A Graziella Perco il premio 2024 “Amì di Lucinîs”

“Il Premio “Amì di Lucinîs” viene attribuito annualmente ad una persona particolarmente benemerita per aver contribuito con impegno e disinteresse alla promozione della vita civile, sociale, culturale, economica e sportiva della comunità lucinichese o che abbia onorato il nome di Lucinico nel mondo”.
È questo l’articolo del Regolamento del premio con il quale l’assemblea delle associazioni procede ogni anno a questa designazione, dall’ormai lontano 1985. L’iniziativa è sempre promossa congiuntamente dall’associazione “Lucinîs” , erede deli’ex Consiglio di Quartiere, e dalla Parrocchia con il sostegno della Cassa Rurale FVG.
La cerimonia, come da tradizione, era stata preceduta dalla santa messa in friulano celebrata dal parroco, accompagnato dalla “Corâl di Lucinîs” diretta dal maestro Matteo Donda, all’organo Vanni Feresin.
Nell’omelia, don Moris esprimendosi in lingua friulana, riprendendo la pagina del Vangelo ha ricordato come non solo i tralci devono restare uniti alla vite per portare frutto, ma anche la vite ha bisogno dei tralci perché l’uva non cresce sul tronco dell’albero. Fuori immagine, don Moris ha affermato che anche Dio si serve dell’uomo per fare del bene nel mondo. Inevitabile l’esempio di San Giorgio chiamato a combattere il male con il bene, come spesso viene rappresentato nell’iconografia nella lotta con il drago. A questo esempio si è aggiunto anche quello dell’Amì di Lucinîs, il cui riconoscimento viene dato appunto alle persone della comunità lucinichese che si sono spese per il bene del paese.
La figura della premiata è stata tratteggiata da Renzo Medeossi, vice-presidente della Società Filologica Friulana e vice-presidente dell’associazione “Lucinìs” patrocinatrice del Premio, che ha sottolineato le sue qualità di laboriosità, fedeltà al mondo agricolo e di disponibilità ad aiutare le tante iniziative del paese.
La sua vita – ha proseguito Medeossi – è stata segnata dal lavoro fin dall’adolescenza, aiutando il papà gestore di un esercizio pubblico; poi il matrimonio con Carlo Pelesson, di famiglia contadina, e l’inizio di un triplice impegno quale donna di casa, madre di quattro figlie e di coltivatrice diretta, fin dal 1971.
Diventerà presidente della locale sezione nei primi anni ’90.
Socia della Cantina di Cormons è stata protagonista di un’epoca, quella tra gli anni ’70 e il 2000, segnati ancora dalla presenza di tanti piccoli agricoltori, di numerosi produttori di latte e di una cultura paesana ancora “contadina” con tanti orti e la cura dei boschi. Un mondo – ha sottolineato Medeossi – che nel nuovo secolo è scomparso lasciando il posto a pochi agricoltori, per la gran parte viticoltori.
La premiata ha continuato però con impegno la sua attività a favore del mondo agricolo, mantenendo anche la sua piccola azienda agricola senza rinunciare a dare una mano alle tante associazioni locali.
A lei – ha concluso Medeossi – ben si adatta la definizione che del popolo friulano danno i versi finali del celebre canto “Un salût ’e Furlanìe” : “salt, onest lavoradôr”.
Il presidente della Federazione Provinciale dei Coldiretti, Martin Figelj ha rimarcato la lunga fedeltà di Graziella alla Confederazione dei Coldiretti e la sempre impeccabile organizzazione delle annuali Feste del Ringraziamento. Dello stesso tenore l’intervento di saluto dell’Amministrazione comunale rappresentata dall’Assessore al decentramento Maurizio Negro che ha sottolineato la generosità di Graziella verso la comunità di Lucinico.
Il presidente dell’associazione “Lucinîs”, erede del disciolto Consiglio Circoscrizionale, Gianni Bressan congratulandosi con la premiata ne ha evidenziato la grande disponibilità verso le tante iniziative del paese.
È seguita la consegna di una targa dell’associazione “Lucinîs” e della pergamena con la motivazione del premio che reca sempre la data del 3 aprile, a ricordo della prima citazione storica del paese, 3 aprile 1077, nella stessa bolla imperiale che riconosceva al Patriarca di Aquileia la Patria del Friuli.
La cerimonia, aperta con il canto di “Bondì Lucinîs”, un inno al paese composto dal maestro e fisarmonicista Licio Bregant, si è conclusa con l’esecuzione di “Un salût ’e Furlanìe” di Arturo Zardini con i celebri versi del poeta e scrittore friulano, tra i fondatori della “Filologica”, Bindo Chiurlo.

(foto Bumbaca)