Un percorso che necessita di comunità presenti e vive

Sono molte le persone che, di anno in anno, si avvicinano alla fede in età adulta e chiedono di poter ricevere i sacramenti. Diverse le motivazioni che le sostengono in questo cammino, a volte legate ad una “tappa” nel percorso della vita (diventare madrina o padrino, unirsi in matrimonio…), altre volte fanno parte di una “scoperta” di fede maturata nel tempo, che porta al desiderio di ricevere il battesimo e unirsi al popolo dei fedeli.In tutto questo percorso, queste persone vedono come punto di riferimento il Servizio per l’Iniziazione cristiana degli Adulti, con responsabile don Flavio Zanetti.Lo abbiamo incontrato e assieme a lui abbiamo tirato un bilancio sull’Anno pastorale da poco concluso ed esplorato le responsabilità che, anche come comunità dei fedeli che accoglie, dobbiamo affrontare insieme.Don Flavio, partiamo facendo un bilancio dell’Anno pastorale passato. Com’è trascorsa l’esperienza del Servizio per l’Iniziazione cristiana degli Adulti? Ci sono state esperienze o proposte nuove, mai “testate” prima?Il Servizio per l’Iniziazione Cristiana degli Adulti si occupa sia dei battezzati che chiedono la Prima Comunione o la Cresima, sia dei non battezzati che chiedono di diventare cristiani, creando percorsi per aiutare le varie persone a scoprire la bellezza della vita cristiana.La novità più interessante sta nelle storie delle varie persone che hanno scoperto proprio questo, cioè che vivere da cristiani è bello e che li aiuta ad affrontare le gioie e le difficoltà di ogni giorno, accompagnati dalla Parola di Dio e dai sacramenti.Ciò che vogliamo “testare” è soprattutto il coinvolgere le comunità cristiane: molti pensano che essere cristiani sia solo un fatto individuale e questo è un grosso problema, perché è un errore che non permette una piena esperienza di fede.

Chi è “l’aspirante cristiano tipo” che si avvicina ai percorsi e chiede di poterli frequentare? Quali le motivazioni che lo spingono a questa scelta di vita e di fede?Le motivazioni sono diverse: vi sono alcuni che chiedono di essere cresimati per essere padrini o madrine, altri per un progetto di matrimonio, per altri ancora è una scelta per scoprire o approfondire la propria fede.Quindi, a partire da motivazioni spesso molto diverse, si cerca di costruire un percorso che permetta a ciascuno di fare qualche passo avanti nella propria esperienza di vita.

Qual è il riscontro al termine del percorso? Ovvero, queste persone rimangono nella comunità, sono attive? Frequentano le celebrazioni e i momenti comunitari?Non ho per ora dati numerici. Constatiamo che diversi fanno come la maggioranza dei battezzati, che rapidamente ritornano ad essere molto “tiepidi”. Ma constatiamo pure che molti diventano dei cristiani convinti, diversi dei quali ben inseriti nella loro comunità.Altri ancora non sono regolari alla messa o ai momenti comunitari, che ritengono comunque importanti per loro, ma mantengono una relazione e sanno a chi riferirsi. Constatiamo che, tra questi ultimi, sono spesso gli eventi della vita ad avvicinarli.

Quanto conta all’interno del percorso il supporto delle comunità? Le comunità sono in grado, in questo momento, di accompagnare gli adulti in questo percorso (credo sia una cosa un po’ diversa rispetto l’Iniziazione cristiana dei bambini e ragazzi…)?Il supporto delle comunità è fondamentale, è spesso proprio quello che fa la differenza. Purtroppo oggi la maggioranza delle nostre parrocchie non sono dei luoghi in cui uno si sente accolto né che aiutano a crescere nella fede.Comunità tiepide o fredde non riescono a “scaldare” il cuore di nessuno. Abbiamo bisogno di rinnovarci, di “scaldarci” nelle nostre comunità, innanzitutto per noi stessi e poi anche per essere propositivi per gli altri.

A tal proposito, “istruzioni per l’uso”: come possiamo noi fedeli accompagnare queste persone nel loro percorso, cosa possiamo fare per loro e come porci nei loro confronti?Istruzioni per l’uso: 1. Accogliere le persone, da qualunque situazione umana o Paese vengano;2. offrire relazioni “sane”: ci si saluta, ci si interessa l’uno dell’altro, ci si dà una mano, ci si coinvolge nella vita della comunità con i suoi bisogni, si fanno alcune cose insieme (ad esempio, andiamo a messa insieme, a pregare rosario, andiamo a dare una mano a qualcuno, al coro, a pulire la chiesa…).3. ci si sostiene con la preghiera reciproca.Mi pare evidente che comunità nelle quali non si vivono queste attenzioni tra coloro che già oggi ci sono, è difficile viverle con un membro “nuovo”.

Le persone che si avvicinano e intraprendono il percorso di Iniziazione cristiana, dove trovano più difficoltà, oppure dove nutrono più dubbi e chiedono magari proprio il tuo aiuto o del loro sacerdote di riferimento?La difficoltà principale è di sperimentare, di toccare con mano, di sentire che stanno entrando in una comunità.Ciascuno è spesso imbevuto di mentalità individualiste che nulla hanno a che fare col Vangelo.Quindi in ogni percorso si cerca di dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno per fare quel passo avanti nella propria esperienza di vita, rinnovandola col Vangelo di Gesù vissuto insieme ad altri.