieme dei problemi ma anche le specificità ed i particolari. Era una sguardo profondo, capace di guardare avanti: era una persona attenta alle tradizioni ma capace di guardare avanti dando fiducia alle persone che gli stavano accanto; sapeva leggere il presente ma sapeva intuire percorsi nuovi mettendo insieme la tradizione e le nuove esigenze pastorali. Il suo, sopratutto, era uno sguardo orante: nel celebrare i sacri misteri riusciva a comunicare la bellezza del trascendente e ti faceva toccare con mano il mistero. Era la sua forza specie quando emergevano difficoltà: non voleva essere di peso a nessuno e non poche volte, per il quieto vivere o meglio per un bene maggiore, si addossava i pesi di altri”. “Spesso  – ha continuato l’arciprete – entrando in Basilica lo trovavi seduto nella navata laterale di destra: pregava, con una preghiera fatta di silenzi e sguardi: il suo sguardo era unico e profondo perché ricercava ogni giorno lo sguardo di Dio su di lui!”. Emozionante e vibrante è stato l’omaggio della Corale al termine della Comunione quando ha cantato “Suspîr da l’anime” brano musicale al quale Monsignore era molto legato e che gli ricordava le sue origini e la sua amata famiglia. Il canto “Madonnina del Mare” eseguito da tutta l’assemblea ha concluso la semplice ma toccante liturgia.