“Gli immigrati sono volti, non numeri”
13 Dicembre 2023
L’ordine pubblico è “l’aspetto prioritario e anche più delicato del vostro lavoro, perché richiede, spesso in situazioni imprevedibili e di emergenza, di coniugare il rispetto della legge con l’attenzione all’umano”.
Lo ha detto il Papa, che nel discorso rivolto ai Prefetti della Repubblica italiana, ricevuti lunedì scorso in udienza, si è soffermato su tre punti: l’ordine pubblico, le criticità ambientali e la gestione dei flussi migratori.
“Legalità e umanità insieme, per dare alle disposizioni la necessaria applicazione e al contempo accostarsi anche a chi sbaglia con il rispetto dovuto, conciliando la tutela delle vittime con l’equo trattamento dei colpevoli”, l’indicazione di rotta di Francesco.
“A ciò si aggiunge la grande responsabilità che avete di far fronte ai rischi che quotidianamente corrono i membri delle Forze dell’ordine, di cui pure vi prendete cura”, ha proseguito il Papa, che a proposito dello svolgimento di un incarico pubblico ha citato “una massima antica, che si riferisce all’ordine di vita personale: “serva ordinem et ordo servabit te”, “serba l’ordine e l’ordine ti salverà”. “È un’affermazione saggia, perché non si può amministrare l’ordine pubblico senza un ordine personale e interiore”, il monito di Francesco: “Ma quando c’è questo, la responsabilità per l’ordine pubblico viene avvertita come una chiamata a creare quel clima di armoniosa convivenza grazie al quale si possono affrontare e risolvere le difficoltà. Vorrei dire che la vostra è una sorta di paternità istituzionale: esercitata con coscienza e dedizione, essa non risparmia sacrifici e notti insonni e merita la nostra gratitudine”.
Gli immigrati “sono volti, non numeri: persone che non si possono semplicemente classificare ma che occorrerebbe abbracciare. Fratelli e sorelle che hanno bisogno di essere sottratti dai tentacoli delle organizzazioni criminali, capaci di speculare senza alcuna pietà sulle loro disgrazie” ha proseguito papa Francesco.
“Abbiamo saputo di dei lager in alcuni paesi del Nord Africa”, ha proseguito a braccio: “Dove quelli che vogliono venire In Europa sono trattati da schiavi, torturati, anche uccisi”. Gestire i flussi migratori, ha ammesso Francesco, non è un compito facile “perché affida alla vostra cura persone ferite persone vulnerabili spesso smarrite e riduci a traumi terribili”.
Di qui la necessità di “organizzare sul territorio una loro accoglienza ordinata, basata sull’integrazione e sul costruttivo inserimento nel tessuto locale.
Non potete essere lasciati soli in questo compito di sostenerli nei loro bisogni essenziali e al tempo stesso di prestare ascolto alle apprensioni e alle tensioni che si possono generare nei residenti, come pure naturalmente di intervenire quando si creino situazioni di disordine e di violenza”.
“È importante e urgente, nel presente come nel futuro, unire gli sforzi per tutelare, per tempo e con lungimiranza, la nostra casa comune”. È stato l’appello del Papa conclusivo del Pap: “Sebbene non rientrino nelle vostre dirette competenze, i problemi idro-geologici sono purtroppo emergenze ormai frequenti e coinvolgono tutti; legati a fenomeni atmosferici che dovrebbero essere insoliti e straordinari, sono diventati abituali a causa dei cambiamenti climatici”, ha osservato Francesco: “Ne siamo stati testimoni in questi ultimi tempi: pensiamo, per citarne alcuni, ai recenti disastri in Emilia Romagna, Toscana e Sicilia”. “Ma proprio in quelle circostanze abbiamo avuto modo di ammirare, al di là di sterili polemiche, le migliori qualità del popolo italiano, che soprattutto nelle difficoltà sa unirsi in modo esemplare, congiungendo la solerzia delle istituzioni all’impegno dei cittadini”, l’omaggio del Papa: “A voi è toccato il compito di gestire al meglio le risorse disponibili e di mettere in sinergia operatori pubblici e privati”.
“Una terra dove mancano i figli, a me preoccupa”. Così il Papa infine ha denunciato, a braccio, “il problema della poca natalità in Italia”. “Qui in Italia non si fanno figli”, ha proseguito Francesco: “I cagnolini sono al posto dei fili. Pensate questo. La responsabilità che gli italiani hanno di fare figli. Perché crescere è anche ricevere i migranti come figli”.
(Foto Vatican Media/SIR)
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