Villa San Giusto: accoglienza nel carisma dei Fatebenefratelli

Villa San Giusto è una realtà che possiamo definire “storica” all’interno del sistema di accoglienza e servizio alla persona non autosufficiente a Gorizia.
Una realtà che, con il cambiamento degli anni e delle epoche, ha sempre saputo aggiornarsi, per offrire un servizio al passo con i tempi e con le esigenze, vecchie e nuove che siano, dei suoi assistiti.
Una realtà che oggi accoglie anche i nostri sacerdoti diocesani più anziani e che necessitano di un’assistenza professionale.
Ne parliamo con il dottor Alessandro Santoianni, direttore della Residenza protetta.

Dottor Santoianni, Villa San Giusto è parte “storica” della nostra città. Quale la sua “evoluzione” negli ultimi anni e cos’è oggi Villa San Giusto?

Villa San Giusto è davvero parte della storia di Gorizia. Negli anni ’30 la Provincia Lombardo Veneta dell’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli vi insediò una clinica dove molti Goriziani sono nati o sono stati curati e lo è stata fino agli anni’80 quando è stato realizzato il nuovo ospedale, il San Giovanni di Dio, passato dai Fatebenefratelli al Sistema sanitario regionale agi inizi degli anni ’90.
Oggi a Villa San Giusto trova sede una residenza per anziani non autosufficienti di 200 posti letto, tutti convenzionati con l’Azienda sanitaria e destinati all’accoglimento di persone che necessitano di assistenza socio-sanitaria continuativa.

Quali i servizi offerti? C’è qualcosa che, possiamo dire, la contraddistingue rispetto a strutture similari?

Nelle strutture residenziali per persone in condizioni di non autosufficienza sono garantiti servizi infermieristici e riabilitativi, oltre che l’assistenza medica prestata dai Medici di Medicina Generale.
Oltre a ciò naturalmente sono offerte le prestazioni assistenziali di igiene e cura della persona, i servizi alberghieri di ristorazione, lavanderia e ad altri accessori. Non ultime le attività di socializzazione e animazione, cui si aggiunge la particolare e specifica attenzione alla dimensione spirituale e religiosa garantita dalla preziosa presenza del Cappellano, della Comunità delle Suore e dei Frati della Provincia Austrica dei Fatebenefratelli, cui si aggiungerà presto una specifica équipe pastorale. Oltre a questo credo che il tratto distintivo di Villa San Giusto, fedeli al Carisma del fondatore, sia un approccio assistenziale di tipo integrale, capace di farsi carico delle persone che presentano forti complessità dal punto di vista clinico ed anche cognitivo-comportamentale.

Com’è stato vissuto il tempo del Covid? Quali le preoccupazioni principali?

È stato un tempo difficile che ha visto stravolgere le nostre abitudini, la quotidianità, la routine di uno spazio che, certamente, è una residenza socio sanitaria ma è prima di tutto un luogo collettivo di vita, di relazioni, di contatti.
Ci è rimasto lo sguardo che ancora è il nostro principale mezzo di contatto con gli Ospiti, considerato che le case di riposo sono rimaste sostanzialmente l’unico luogo dove è ancora obbligatorio l’utilizzo permanente delle mascherine e vigono ancora particolari misure di prevenzione.
Anche in questa fase della pandemia, la nostra Residenza si è fatta convintamente parte attiva per la promozione e la maggiore diffusione possibile della campagna vaccinale, per garantire la maggiore tutela possibile e, allo stesso tempo, una certa tranquillità per riprendere a vivere momenti di vita comune aperti all’esterno, oltre che l’apertura costante alle visite di familiari e amici degli Ospiti.

Quali sono i valori che pazienti, famigliari e personale possono trovare in Villa San Giusto?

