Giovani insieme per vivere un tempo di preghiera e ritiro

La sera del 25 novembre le strade dei ragazzi delle diocesi di Gorizia e Koper si sono incrociate anche quest’anno per vivere un momento di preghiera e ritiro tutti insieme.
In tempi impregnati di violenza e inconscie ricerche di speranza, i giovani si sono inizialmente ritrovati in piazza Vittoria per un momento di animazione.
Tristi eco delle speranze negate e delle paure quotidiane di questi ragazzi, sono risuonate tra le mura della chiesa di sant’Ignazio, abbracciate però da un coro che ha saputo intrecciare insieme sia le voci italiane che quelle slovene.
Qui, sono state raccontate delle situazioni di disperazione e inquietudine realmente vissute dai ragazzi. In seguito, proprio a partire da questo vortice di oscurità apparentemente senza fondo, è sorta una domanda vitale: se tutte queste situazioni possono strappare via la speranza dai cuori dell’uomo, c’è qualcosa o qualcuno che sia in grado di donarla di nuovo con un ardore rinnovato?
Il vescovo Carlo Redaelli, voce dissonante in questo refrain di disperazione, ha indicato nel Signore Gesù Crocifisso l’unica speranza per poter affrontare i duri colpi della vita, anche quando questi raggiungono la portata di conflitti mondiali.
A questo punto, proprio sotto la luce del Crocifisso, è stato consegnato a ciascun giovane un lumino, simbolo della propria speranza. Aggrappandosi alla fragilità di questa piccola fiamma, i ragazzi hanno poi raggiunto a piedi la cattedrale di Gorizia.
Arrivati al duomo, i giovani hanno abbandonato il clima tetro e malinconico di sant’Ignazio e si sono lasciati condurre dalle antifone e dai canti dei monaci di Taizé. Ciò che prima solamente il coro aveva tentato di abbozzare, qui è divenuto realtà: le barriere linguistiche tra Gorizia e Koper sono state superate (ma non annullate) nell’armonia polifonica dei canti.
Terminato il momento di preghiera, il vescovo Jurij Bizjak, con le sue memorie di bambino, ha presentato un quadro molto semplice e quotidiano del potere della speranza cristiana nella sua vita, regalando ai cuori dei presenti anche qualche sorriso.
E quando ogni speranza di poter cenare sembrava essere svanita nel nulla, gli scout e i volontari dell’oratorio Pastor Angelicus hanno offerto pasta a tutti.
Al termine della veglia una domanda rimane: la proposta sovversiva della speranza cristiana sarà riuscita a raggiungere i cuori dei ragazzi?
M.M.