“Una convivenza testimonianza della Fratellanza umana”
21 Novembre 2023
Martedì 21 novembre, la città di Monfalcone ha celebrato solennemente la patrona, la Madonna della Salute.
La concelebrazione eucarestia è stata presieduta in S. Ambrogio dall’arcivescovo Carlo che nella parte finale della sua omelia si è soffermato in modo particolare su cosa significhi invocare il dono della salute non soltanto a livello personale ma anche comunitario.
La concelebrazione eucarestia è stata presieduta in S. Ambrogio dall’arcivescovo Carlo che nella parte finale della sua omelia si è soffermato in modo particolare su cosa significhi invocare il dono della salute non soltanto a livello personale ma anche comunitario.
“Sono molto contento di ritrovarmi con voi per celebrare questa festa in onore di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, così cara alla vostra comunità cristiana e anche civile.
Vorrei iniziare la mia riflessione da un episodio un po’ curioso, che immagino vi farà sorridere. Penso che capiti a tutti che ci siano delle cose così spontanee e naturali, anche nei rapporti tra le persone, che si rischia a volte di darle troppo per scontate. È ciò che è capitato a noi vescovi, radunati in assemblea ad Assisi la settimana scorsa.
Il tema principale era l’esame e l’approvazione della Ratio dei seminari italiani, cioè del documento i base che deve guidare la formazione dei seminaristi al sacerdozio. Ci sono stati diversi interventi, anche molto interessanti su alcuni punti precisi.
A un certo momento, però, prende la parola un vescovo che dice: “ho letto con attenzione il lungo documento, ma mi sono accorto che non parla della Madonna”. Provate a immaginare lo stupore di tutti: molti vescovi compulsano velocemente l’indice e si accorgono che è proprio così. A quel punto si prepara al volo un testo integrativo, che raccoglie subito più delle adesioni necessarie di 30 vescovi e, quando viene posto ai voti, è approvato all’unanimità.
Ci mancherebbe – direte voi – che i vescovi votassero contro la Madonna… Ovviamente, come è facile capire, tutti – a cominciare dalla commissione che aveva elaborato il testo – si dava per scontato che in seminario si prega la Madonna, che i bravi seminaristi dicono ogni giorno il rosario, che sono molto devoti a Lai, ecc. Però è importante dirlo e ricordarlo. Insomma: a una mamma si vuole sempre bene, ma – e penso che le mamme qui presenti lo confermino – non fa male dirglielo qualche volta.
È quello che vogliamo dire oggi a Maria: le vogliamo bene, la comunità di Monfalcone le vuole bene e non solo oggi. Ma è giusto ricordarlo a Lei e a noi in questa occasione.
Come sempre il nostro bene di figli è – diciamecelo con sincerità … – anche un po’ “interessato”. Onoriamo Maria, Madonna della salute, anche perché vogliamo chiederle la sua preghiera e la sua intercessione per la nostra salute.
Lei che nel Magnificat si proclama l’umile serva del Signore, che sa bene che il Signore fa grandi cose per noi, che non si dimentica di noi, che nella sua misericordia viene incontro a chi è povero, umile, affamato di amore.
Lei che è la Madre di Colui che si è fatto a sua volta servo, un servo sofferente e umiliato che, come ci ha ricordato il passo di Isaia che leggiamo ogni venerdì santo, «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» per darci salvezza.
Lei che accompagna il cammino dell’umanità e dell’intera creazione – quasi un parto doloroso ma pieno di speranza – verso la nascita di un nuovo cielo e di una nuova terra, verso quella gloria futura di cui ci ha parlato Paolo nella seconda lettura, dove finalmente vivremo la pienezza del nostro essere figli e figlie di Dio.
A Lei, a Maria Madonna della salute, chiediamo che ci ottenga da Dio il dono della salute. Anzitutto quella fisica, che è importante ed è sempre fragile nella vita di ciascuno, ma anche – ce lo ha insegnato la pandemia – nella vita dell’intera umanità.