Il carisma dell’Ospitalità dei Fatebenefratelli si fonda sui valori del rispetto, della qualità, della responsabilità e della spiritualità.
Tradurli nella concretezza dei gesti e degli interventi quotidiani di cura e assistenza è l’impegno che prendiamo con gli Ospiti e i loro familiari, consapevoli che questo deve essere testimoniato in primis dai nostri operatori sanitari, socio sanitari, educativi ed ausiliari.
Questo significa investire sulla formazione delle competenze e delle conoscenze di ogni nostro collaboratore, consapevoli dei limiti e delle difficoltà che il mercato del lavoro di questi professionisti oggi presenta, in particolare rispetto al personale infermieristico e socio sanitario.

Com’è stato vissuto e condiviso l’arrivo in struttura dei sacerdoti diocesani? Che valore rappresenta per voi la loro presenza?

dott. Santoianni

Questo progetto avviato con l’Arcidiocesi è un servizio che Villa San Giusto ha voluto offrire per dare una risposta ai bisogni specifici dei sacerdoti anziani che presentano caratteristiche simili ai nostri Ospiti ma che, allo stesso tempo, sono chiamati a continuare a vivere la dimensione comunitaria e spirituale che li contraddistingue.
Abbiamo accolto davvero con gioia i primi sacerdoti che hanno arricchito con la loro presenza le nostre celebrazioni ed anche, secondo le peculiarità di ciascuno, alcuni momenti di preghiera e di condivisione con il resto degli Ospiti, con cui magari hanno già intrattenuto in passato rapporti di conoscenza se non di collaborazione nelle Parrocchie del territorio.

Parliamo anche un po’ di numeri: quante persone sono accolte in questo momento, quanto personale vi opera e com’è suddiviso…

Con la fine di quest’anno Villa San Giusto vede riaffermarsi la sostanziale totale occupazione dei posti letto disponibili (come detto 200), con una lista di attesa composta da richieste derivanti da necessità legate alle dimissioni da ricoveri ospedalieri o da analoghe strutture, piuttosto che dal trasferimento diretto da domicilio laddove non si presentano più le condizioni per garantire un’assistenza appropriata.
Quest’anno sono state accolte 115 persone, a fronte di 85 dimissioni.
Più della metà proveniva da strutture ospedaliere o sanitarie, la parte restante da casa o da altre strutture residenziali.
Il profilo di bisogno assistenziale dell’utenza accolta è sostanzialmente tripartito tra l’alta o altissima complessità, la media e la bassa, anche se queste categorie non sempre rappresentano al meglio le caratteristiche delle persone accolte, sempre più spesso caratterizzate da patologie dementigene, dinamiche comportamentali o fragilità sociali.
Complessivamente Villa San Giusto conta un centinaio di operatori diretti tra infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti, educatori/animatori ed il personale tecnico ed amministrativo, cui si aggiungono oltre una quarantina di dipendenti delle società che attualmente garantiscono i servizi sanitari e socio sanitari di uno dei nostri quattro Reparti, la ristorazione, l’igiene dei locali, la lavanderia ed il portierato della Residenza.

Quale pensa sarà il domani di questa struttura? Ci sono dei progetti che intendete sviluppare o innovazioni che desiderereste introdurre?

Il quadro demografico dei prossimi anni del nostro Paese, in particolare della nostra Regione, ci mette di fronte alla necessità di adeguare l’offerta e l’appropriatezza dei servizi residenziali per anziani, in particolare se non autosufficienti.
D’altro canto, le strutture residenziali saranno anche chiamate a svolgere un ruolo di servizio per il territorio, proprio a partire dall’ esperienza maturata e dalle competenze professionali disponibili.
Villa San Giusto, quindi, dovrà accettare queste sfide, promuovendo da un lato iniziative e progetti che possano garantire una sempre maggiore e migliore appropriatezza dell’intervento assistenziale a favore dei propri Ospiti (e in questo senso sono già state avviate alcune proficue collaborazioni con il territorio) e dall’altro dovrà essere promotore di una rete di soggetti e servizi della comunità che vogliano costruire quel continuum assistenziale che possa garantire alle fragilità di trovare sempre una risposta adeguata e tempestiva.
Per restare fedeli alle parole di San Giovanni di Dio: “Facciamo bene il Bene che possiamo fare”.

a cura di Selina Trevisan