Rudolf Machnitsch: il garbo della sobrietà

Venerdì 20 ottobre, alle ore 18:00, presso la Biblioteca del Seminario Teologico Centrale di Gorizia, Alessandro Quinzi – conservatore dei Musei Provinciali e membro del C.d.A. della Fondazione Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia – presenterà il libro “Il garbo della sobrietà. Vita e opere di Rudolf Machnitsch (1863-1938)” dello storico Gabriele Caiazza, edito per i tipi dell’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia quale 21° volume della collana “Fonti e studi di storia sociale e religiosa”, con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito del progetto “ICF Identità Culturale del Friuli”.Ideato e avviato su iniziativa della moglie di uno dei nipoti diretti del protagonista, la signora Laura Salvador Machini, oltreché elaborato a partire da ricerche intrafamiliari portate avanti da quest’ultima, il testo è la biografia di chi, fra l’altro, nel 1909 iniziò a riportare consapevolmente alla luce il vastissimo pavimento musivo teodoriano all’interno della basilica di Aquileia, dapprincipio fortuitamente e in seguito con sempre maggior cognizione di causa oltreché in maniera oculata e coscienziosa.Nato nella Venezia asburgica degli inizi del settimo decennio del XIX sec. da padre carsolino e madre istriana, Machnitsch attraversò un settantennio abbondante di eventi d’ogni genere in taluni casi davvero epocali, riuscendo in ogni occasione a trovare il modo giusto per dare il proprio miglior contributo pur dovendo sovente rimetterci di persona. In particolare, dal primo dopoguerra pagò le proprie origini remote slovene (gli antenati paterni erano di Povir) e italiane (da parte di madre) nonché la propria appartenenza, essendo austriaco di natali e asburgico di formazione ma avendo infine scelto (1938) la cittadinanza italiana con residenza nel Friuli sabaudo, dapprima a Terzo d’Aquileia e da ultimo a Cervignano.In grado di padroneggiare almeno tre lingue (tedesco, sloveno e italiano), appassionato d’arte e archeologia, laureatosi a Graz e giunto fino alla V classe di rango con il titolo di Consigliere aulico (Hofrat), l’ing. Machnitsch si occupò di strade, ponti, ferrovie ed edifici da Tolmino a Napoli, mettendo a disposizione le proprie notevoli competenze con il garbo dell’innata sobrietà che lo caratterizzava; intervenendo – spesso con incarichi direttivi – in progetti di gran rilievo, dalla realizzazione della “linea di Wochein” dell’arcinota Transalpina fino al risanamento delle fondazioni della Basilica aquileiese o alla ripristino delle Cattedrali di Gorizia e Scutari dopo i pesanti danni bellici; interessandosi pure di ricerche archeologiche fra protostoria e antichità in Koritnica, Reka e Aquileia; partecipando a un congresso internazionale a Bruxelles e a un’importante missione in Albania; dilettandosi di pittura sino a comparire, indirettamente, al Salon parigino del ’33; ecc. Una vita itinerante, articolatissima, particolarmente interessante da ricostruire, attraverso avvenimenti svoltisi in quel Vecchio Continente ove dipanò un’esistenza non troppo breve ma neppure lunga quanto avrebbe potuto essere.