Elezioni europee (non)viste da Go!2025

Tra meno di un anno partirà l’avventura di Go2025!: Gorizia accompagnerà Nova Gorica nell’esperienza di capitale europea della cultura.
Capita, però, che fra poco più di tre mesi (8-9 giugno) gli Italiani saranno chiamati ad eleggere i propri rappresentanti nel Parlamento europeo. Verrebbe quindi naturale pensare che il futuro del Vecchio Continente sia più che mai al centro del dibattito politico, soprattutto alle nostre latitudini.
A parole tutti i partiti dichiarano di volere un’Europa diversa con “meno tasse e obblighi e più sicurezza, tutela dei confini, della salute e del lavoro dei cittadini europei” (Salvini), “Sociale, verde e giusta” (Schlein), “Pragmatica che persegua la transizione ambientale senza consegnarsi mani e piedi alla Cina; che accolga chi arriva legalmente per lavorare ma che difenda le proprie frontiere esterne dall’immigrazione clandestina; che investa sulla natalità e sul ruolo sociale della famiglia” (Meloni)… Posizioni differenziate con un unico punto in comune: tutti concordano nell’ammettere che le scelte legislative italiana sono influenzate (nel bene e nel male) da quello che viene deciso a Bruxelles o Strasburgo.
Ci si aspetterebbe, quindi, un impegno per una presenza di qualità e motivata nelle aule dell’Europarlamento.
Il problema è che dopo avere denigrato quest’ultimo per decenni – imputandogli tutti i propri insuccessi nazionali – i politici del nostro Paese dimostrano ancora una volta l’atavica incapacità di guardare oltre il limite delle Alpi.
E così anche la prossima tornata elettorale si riduce ad un confronto in chiave locale.
Con una guerra alle porte di casa (in Ucraina) ed un’altra che sconvolge gli equilibri nel Mare Nostrum (il conflitto a Gaza e le tensioni nel Mar Rosso) ci aspetteremo un dibattito che sappia interrogarsi, in primo luogo, sul ruolo che l’Europa – e l’Italia – devono avere per costruire un futuro capace di porre fine a quella che papa Francesco continua a chiamare (profeta inascoltato) “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”. Sperando che questo possa avvenire prima che l’attuale instabilità porti al caos dilatando a dismisura le già presenti e pesanti conseguenze non solo militari ma anche sociali ed economiche. Rimane utopico illudersi di assistere ad un confronto che metta al centro l’attenzione da rivolgere ai giovani per farne cittadini consapevoli dell’Unione così come i temi della migrazione (vissuta non solo come respingimento ma soprattutto come accoglienza ed integrazione) o le problematiche dell’economia intesa come impegno comune per un welfare a misura di persona senza tralasciare l’investimento sulla cultura proposta come occasione di incontro ed arricchimento reciproco fra realtà apparentemente diverse…?
In tutto questo Gorizia e NovaGorica hanno tanto da raccontare e da proporre a tutto il nostro Paese e a tutta l’Europa.
Ecco: un buon punto di partenza sarebbe già la presenza di candidati che non vengono in riva all’Isonzo per fare passerella e selfie sul piazzale della Transalpina ma che facciano propri i valori di riconciliazione e dialogo grazie alle quali le due città hanno ottenuto di essere le protagoniste dell’evento del prossimo anno. Facendosi sostenitori e propositori di iniziative che permettano a Go!2025 di rappresentare davvero un esempio capace di divenire investimento sul futuro dell’Isontino ma anche di tutto il Continente.

Mauro Ungaro

(foto SIR/Marco Calvarese)