“La vostra fede sostenga la mia vita”

Sabato 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, nella parrocchiale di San Pier d’Isonzo, don Lucio Comellato ha celebrato la Messa di ringraziamento per il suo 60° di missione pastorale: “Una Messa come tante altre delle mie” ha esordito, con la consueta umiltà, il sacerdote ordinato il 29 giugno 1964 nel Duomo di Gorizia.
Diverse le tappe del ministero di don Lucio, originario di Redipuglia, dedicatosi alla catechesi degli adulti, all’insegnamento, ma anche assistente scout e musicista; il mandato di parroco lo ha visto dapprima al Duomo di Sant’Ambrogio di Monfalcone, poi alla chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Staranzano, quindi, dal 1972 al 1991 in quella dei SS. Nicolò e Paolo di Monfalcone, dal 1991 al 2007 a Sant’Ignazio a Gorizia e dal 2007 al 2018 nella parrocchia di S. Pietro Apostolo di San Pier, dove è rimasto come vicario cooperatore dell’Up Fogliano-Redipuglia – Polazzo – San Pier.
Commentando il Vangelo (Mt, 16, 13-19), don Lucio si è soffermato sulla domanda che Gesù rivolge ai discepoli “Ma voi, chi dite che io sia?”, spiegando che “la domanda è rivolta ai discepoli di Gesù di oggi, e che la risposta può cambiare la vita se è illuminata da Dio stesso. Ma quanta fatica per mettere a fuoco questa risposta!”, come dimostra la parabola terrena di Pietro, che arrivò a rinnegare Gesù, salvo poi pronunciare il suo sì definitivo, dopo aver compreso che “l’unica paura è quella di perdere Gesù, ovvero il significato del valore dell’esistenza”. “Due sono le altre domande da porsi. La prima: chi sono gli altri? Alla luce della rivelazione, gli altri sono figli di Dio. La seconda: riusciamo a vedere il sacerdote, alla luce della rivelazione, come uomo della Parola di Dio, della misericordia, della Pasqua di Gesù?”. A questa missione don Lucio si è consacrato quale annunciatore del Vangelo. “La fede ci è stata donata nel giorno del battesimo. Va alimentata, altrimenti si smorza e infine si spegne. La vostra fede – ha concluso il sacerdote – sostenga la mia vita, e la mia vita sostenga la vostra fede”.
Nel foglietto domenicale, don Comellato ha tratto un bilancio del suo operato, scrivendo che “se in questi 60 anni, con tutti i miei limiti, i miei difetti e i miei peccati, sono riuscito a comunicare e testimoniare la presenza di Gesù vivo e risorto, salvatore e redentore, lo sa solo il Signore”. “Certamente -continua- potevo fare molto di più. Ma non è mai mancata la mia costante e perseverante presenza di servizio pastorale, favorendo l’accoglienza e la disponibilità verso tutti”.
E tutti lo testimoniano, avendo sperimentato la capacità di ascolto e la vicinanza dimostrate da don Lucio con sapienza e amore, discrezione e mitezza, cercando instancabilmente di vivificare la fede di una comunità che, come altre, risente dell’assottigliarsi delle file dei fedeli. “Nonostante l’età e la salute che fa capolino, non ho intenzione di tirare i remi in barca”.
E sulla barca di Pietro, in mezzo alle tempeste della vita e della storia, don Lucio resta saldo, sapendo che la fede permette di affrontare la traversata più burrascosa con la sicurezza che Dio è vicino all’uomo. Prima dei riti di conclusione, l’omaggio affettuoso da parte delle autorità, dei parrocchiani e delle associazioni Pro Loco e Amici della Sagra de San Piero.
A nome della cittadinanza, il sindaco Bignolin gli ha consegnato una targa in ringraziamento “per la preziosa opera” a favore della comunità, servita con “modi gentili, discreti e umili”, sempre “accanto a chi soffre, a chi la vita ha dato di meno”. “Continui, caro don Lucio – così il primo cittadino – ad ammonirci, a scuoterci, perché veniamo fuori e ci impegniamo per gli altri e in mezzo agli altri”. I fedeli dell’Up e del Circolo S. Giacomo di Redipuglia hanno donato al presbitero un set di casule nei colori liturgici. La S. Messa, accompagnata dal coro Aesontium diretto da Ivan Portelli, è stata concelebrata dal parroco don Longo, da monsignor Baldas e don Malpera, con l’assistenza dei diaconi Baggi e Persi.
Al termine, un brindisi augurale sul sagrato ha unito parrocchiani e amici del festeggiato, “una vita dedicata allo studio, alla riflessione sulla Parola e alla musica – queste le parole dei fedeli – spesa a donarsi per gli altri condividendo la gioia nei momenti di festa e la sofferenza nei momenti difficili.”

Annarita Cecchin