Rivive la biblioteca di Francesco Caucig

La biblioteca privata di Francesco Caucig, grande pittore neoclassico di origine goriziana, “rivive” grazie alla collaborazione tra Biblioteca Statale Isontina e Fondazione Palazzo Coronini Cronberg.
Negli scorsi giorni ha infatti aperto i battenti una mostra, ospitata presso gli spazi della BSI, che presenta, in seguito ad un accurato lavoro di ricerca, una selezione di 17 volumi originali compresi tra il XVI e il XIX secolo.
La mostra – “costola” dell’esposizione “Francesco Caucig. L’uomo, l’artista, il testimone di un’epoca” attualmente visitabile presso gli spazi di Palazzo Coronini Cronberg – prende vita proprio dalla ricerca di materiali legati all’artista da parte delle curatrici Cristina Bragaglia e Antonella Gallarotti.
“Nella “ventilazione ereditaria” di Caucig, un atto che ai tempi dell’impero asburgico veniva stilato obbligatoriamente – ha spiegato la dottoressa Bragaglia – è presente un elenco dei beni posseduti e tra questi una sezione è specificatamente dedicata alla sua biblioteca personale, che contava ben 140 opere, molte al tempo per un artista.
L’elenco è particolarmente dettagliato, con riportati autori, titoli, luogo e data di pubblicazione di ogni opera; indice che probabilmente già erano noti come volumi di un certo pregio. È stato così possibile individuare, tra i testi annoverati nel catalogo della Biblioteca Statale Isontina, ben 17 opere: non le originali possedute dall’artista ma copie coeve delle stesse edizioni”.
In mostra quindi opere dei classici greci, “eredità” probabilmente dei suoi studi accademici a Vienna: Ovidio, Svetonio, Erodoto e Tacito, solo per citarne alcuni.
Fonti queste da cui traeva i soggetti delle sue opere, oltretutto non quelli tradizionalmente diffusi ma ispirati agli episodi minori.
Accanto alle opere classiche, anche generi diversi, che rispecchiano gli interessi di Caucig, indice anche di una mentalità molto aperta: libri di viaggi, sulla geografia ma anche botanica e sul regno animale.
Non da ultimo, presenti anche alcune immagini allegoriche tratte dall’”Iconologia di Ripa” e un testo di storia dell’arte di Winckelmann.
“Una mostra piccola ma molto interessante – ha commentato il direttore della BSI, Luca Caburlotto -: oltre ad essere una riprova della ricchezza del patrimonio della Biblioteca statale, svela l’intreccio delle fonti, che costituisce parte determinante della ricerca storico-artistica, rendendo manifesto, con la semplicità e l’evidenza degli stessi volumi esposti, lo strumento principale per lo studio della personalità dei grandi artisti”.
La mostra rimarrà ora visitabile fino al 6 aprile nelle giornate e negli orari di apertura della Biblioteca Statale Isontina (da lunedì a venerdì 7.45 – 18. 45, sabato 7.45 – 13.15).

Selina Trevisan