Vita politica di un vescovo ai confini d’Italia
26 Gennaio 2024
Venerdì 2 febbraio, con inizio alle ore 18.00, presso la Biblioteca Pubblica del Seminario Teologico Centrale in via del Seminario 7 a Gorizia, Camilla Tenaglia, ricercatrice presso l’Istituto Storico Italo-Germanico di Trento presenterà il suo libro “Celestino Endrici. Un principe vescovo in Italia 1918-1940″ (edizioni il Mulino, 2023).
Eletto dall’imperatore Francesco Giuseppe nel 1904, Celestino Endrici resse la Diocesi di Trento in un periodo tormentato della storia recente della regione arrivando a vedere anche lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Il libro si concentra sulla parte italiana dell’episcopato di Endrici, partendo con il suo ritorno dall’allontanamento forzato in Austria.
Il vescovo era stato confinato dal governo asburgico perché sospetto di irredentismo e per un atteggiamento giudicato troppo tiepido nei confronti dello sforzo patriottico della Grande guerra.
Nel 1918 tornò a Trento e si presentò come martire dell’italianità del Trentino riuscendo a diventare un interlocutore per le autorità civili italiane che stavano gestendo la transizione: ruolo che sfruttò anche dopo l’avvento del fascismo quando le sue benemerenze nazionali gli permisero di evitare le persecuzioni che toccarono ad altri cattolici.
Grande vescovo sociale, come lo definì lo stesso Alcide De Gasperi, Endrici si affidò molto alle varie istituzioni cattoliche che popolavano il Trentino sin dalla fine dell’Ottocento, guidandole da dietro le quinte e assumendo un ruolo di primo piano quando necessario.
La storia di Endrici mostra in maniera significativa come un vescovo possa ritagliarsi un ruolo nelle vicende anche politiche del territorio che governa.
Nel corso del suo lungo episcopato Endrici provò a difendere gli interessi della Chiesa sia di fronte alle ingerenze del governo dell’”ultima grande potenza cattolica”, sia di fronte al Regno d’Italia liberale che teneva il Papa “prigioniero in Vaticano”, sia di fronte a un regime fascista che cercava di soffocare con sempre maggiore violenza il forte spirito associazionistico cattolico che poteva vantare davverio una lunga tradizione storica in tutto il Trentino.
A capo di una diocesi bilingue, che comprendeva larga parte dell’attuale provincia di Bolzano, Endrici si trovò a difendere anche la minoranza tedesca, usando gli stessi principi che lo avevano guidato nella richiesta di autonomia per la minoranza italiana sotto l’Austria.
Il suo rapporto con l’Alto Adige fu oltremodo travagliato visto il suo uso della retorica nazionale dopo la guerra, ma la sua difesa del clero tedesco non ne risentì e merita ora di essere ulteriormente approfondita.
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