Cammino gioioso per dare ragione della nostra Speranza

Da alcuni anni assistiamo a Monfalcone e dintorni ad una richiesta sempre più numerosa da parte di persone adulte di ricevere il sacramento della Cresima.
I motivi sono vari, chi lo chiede perché deve sposarsi in chiesa, chi perché deve fare da padrino o madrina al battesimo di un nipote o figlio di amici, chi dopo essersi sposato prima, aveva l’impegno di concludere questo cammino, chi ha saputo dagli amici che c’era questa possibilità e quindi tramite un “passa parola” e chi ha appreso l’inizio di questo percorso leggendo il foglietto domenicale e interrogandosi sulla propria fede, ha deciso di riallacciare un confronto con la figura di Gesù Cristo e con la Chiesa e approfondire le ragioni del credere.
Lo scorso gennaio una quindicina erano stati gli adulti cresimati, e a febbraio si sono iscritte una trentina di persone, tanto che abbiamo deciso con don Flavio di fare due gruppi, divisi per età, uno dai 20 ai 32 anni ed uno dai 33 ai 60 anni!
A partire dalla metà di febbraio ci siamo incontrati una quindicina di volte quasi ogni martedì all’oratorio S.Michele. Il problema era, come anche nei gruppi degli anni precedenti, da dove partire, visto che quasi tutti dopo aver ricevuto la prima Comunione, avevano smesso, più o meno, di frequentare una parrocchia o addirittura c’era qualcuno che non aveva ricevuto neanche questo sacramento.
C’era da far riscoprire un’esperienza, un incontro che in qualche modo potesse cambiare prospettiva di vita, riuscire a trasmettere loro che essere cristiani è una cosa bella e gioiosa e riempie la vita di senso e del dono di sé.
Una nuova evangelizzazione potremmo dire, una catechesi non fatta da schede ma di dialogo, di ascolto, in cui don Flavio ed io ci siamo posti come compagni di viaggio di queste persone, condividendo la nostra testimonianza di fede con la loro ricerca ed il loro desiderio di riscoprire, al di là delle nostre parole, una proposta che valesse la pena di venire accolta.
Abbiamo cercato di cogliere le loro attese, i loro bisogni, cercando di creare una relazione di amicizia e oltre al significato dei Sacramenti, far conoscere la figura di Gesù, capire se poteva entrare nella loro vita, se il Vangelo è veramente una “buona notizia” oggi, che ci fa scoprire di essere amati da Dio, per poter poi amare i nostri fratelli.
Devo dire che come diacono è una delle più belle esperienze che ho vissuto in questi ultimi anni e che sto vivendo; ringrazio don Flavio per avermi coinvolto in questo servizio, perché in qualche modo ti mette in discussione, non si tratta infatti di comunicare nozioni, ma la gioia dell’incontro con Qualcuno che ti cambia la vita e di suscitare e di riaccendere in chi ti sta di fronte questo desiderio.
Mi sono sentito come quel seminatore della parabola, l’augurio è che qualche seme sia caduto sulla terra buona e porti frutto e che queste persone continuino ad alimentarsi della Parola di Dio, della preghiera, possano essere accolte nelle nostre comunità parrocchiali e che lo Spirito Santo che hanno ricevuto domenica 30 giugno, con i suoi doni, li faccia diventare veri discepoli di Gesù.

diacono Paolo Zuccon