Non possiamo non rivolgere il nostro pensiero e la nostra preghiera verso chi soffre negli ospedali, nelle case di cura, nelle RSA o in altre strutture sanitarie per malattie talvolta molto gravi. Uomini e donne, adulti, anziani e talvolta purtroppo anche bambini, che hanno bisogno di cure rispettose in ogni caso del diritto alla vita, perché la persona se non può essere guarita, va comunque assistita e accompagnata alleviando il dolore e garantendo fino all’ultimo una vicinanza piena di tenerezza e di amore.
Ed è giusto ricordare con riconoscenza e affidare all’intercessione della Madonna della salute coloro che si prendono cura dei malati, dei disabili, dei sofferenti a cominciare dagli operatori sanitari, ma anche degli stessi familiari, che vivono talvolta con grave disagio e solitudine l’impegno di stare vicino al figlio, al genitore, al coniuge, al parente ammalato.
La salute, però, non è solo quella fisica. Oggi si parla più facilmente di benessere della persona e per noi cristiani e per ogni persona che abbia una visione non limitata dell’essere umano questo benessere non può non riguardare la dimensione spirituale, quell’aspetto profondo di noi che ci rende – non dobbiamo avere paura a dirlo – simili a Dio.
Che la Madonna della salute ci aiuti a guarire le ferite profonde dell’anima, gli scoraggiamenti, la perdita della speranza, ma anche a superare le chiusure egoistiche e i blocchi dei nostri peccati. Vorrei che pregassimo in particolare Maria perché dia un po’ di speranza ai nostri ragazzi e ai nostri giovani. Incontrandoli spesso, magari in occasione della cresima, e leggendo quanto mi scrivono, noto con preoccupazione quanto siano pieni di paure per il futuro, quanto siano stati pesantemente condizionati dalla pandemia e ora preoccupati per le guerre, quanto spesso non trovino aiuto da famiglie caratterizzate purtroppo da separazioni, problemi, fatiche.
La salute è anche quella comunitaria, di una famiglia, di un gruppo, di una città. Siamo “essere in relazione”: se stiamo bene fisicamente, ma viviamo in una comunità divisa e disagiata, stiamo male tutti.
Vorrei allora pregare la Madonna della salute per la comunità cristiana di Monfalcone, ma anche per tutti coloro che fanno parte della comunità di questa città, a prescindere dalla loro lingua, cultura, appartenenza religiosa, lavoro, ruolo sociale, ecc.
Maria vi aiuti a continuare il vostro impegno, lo dico anzitutto alla comunità cristiana, a essere una comunità che vive percorsi di sinodalità anche attraverso l’esperienza delle unità pastorali e del rinnovo dei consigli, che si impegna nell’educazione cristiana dei ragazzi, che vive un’attenzione fattiva di accoglienza e di aiuto, che sa testimoniare con convinzione e rispetto la gioia del Vangelo a chi non è credente o appartiene ad altre religioni.
Maria aiuti poi la vostra Città a continuare l’impegno – che c’è e che giustamente va apprezzato – per garantire a tutti un ambiente curato e sano; per essere una città bella che sa riqualificare il proprio tessuto urbanistico; per gestire una rete di scuole che siano luoghi di crescita per ragazzi italiani e non; per favorire una reale possibilità di lavoro a tutti degno della persona e sufficiente per i bisogni della vita di ciascuno e della propria famiglia; per cercare con pazienza e nel rispetto dei diritti fondamentali (a cominciare da quello della libertà religiosa) e dei conseguenti doveri, di favorire una crescita della conoscenza, dell’accoglienza reciproca, del dialogo, della collaborazione tra persone e gruppi di lingue e culture diverse; per aumentare le occasioni culturali e artistiche; per creare una convivenza che sia testimonianza della Fratellanza Umana che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali e dove ognuno possa invocare da Dio il dono della pace per un mondo lacerato da tensioni e guerre.
Mi pare che non manchi lavoro per voi e neppure per Maria, la Madonna della salute, che – ne sono certo – vi assiste e vi assisterà sempre con la sua intercessione di Madre piena d’amore.
Buona festa.
+ Vescovo Carlo
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