La storia di mezzadri e braccianti nel Basso Friuli Orientale raccontata a San Canzian

“Per un pugno di terra, mezzadri e braccianti nel Basso Friuli orientale 1954-1953”, è l’ultimo saggio edito da Forum Editore del giornalista Pier Paolo Gratton, sarà presentato domani, venerdì 16 febbraio alle ore 18, nella grande sala dell’azienda agricola Lorenzon di San Canzian d’Isonzo. L’iniziativa è della locale sezione Anpi presieduto da Sergio Cosolo che da alcuni anni, con il focus “Appuntamento con la storia”, intende divulgare e valorizzare anche la microstoria locale. Dopo i saluti del titolare Enzo Lorenzon, l’oggetto del libro sarà affrontato dallo stesso autore in dialogo con Lodovico Nevio Puntin, già sindaco di Aquileia, e conoscitore dei grandi movimenti popolari del secondo dopoguerra in Friuli.

Quello di Gratton si presenta come un affresco sulla Bassa friulana negli anni del Centrismo caratterizzato dalle lotte contadine nel Basso Friuli orientale tra il 1945 e il 1953. Una Bassa Friulana che in quegli anni, come il resto del Paese, soffriva una condizione economica disastrosa, con interi paesi da ricostruire, una campagna in parte devastata dalla guerra e con una questione sociale esplosiva dopo vent’anni di fascismo e repressione. Era soprattutto nelle campagne infatti che i contrasti politici e sociali si tramutavano in scioperi, manifestazioni e proteste più o meno estese. Gli agrari non intendevano cedere i privilegi conquistati durante il Ventennio, mentre i contadini – mezzadri e braccianti – forti della Lotta di liberazione e sostenuti da comandanti partigiani diventati sindacalisti rivendicavano migliori condizioni di vita.

Al centro del contendere soprattutto il contratto di mezzadria che gli agrari volevano mantenere nella sua interezza e che i lavoratori della terra volevano invece abolire o, perlomeno, radicalmente modificare. Anno dopo anno Gratton descrive le principali vertenze nei paesi della bassa friulana orientale che se da un lato hanno garantito ai protagonisti magari solo un pugno di terra da coltivare direttamente, risollevandoli da condizioni di vita quasi medievali, dall’altro hanno avuto il pregio di qualificare una campagna oggi tra le zone più prospere del Friuli Venezia Giulia. Sullo sfondo le direttive dei singoli partiti – in particole Pci e Dc – che proprio in quegli anni stavano elaborando teorie e strategie politiche che sarebbero state alla base del cosiddetto miracolo economico italiano degli anni Sessanta.

Tra le tante emergono le figure dei sindacalisti Giuseppe Moro, Egidio Gallet e Olivo Burini, mentre sul fronte dell’ordine pubblico grande attenzione è data al Commissario di Polizia di Cervignano, in carica dal 1947, Ambrogio Gallo. Gratton, anche sulla base di ricerche recenti in vari archivi, ne tratteggia le caratteristiche soffermandosi, in appendice, su alcuni casi particolati che, oltre al Commissario, videro protagonista il pittore Giuseppe Zigaina, all’epoca dirigente locale del Pci.
«Si tratta dello sviluppo della mia tesi di laurea datata 1978 – spiega Gratton – arricchita oggi da ulteriori ricerche d’archivio. Emergono figure importanti di dirigenti sindacali fortemente ancorati alla realtà sociale dei contadini dell’epoca, ma anche figure istituzionali, irreprensibili nella loro azione repressiva, ma anche capaci di evitare che scioperi e manifestazioni sfociassero in massacri come in altre zone del Paese».

«In archivio ho trovato anche diverse testimonianze dell’impegno dell’allora dirigente comunista Giuseppe Zigaina – aggiunge l’autore- protagonista di quelle lotte fino agli anni Cinquanta. Figure fortemente politicizzate ma che riuscivano a interfacciarsi con le masse contadine tanto che queste ultime avevano nei loro riguardi quasi un attaccamento fideistico». Insomma un quadro affascinante che poi, via via, è andato sbiadendosi con vittorie in alcuni casi effimere. Come la fine della mezzadria nel 1982, «quando però – annotava con un certo disincanto Olivo Burini, uno degli organizzatori sindacali più noti ed apprezzati nella zona – ormai i mezzadri erano tutti andati altrove».

Pier Paolo Gratton è giornalista professionista. Ha lavorato al “Messaggero Veneto” e all’Ansa. Ha scritto per importanti testate giornalistiche nazionali. Laureato in Scienze Politiche con una laurea in Storia contemporanea, ha pubblicato per l’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione. Ha scritto “Il sogno e l’illusione” (Forum, 2021) sui cento anni di storia del Coro Polifonico di Ruda, e “Non lasciatemi solo. Storia di monsignor Pietro Cocolin, il vescovo che voleva fare il parroco” (Forum, 2022).